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MONDO

Città del Vaticano

Il Papa: "Respingere gli immigrati è un atto di guerra"

Bergoglio ha incontrato 1.500 ragazzi del Movimento eucaristico giovanile. La risposta sui migranti parlando con un ragazzo indonesiano della situazione del suo paese. Poi la dimensione privata: "Un giovane che ha tutto sicuro nella vita è un giovane vecchio"

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Tensione e conflitto, ma anche migranti e guerra. Sono le 'parole chiave' usate da Papa Francesco nell’incontro, avuto nell’Aula Paolo VI in Vaticano, con 1500 ragazzi del Movimento eucaristico giovanile in occasione del centenario dalla fondazione.

Respingere i migranti che arrivano dal mare, come avviene ai Rohingya, popolazione musulmana in fuga dal Myanmar nell'Oceano Indiano, è "guerra", "violenza", "uccidere". Parole chiave ma anche molto chiare e nette quelle utilizzate dal Pontefice per rinnovare l'invito all'accoglienza di chi fugge dal proprio Paese e contrastare la scelta di chi pensa di risolvere il problema respingendoli: "E' un atto di guerra", ha aggiunto Bergoglio rispondendo alla domanda di Gregorius, un ragazzo indonesiano che, ha riassunto il Papa, "ha parlato dei conflitti in una società come l'Indonesia, dove si respira una grande diversità interna di culture".

"Ognuno deve individuare le tensioni della sua vita", che "fanno crescere" e ogni giovane deve avere la "virtù del coraggio" di affrontarle, "un giovane senza coraggio è annacquato", "va in pensione a 20 anni", "se vede tutto sicuro e tranquillo nella vita", ha poi detto Papa Francesco ai ragazzi del Movimento Eucaristico Giovanile. Per il Pontefice "quando identità diverse vivono insieme, sempre ci saranno i conflitti, ma - ha scandito - soltanto col rispetto dell'identità dell'altro si risolve il conflitto. Le tensioni si risolvono nel dialogo, i veri conflitti sociali e culturali si risolvono col dialogo ma prima con il rispetto dell'identità dell'altra persona".

Il Papa ha fatto cenno anche all'integralismo cattolico, "un male da evitare". L'atteggiamento verso chi non ha la nostra stessa fede deve essere di apertura. "Non è cattolico, non crede, ma tu - ha suggerito - rispettalo, cerca che cosa di buono ha, i valori che ha. Così i conflitti si risolvono con il rispetto delle identità e le tensioni con il dialogo". Proprio al tal proposito Bergoglio ha posto l'accento sulle persecuzioni dei cristiani in Medio oriente, nel giorno in cui decine di cristiani sono stati sequestrati in Siria dallo Stato islamico: "In Medio Oriente stiamo vedendo che tanta gente non è rispettata, le minoranze religiose, i cristiani, ma non solo non sono rispettati, ma tante volte sono uccisi, perseguitati. Perché? perché non si rispetta la loro identità", sottolinea il Pontefice.

La gag con una giovane brasiliana sul calcio
Il Papa ha anche risposto alle domande preparate da sei giovani. Tra di essi, una ragazza brasiliana, con maglia verde-oro, che, dopo aver parlato, visibilmente commossa, al microfono, si è avvicinata al Papa per qualche parola in privato. A un certo punto Francesco e la ragazza sono scoppiati a ridere e la giovane brasiliana, tornata al microfono, ha riferito che il Papa le aveva detto se tifava Pelè o Maradona e lei aveva ovviamente incitato i suoi coatanei a tifare Pélé.