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SCIENZA

Esperti del settore riuniti nella capitale

I cacciatori di pianeti extrasolari: "Presto ne scopriremo uno abitabile"

Giuseppina Micela, coordinatrice del progetto di ricerca A Way to Other Worlds, a RaiNews.it: "Negli ultimi anni sono stati trovati più di duemila pianeti intorno ad altre stelle, ora cerchiamo quelli adatti ad ospitare la vita"

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Rappresentazione grafica di un pianeta extrasolare (Nasa)
di Andrea BettiniRoma
“Ci siamo quasi: presto scopriremo un pianeta abitabile intorno a una stella più piccola del Sole”. Giuseppina Micela, ricercatrice dell’osservatorio astronomico di Palermo e coordinatrice del progetto di ricerca “A Way to Other Worlds”, non ha dubbi: l’annuncio atteso da tempo – la scoperta di un luogo fuori dal Sistema Solare che potenzialmente possa ospitare la vita - non è lontano. Anche l’Italia sta dando il suo contributo e gli esperti di ricerca dei pianeti extrasolari del nostro Paese faranno il punto in un convegno in programma dal 5 al 7 novembre a Roma, nella sede centrale dell’Inaf.
 
Dottoressa Micela, l’elenco dei pianeti scoperti è intorno ad altre stelle è sempre più lungo…
Negli ultimi anni ne sono stati scoperti circa duemila. Ne abbiamo trovati di ogni genere, a dimostrazione che il Sistema Solare non è l’unico modello possibile. Ormai non ci limitiamo più a cercare nuovi pianeti, ma andiamo a caccia di pianeti che abbiano determinate caratteristiche: più piccoli e nella zona abitabile per trovarne uno adatto ad ospitare la vita o intorno a stelle giovani per capire come si formino.
 
Manca molto prima di trovarne uno dove ci potrebbe essere la vita?
La scoperta di un pianeta abitabile intorno a una stella più piccola del Sole è prossima: potrebbe essere persino questione di meno di un anno. Più lontana è la scoperta di un pianeta come la Terra intorno a una stella come il Sole perché in quel caso la luce più intensa dell’astro rende più difficile individuarlo: per arrivarci potrebbe servire un decennio.
 
Una volta fatta la grande scoperta, quale sarà il passo successivo?
La fase seguente sarà l’osservazione atmosferica, soprattutto per quei pianeti che transitano davanti alla propria stella. Analizzando la luce filtrata si potrebbe identificare la presenza di elementi chimici potenzialmente collegati alla vita all’interno dell’atmosfera.
 
Andarci è fuori discussione?
Stiamo parlando di distanze che oggi sono incolmabili. Qualcuno però fa notare che secoli fa anche la distanza tra l’Europa e l’America lo era e che fino a pochi decenni fa era non era possibile andare sulla Luna. C’è chi ci sta lavorando…
 
Di sicuro il vostro è un settore che sembra avere grandi prospettive…
Può riservare grandi sorprese e credo che abbia un impatto anche sul nostro modo di pensare. Ci conferma che non siamo al centro dell’Universo. La Terra è un pianeta come tanti e il Sistema Solare è un sistema come tanti.
 
Che ruolo ha l’Italia?
Nel nostro Paese al momento è attiva una quindicina di gruppi di ricerca. La riunione di Roma serve anche a coordinarci e a sviluppare sinergie. L’Italia partecipa a molti progetti e a missioni dell’Esa. Il cacciatore di pianeti Harps installato al telescopio Nazionale Galileo alle Canarie fa un grande lavoro. Inoltre da alcuni mesi nel Very Large Telescope in Cile è entrato in funzione lo strumento Sphere, seguito principalmente da ricercatori di Padova. È molto promettente e riesce ad occultare la luce della stella e a permetterci di vedere direttamente il pianeta.