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MONDO

La celebrazione in Vaticano

Il Natale di Papa Francesco: "Vedo Gesù nei volti dei bambini. In Terra Santa coesistano due Stati"

Per la quinta veglia natalizia del suo pontificato, Francesco ha insistito sulla situazione di quanti sono costretti a "lasciare la loro terra e mettersi in cammino", per "sopravvivere agli Erode di turno che per imporre il loro potere e accrescere le loro ricchezze non hanno alcun problema a versare sangue innocente"

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 "Vediamo Gesu' nei bambini di tutto il mondo dove la pace e la sicurezza sono minacciate dal pericolo di tensioni e nuovi conflitti". Questo ha chiesto Papa Francesco nel Messaggio di Natale letto dalla Loggia della Basilica Vaticana prima di impartire in mondovisione la Benedizione Urbi et Orbi.

Soffiano venti di guerra
"Oggi - ha scandito -  mentre sul mondo soffiano venti di guerra e un modello di sviluppo ormai superato continua a produrre degrado umano, sociale e ambientale, il Natale ci richiama al segno del Bambino, e a riconoscerlo nei volti dei bambini,

Vediamo Gesù nei bambini del Medio Oriente
"Vediamo Gesu' nei bambini del Medio Oriente, che continuano a soffrire per l'acuirsi delle tensioni tra Israeliani e Palestinesi", ha suggerito Francesco chiedendo a tutti i credenti di pregare per la Terra Santa.

Due Stati In Terra Santa
"In questo giorno di festa - ha detto - invochiamo dal Signore la pace per Gerusalemme e per tutta la Terra Santa; preghiamo perche' tra le parti prevalga la volonta' di riprendere il dialogo e si possa finalmente giungere a una soluzione negoziata che consenta la pacifica coesistenza di due Stati all'interno di confini concordati tra loro e internazionalmente riconosciuti. Il Signore sostenga anche lo sforzo di quanti nella Comunita' internazionale sono animati dalla buona volonta' di aiutare quella martoriata terra a trovare, nonostante i gravi ostacoli, la concordia, la giustizia e la sicurezza che da lungo tempo attende".

Dolore per Siria, Iraq, Yemen
 "Vediamo Gesu' - ha esortato ancora Francesco rivolto alla foilla di piazza San Pietro e all'umanita' intera che lo seguiva in mondovisione - nei volti dei bambini siriani, ancora segnati dalla guerra che ha insanguinato il Paese in questi anni. Possa l'amata Siria ritrovare finalmente il rispetto della dignita' di ogni persona, attraverso un comune impegno a ricostruire il tessuto sociale indipendentemente dall'appartenenza etnica e religiosa. Vediamo Gesu' nei bambini dell'Iraq, ancora ferito e diviso dalle ostilita' che lo hanno interessato negli ultimi quindici anni, e nei bambini dello Yemen, dove e' in corso un conflitto in gran parte dimenticato, con profonde implicazioni umanitarie sulla popolazione che subisce la fame e il diffondersi di malattie".

Preghiera per l'Africa
"Vediamo Gesu' - ha continuato passando in rassegna le aree di crisi di questo nostro mondo martoriato - nei bambini dell'Africa, soprattutto in quelli che soffrono in Sud Sudan, in Somalia, in Burundi, nella Repubblica Democratica del Congo, nella Repubblica Centroafricana e in Nigeria. Vediamo Gesu' nei bambini di tutto il mondo dove la pace e la sicurezza sono minacciate dal pericolo di tensioni e nuovi conflitti".

La crisi coreana e il Venezuela
Preghiamo che nella penisola coreana si possano superare le contrapposizioni e accrescere la fiducia reciproca nell'interesse del mondo intero", ha chiesto ancora prima di aggiungere: "a Gesu' Bambino affidiamo il Venezuela perche' possa riprendere un confronto sereno tra le diverse componenti sociali a beneficio di tutto l'amato popolo venezuelano".

"Vediamo Gesu' - ha detto inoltre - nei bambini che, insieme alle loro famiglie, patiscono le violenze del conflitto in Ucraina e le sue gravi ripercussioni umanitarie e preghiamo perche' il Signore conceda al piu' presto la pace a quel caro Paese"."Vediamo Gesu' - ha domandato passando alle sofferenze che abbiamo anche in casa - nei bambini i cui genitori non hanno un lavoro e faticano a offrire ai figli un avvenire sicuro e sereno. E in quelli a cui e' stata rubata l'infanzia, obbligati a lavorare fin da piccoli o arruolati come soldati da mercenari senza scrupoli"

"Vediamo Gesu' nei molti bambini costretti a lasciare i propri Paesi, a viaggiare da soli in condizioni disumane, facile preda dei trafficanti di esseri umani. Attraverso i loro occhi vediamo il dramma di tanti migranti forzati che mettono a rischio perfino la vita per affrontare viaggi estenuanti che talvolta finiscono in tragedia".

Gesù nei bambini Rohingya
"Rivedo Gesu' - ha confidato pur senza citare direttamente i Rohingya - nei bambini che ho incontrato durante il mio ultimo viaggio in Myanmar e Bangladesh, e auspico che la Comunita' internazionale non cessi di adoperarsi perche' la dignita' delle minoranze presenti nella Regione sia adeguatamente tutelata. Gesu' conosce bene il dolore di non essere accolto e la fatica di non avere un luogo dove poter poggiare il capo"."Il nostro cuore - ha raccomandato Francesco - non sia chiuso come lo furono le case di Betlemme. Cari fratelli e sorelle, anche a noi e' indicato il segno del Natale: 'un bambino avvolto in fasce'. Come la Vergine Maria e san Giuseppe, come i pastori di Betlemme, accogliamo nel Bambino Gesu' l'amore di Dio fatto uomo per noi, e impegniamoci, con la sua grazia, a rendere il nostro mondo piu' umano, piu' degno dei bambini di oggi e di domani".

E dopo la benedizione Urbi et Orbi, ancora un augurio di Buon Natale. "A voi, cari fratelli e sorelle, giunti da ogni parte del mondo in questa Piazza, e a quanti da diversi Paesi siete collegati attraverso la radio, la televisione e gli altri mezzi di comunicazione, rivolgo - ha concluso il Papa -  il mio cordiale augurio. La nascita di Cristo Salvatore rinnovi i cuori, susciti il desiderio di costruire un futuro piu' fraterno e solidale, porti a tutti gioia e speranza. Buon Natale!".

Messa della notte di Natale dedicata ai migranti
 Alla messa  di Natale nella Basilica di San Pietro Papa Francesco ha lanciato un appello per accogliere i migranti e trasformare la paura in carità. Poi ha ricordato che il Dio bambino è il vero titolare della cittadinanza di ogni persona.


Francesco ripete l'invito di Wotyla: "Non abbiate paura"
Nella celebrazione della Notte di Natale, Papa Francesco ha citato l'omelia della messa d'inaugurazione del Pontificato di San Giovanni Paolo II: "Non abbiate paura! Aprite, anzi, spalancate le porte a Cristo", ha ripetuto con forza. "Natale - ha affermato - e' tempo per trasformare la forza della paura in forza della carita', in forza per una nuova immaginazione della carita'. La carita' che non si abitua all'ingiustizia come fosse naturale, ma ha il coraggio, in mezzo a tensioni e conflitti, di farsi 'casa del pane', terra di ospitalita'". 

Giuseppe e Maria, uomini in fuga
Nei passi di Giuseppe e Maria "vediamo le orme di milioni di persone che non scelgono di andarsene ma che sono obbligate a separarsi dai loro cari, sono espulsi dalla loro terra". "Maria e Giuseppe, per i quali non c'era posto, sono i primi ad abbracciare colui che viene a dare a tutti noi il documento di cittadinanza".

"A Betlemme si e' creata una piccola apertura per quelli che hanno perso la terra, la patria, i sogni; persino per quelli che hanno ceduto all'asfissia prodotta da una vita rinchiusa", e il bimbo nella mangiatoia "ci spinge a dare spazio a una nuova immaginazione sociale, a non avere paura di sperimentare nuove forme di relazione in cui nessuno debba sentire che in questa terra non ha un posto".





"Sopravvivere agli Erode di turno"
Questa la riflessione del Papa nella messa della notte di Natale, celebrata nella Basilica di San Pietro con centinaia tra cardinali, vescovi e sacerdoti. Per la quinta veglia natalizia del suo pontificato, Francesco ha insistito sulla situazione di quanti sono costretti a "lasciare la loro terra e mettersi in cammino", per "sopravvivere agli Erode di turno che per imporre il loro potere e accrescere le loro ricchezze non hanno alcun problema a versare sangue innocente".

I bambini a San Pietro
La veglia e' cominciata con la lettura della "kalenda", l'antico annuncio del natale che ricapitola la storia in attesa del signore. Il Papa ha quindi tolto il velo bianco dal volto del bambinello e guidato la processione, durante la quale sono state suonate a distesa le campane della basilica, e intonato il gloria.
Il pontefice era con alcuni bambini ha portato dei fiori alla statua. tra i piccoli, anche due cinesi, - Yi Linjiang e Valentina Sien Huang, di 7 e 6 anni - un cileno e una peruviana: Jose' Joaquin Vo Teuber Toro, di 7 anni, e Asia Vera Infante, di 8 anni, forse a evocare il prossimo viaggio di Papa Bergoglio proprio in Cile e Peru'. In tutto i bambini erano con lui erano undici in rappresentanza dei diversi continenti, e tutti hanno deposto fiori davanti alla statuina.





I pastori, simbolo di marginalità
Accanto alla condizione dei genitori di Gesu', in cerca di un luogo dove Maria potesse partorire, Papa Francesco ha dipinto quella dei tanti marginali che lo hanno accolto, prima di tutti i pastori: "le loro condizioni di vita, i luoghi in cui erano obbligati a stare, - ha rimarcato - impedivano loro di osservare tutte le prescrizioni rituali di purificazione religiosa e, percio', erano considerati impuri. La loro pelle, i loro vestiti, l'odore, il modo di parlare, l'origine li tradiva. Tutto in loro generava diffidenza. uomini e donne da cui bisognava stare lontani, avere timore; li si considerava pagani tra i credenti, peccatori tra i giusti, stranieri tra i cittadini". Ma a loro l'angelo annuncia speranza e a loro si rivolge Gesu', "colui che nella sua poverta' e piccolezza denuncia e manifesta che il vero potere e l'autentica liberta' sono quelli che onorano e soccorrono la fragilita' del piu' debole".

Natale, tempo di forza della carità
Natale, ha suggerito il pontefice, "e' tempo per trasformare la forza della paura in forza della carita', in forza per una nuova immaginazione della carita', che non si abitua all'ingiustizia come fosse naturale ma ha il coraggio, in mezzo a tensioni e conflitti, di farsi 'casa del pane', e terra di ospitalita'".