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ITALIA

Scontro in procura

Il Csm archivia l'esposto di Robledo ma non esclude azioni disciplinari

Con 16 voti favorevoli il plenum del Csm ha disposto l'archiviazione dell'esposto del vice Robledo contro il suo capo Bruti Liberati, ma ha inviato gli atti al Pg di Cassazione per valutare eventuali azioni disciplinari

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"Mi sembra rispettosa delle indicazioni del presidente della Repubblica e della sensibilità della grande maggioranza dei consiglieri". Così Michele Vietti, vicepresidente del Csm, commenta la  delibera approvata dal consiglio superiore della magistratura sullo scontro alla procura di Milano. Una delibera che ordina l’archiviazione dell'esposto del procuratore aggiunto di Milano Alfredo Robledo contro il capo dell'ufficio, Edmondo Bruti Liberati, ma che dispone l’invio degli atti al procuratore generale della Corte di Cassazione e al ministro della Giustizia, titolari per un’eventuale azione disciplinare.
 
La decisione del Csm
Finisce in archivio la pratica aperta al Csm sullo scontro in Procura a Milano, ma saranno i titolari dell'azione disciplinare - il pg di Cassazione e il ministro della Giustizia - a vagliare la correttezza dei comportamenti del procuratore capo Edmondo Bruti Liberati e del procuratore aggiunto Alfredo Robledo. Lo ha deciso il plenum del Csm, concludendo così i suoi lavori sull'esposto presentato lo scorso marzo da Robledo su presunte irregolarità nella gestione della Procura da parte di Bruti Liberati. Al vaglio disciplinare finiranno gli atti sulle inchieste Sea ed Expo, mentre non saranno inviati quelli sul caso Ruby.
 
Se il plenum del Csm ha archiviato l'esposto di Alfredo Robledo, la vicenda finirà quindi comunque con il pesare quando Palazzo dei Marescialli dovrà decidere se confermare o meno nel suo incarico il procuratore di Milano Bruti Liberati. L'assemblea non a caso ha disposto la trasmissione degli atti alla Commissione per gli incarichi direttivi. L'incarico di Bruti Liberati scade a luglio. E dunque a stabilire se il procuratore debba rimanere ancora al suo posto sarà il nuovo Csm (le elezioni per il rinnovo sono a luglio). Anche per Robledo è stata disposta la trasmissione alla Direttivi, con le stesse conseguenze.
 
La delibera è passata ad ampia maggioranza, con 16 sì. A favore hanno votato il vice presidente del Csm Michele Vietti, i gruppi di Unicost e di Area, i laici di centro-destra (a eccezione di Ettore Albertoni e Nicolò Zanon), il laico del Pd Glauco Giostra e il togato indipendente Paolo Corder. La relazione di minoranza di Antonello Racanelli, che chiedeva la riapertura dell'istruttoria in Prima Commissione, ha preso 4 voti (dell'intero gruppo di Magistratura Indipendente e del laico della Lega Ettore Albertoni ); due invece i voti  (degli stessi proponenti) al documento presentato dal laico di centro-destra Nicolò Zanon e dal togato indipendente Nello Nappi, che chiedeva l'apertura della procedura di trasferimento d'ufficio per l'aggiunto di Milano Alfredo Robledo e la non trasmissione degli atti alla Commissione direttivi per il procuratore Edmondo Bruti Liberati.
 
La lettera di Napolitano
Il Capo dello Stato, in una lettera inviata pochi giorni fa a Vietti, si auspicava che “si tenga conto del ruolo e delle responsabilità che la legge assegna al dirigente dell'ufficio"  e che "ci si preoccupi di salvaguardare la credibilità della magistratura che non può essere indebolita dalle polemiche". A riferire il contenuto della missiva era stato lo stesso Vietti che aveva però reso noto solo il senso della lettera senza mostrarne il contenuto.
 
I malumori di Forza Italia
Lettera che non è piaciuta ai parlamentari del partito di Silvio Berlusconi che, attraverso il Mattinale, la nota politica prodotta dal gruppo parlamentare alla Camera di Forza Italia, stamattina denunciava: "Il Presidente Napolitano ha mandato una lettera al Consiglio superiore della magistratura, di cui è Presidente. In questa lettera, di cui sono trapelati i contenuti, ma non il virgolettato, si spingerebbe il Csm ad evitare di indebolire, con parole di qualsivoglia biasimo, il procuratore di Milano Bruti Liberati. Perché mai? Da Presidente Napolitano fa bene a scrivere come e quanto vuole. Ma a quanto pare, secondo i bene informati, il Csm avrebbe bevuto come un sol uomo, anzi assorbito come una sola spugna le indicazioni del Capo dello Stato.   Ovvio che - essendo noi gente di mondo - questa lettera esprime precise intenzioni di politica giudiziaria, e   temiamo - Dio non voglia! - comporti  un indebolimento dell'indipendenza della magistratura che in Corte d'Appello a Milano da domani deve giudicare Silvio Berlusconi per il caso Ruby. Chiaro no? Non sfiorare Bruti Liberati - su consiglio di Napolitano - neanche con un fiore, significa screditare tutti i dubbi nati sulla regolarità di un'inchiesta e di un processo gestito dalla procura di Milano con la volontà tutta politica di infierire pregiudizialmente su Silvio Berlusconi affidandone la pratica, fuori di ogni prassi e regolamento interno, ad una sorta di pm specializzato contra personam. Insomma, Napolitano invita il Csm a mettere il sigillo sulla regolarità e l'imparzialità della Procura nel processo Ruby, in tal modo dando credito alla sentenza di condanna che in tutto ha recepito le indicazioni dei pm. Insomma, spinge verso una conferma della condanna. Questo non ci piace proprio. Questo più che presidenzialismo americano è iper-presidenzialismo sudamericano".