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CULTURA

Piacentini a Rainews: droni-postini di Amazon sono qui, in Europa

Un centro sperimentale a Cambridge, in Inghilterra: ecco da dove parte la nuova frontiera di Amazon per le consegne a domicilio. Anche un ex astronauta ingaggiato per i test. L’anticipazione del vicepresidente Diego Piacentini al Festival del giornalismo di Perugia

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di Celia Guimaraes


La notizia è stata “solo accennata” durante il panel “Sentieri dell’innovazione, tra scienza cultura e impresa”. Diego Piacentini, vicepresidente di Amazon, accreditato come braccio destro del fondatore Jeff Bezos, ha detto che i droni per la consegna di pacchi a domicilio "non sono fantascienza, ci sono già”. Questo era risaputo fin dal 2013, quando Bezos annunciò il suo intento di usare questo tipo di dispositivo nelle città.

Soltanto pochi giorni fa, il 21 marzo, era stata diffusa dal Wall Street Journal la notizia dell’autorizzazione da parte delle autorità americane perché Amazon potesse cominciare i test dei droni per le consegne.

I droni europei
Logico pensare che la società di e-commerce dovesse dare inizio ai test in casa propria. Ma oggi Diego Piacentini ci ha sorpreso con la notizia che è stato creato un centro sperimentale per i test con i droni. A Seattle, dove ha sede l’azienda? Niente affatto. In Europa, a Cambridge, dove già sono al lavoro ingegneri aerospaziali e tecnici. “Abbiamo anche ingaggiato un ex astronauta”, ha raccontato Piacentini.

E così, sarà l’Europa il probabile punto di partenza per le prove generali di consegne con i droni. Un progetto a cui Amazon ci tiene molto (e non è la sola, visto che il competitor cinese Alibaba punta sulla stessa strategia) e che potrebbe cambiare radicalmente il sistema di delivery, punto dolente e questione di grandi dibattiti anche in Italia. È noto, infatti, che tra i timori dei clienti del commercio online c’è proprio quello delle consegne che non arrivano o che arrivano troppo tardi.

8 pacchi su 10
Amazon intende usare i droni per le consegne super rapide, entro mezz’ora dall’acquisto, di oggetti dal peso non superiore ai 2,3kg, che rappresentano più dell’80% dei prodotti acquistati. Come riportava pochi giorni fa il Wall Street Journal, la Federal Aviation Administration (Faa), l’autorità di supervisione del settore aereo, ha autorizzato Amazon a iniziare test in spazi aperti, ma con alcune limitazioni: solo durante il giorno, a un’altitudine massima di 122 metri, entro la visuale di chi lo pilota. In ogni caso, il certificato di “experimental airworthiness”, abilitazione al volo sperimentale, è un passo avanti per Amazon, che da tempo lavora al progetto. La società sarà tenuta a comunicare mensilmente alla Faa una serie di parametri, tra cui il numero di voli effettuati ed eventuali malfunzionamenti dei software.

Prime Air
Il servizio da tempo ha un nome: Prime Air. Il progetto era stato annunciato personalmente dal fondatore di Amazon, Jeff Bezos, durante il programma “60 Minutes” dell’emittente statunitense Cbs, nel dicembre 2013. Nell’intervista all’emittente americana, Bezos parlava cominciare le consegne “entro cinque anni”. Chissà che non partano proprio dall’Inghilterra, Paese dove le leggi sull’utilizzo dei droni per fini commerciali sono molto avanti persino rispetto agli Stati Uniti.