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SALUTE

Ictus, Sla, Parkinson, Alzheimer. Pochi fondi per novità terapeutiche

La malattie neurodegenerative o che colpiscono il sistema nervoso centrale come l’ictus sono sempre più diffuse, molti gli studi clinici soprattutto per la riabilitazione. Se ne parlerà al Congresso Nazionale della SIN, la Società Italiana di Neurologia, dal 10 al 13 ottobre a Genova. Ma mancano i finanziamenti, che si sono più che dimezzati.

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Un milione i casi di demenza, di cui 600.000 quelli colpiti da Malattia di Alzheimer. 930.000 le persone che, a causa di un ictus, vivono con invalidità. 250.000 i nuovi casi di ictus cerebrale ogni anno. 240.000 i pazienti affetti da Morbo di Parkinson, 50.000 quelli con parkinsonismi. Un paziente con Sclerosi Multipla ogni 1.000 abitanti, 60.000 nella totalità.

Questi i numeri del presente, in Italia: già adesso descrivono grandi criticità, soprattutto nell’assistenza a malati e famiglie visto che sono patologie multifattoriali, che necessitano di specialisti diversi e cure h24.  Il professor Aldo Quattrone, Presidente SIN, ci dice che “è verosimile che nei prossimi decenni centinaia di milioni di persone saranno affette da patologie neurodegenerative, con costi significativi per i sistemi sanitari e un enorme impatto economico e sociale”: è l’altra faccia dell’allungamento della vita. 

Farmaci neuro protettivi di una certa efficacia esistono ed altri stanno arrivando, ci sono nuove scoperte che promettono di cambiare l’evoluzione spesso fatale di queste patologie: fondamentali restano la diagnosi preclinica e la diagnosi precoce delle malattie neurologiche. 

PARKINSON
Nel caso della Malattia di Parkinson per diagnosi preclinica si intende una diagnosi fatta in un soggetto apparentemente sano in cui i sintomi motori classici della malattia non si sono ancora manifestati: anche se va fatta attenzione (e bisogna avere la preparazione scientifica) per distinguere sintomi simili per patologie diverse. Ad esempio, il disturbo del comportamento del sonno in fase REM (RBD – REM Behaviour Disorders) può riguardare la Malattia di Parkinson ma anche riferirsi al Tremore Essenziale (il TE, malattia molto frequente nella popolazione). 

ALZHEIMER
Il “Mild Cognitive Impairment (MCI) è un disturbo cognitivo lieve, disturbi iniziali di memoria che però non incidono sull’autonomia della persona colpita: precede di alcuni anni la demenza vera e propria, ed è diagnosticabile con la PET che permette, con la somministrazione di un tracciante che lega la proteina beta-amiloide, responsabile della malattia, di dimostrare l’accumulo progressivo nel cervello della proteina. E’ possibile effettuare anche l’analisi dei livelli di beta-amiloide nel liquido cerebrospinale, con la puntura lombare.  Al Congresso della SIN verranno presentati poi studi con la risonanza magnetica cerebrale o la PET con un tracciante per lo studio del metabolismo cerebrale (PET FdG), risultati fondamentali per documentare un’iniziale atrofia o un ridotto metabolismo del cervello anche nelle fasi più iniziali della malattia di Alzheimer.

SCLEROSI MULTIPLA
La terapia orale affiancata a quella iniettiva, il ruolo dei farmaci biologici, i farmaci immunosoppressori, il trapianto autologo di cellule staminali ematopoietiche: tutte possibilità terapeutiche a cui si affianca una recente scoperta, un anticorpo monoclonale diretto contro i linfociti B, che è risultato essere efficace non solo nelle forme a ricadute e remissione della SM ma anche nelle forme primariamente progressive di malattia, per le quali fino ad ora non esistevano terapie efficaci.

ICTUS
Numerosi studi scientifici pubblicati quest’anno hanno dimostrato l’efficacia terapeutica della combinazione di trombolisi sistemica e trombectomia meccanica nella cura dell’ictus cerebrale, con un abbattimento di circa il 50% della mortalità e della disabilità causate dallo stroke. Queste procedure terapeutiche sono efficaci se praticate entro poche ore dall’ictus: 4 ore e 30 minuti per la trombolisi, 6 ore e 30 minuti per la tromboectomia. La prima terapia consiste nella somministrazione di un farmaco in grado di disostruire l’arteria cerebrale occlusa; la seconda consiste nella rimozione meccanica del trombo.

SLA
La principale novità sono i biomarcatori umorali, fondamentali per permettere un inizio precoce di terapie. E poi gli avanzamenti nel campo della tomografia ad emissione di positroni e negli studi delle neuroimmagini, che nel caso di soggetti portatori di mutazioni di geni correlati alla SLA, sembrano permettere di rilevare lesioni in fase presintomatica.