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MONDO

Il primo giorno del viaggio pastorale di Francesco in Egitto

Il Papa al Cairo: "Smascherare la violenza che si riveste di sacralità"

Il pontefice visita l'ateneo Al-Azhar per la conferenza di pace e dialoga con il Grande Imam. Poi il saluto alle autorità e il discorso con il presidente egiziano al-Sisi. Infine le parole al patriarca della Chiesa copta: troppo sangue innocente versato da martiri cristiani

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Papa Francesco al suo arrivo al Cairo

No alla violenza in nome della religione. E' questo il tema centrale della prima giornata della visita di Papa Francesco in Egitto.

Ripudiare l'estremismo che oltraggia il nome di Dio
"Non si può costruire la civiltà senza ripudiare ogni ideologia del male, della violenza e ogni interpretazione estremista che pretende di annullare l'altro e di annientare le diversità manipolando e oltraggiando il Sacro Nome di Dio", dice il Papa nel suo discorso durante l'incontro con le autorità egiziane al Cairo. "Abbiamo il dovere - ha proseguito - di smontare le idee omicide e le ideologie estremiste, affermando l'incompatibilità tra la vera fede e la violenza, tra Dio e gli atti di morte".



Smascherare i violenti
"Abbiamo il dovere di affermare insieme che la storia non perdona quanti proclamano la giustizia e praticano l`ingiustizia, non perdona quanti parlano dell`eguaglianza e scartano i diversi. Abbiamo il dovere di smascherare i venditori di illusioni circa l'aldilà, che predicano l'odio per rubare ai semplici la loro vita presente e il loro diritto di vivere con dignità, trasformandoli in legna da ardere e privandoli della capacità di scegliere con libertà e di credere con responsabilità", afferma Bergoglio. 

Incontro privato con al-Sisi
L'incontro con al-Sisi è stato uno dei passaggi principali della visita del pontefice, il cui viaggio ha una triplice valenza: pastorale, ecumenica e interreligiosa. L'appuntamento più delicato è però quello ad  Al-Azhar, il prestigioso ateneo sunnita che da mesi non manca di stigmatizzare le letture radicali ed estremiste del Corano, ma non rinuncia neppure a sottolineare che anche ebraismo e cristianesimo nella loro storia non hanno disdegnato l'uso della violenza. E il Papa, al Cairo per portare la sua solidarietà ai "martiri" cristiani, è volato in Egitto proprio per dimostrare che non è la contrapposizione, ma la collaborazione delle fedi la via da percorrere.

L'abbraccio con il grande imam al-Tayyib
È la prima volta che un Papa mette piede ad Al-Azhar, sebbene non sia la prima volta che visita l'Egitto (lo fece Giovanni Paolo II nel 2000). Ad accogliere Francesco, il Grande Imam Ahmad al-Tayyib, che l'anno scorso Bergoglio ha ricevuto in Vaticano riaprendo così i rapporti con la Santa Sede che erano stati congelati nell`era di Benedetto XVI. I due leader religiosi si sono abbracciati.

Le parole di al-Tayyib
"Dobbiamo purificare le religioni da tutto quello che semina l'odio e da qualsiasi deviazione" ha detto il Grande Imam di Al-Azhar, Ahmad al-Tayyib, nel suo intervento alla conferenza internazionale sulla pace al Cairo. Poi ha ringraziato il Papa “per le vostre giuste dichiarazioni che non qualificano l'Islam come terrorismo", parlando di " visita storica" che avviene "durante una catastrofe umana estremamente triste. La storia non ha mai conosciuto una catastrofe simile causata dal commercio delle armi per far funzionare le fabbriche della morte, come le crisi del mondo sono causate dall'ignoranza delle religioni celesti che esiste nelle civilizzazioni", ha sostenuto.  Al-Tayyib ha spiegato che l'Islam non può essere considerata la religione del terrorismo sulla base delle azioni di "un gruppo ristretto di persone" che ha male interpretato i testi sacri. Allo stesso modo non possono essere considerate tali il Cristianesimo perché in passato ci sono state le "crociate" o l'Ebraismo per "l'occupazione dei territori" palestinesi. "Le false religiosità fanno nascere conflitti; la civiltà europea non è terroristica, né quella degli Usa, nonostante le bombe. Vogliamo lavorare insieme", ha detto al-Tayyib.

Il Papa: il dialogo è via di verità
"Questa terra, nei secoli, è stata terra di civiltà e di alleanze. Ha un patrimonio culturale inestimabile", ha detto Papa Francesco. "Il dialogo, specie interreligioso, è via di verità". In questo senso ha detto il Papa "chi è diverso da me è compagno di strada". Inoltre, per essere costruttori di civiltà occorre contrapporre "la civiltà dell'incontro alla inciviltà dello scontro". "Risorga l'alba di una civiltà della pace e dell'incontro", ha esortato il pontefice. "Oggi sono urgenti le alleanze, non escludendo Dio dall'orizzonte", perché, dice, "c'è nostalgia delle grandi domande di senso; la religione è parte della soluzione di una vita piatta, occorre elevare l'animo verso l'alto". 

La condanna della violenza
"Volgendo lo sguardo sul Monte Sinai" - dice il Papa -  "al centro delle tavole c'è il comando di non uccidere. La violenza è la negazione di ogni autentica religiosità. Nessuna violenza puo essere perpetrata in nome di Dio perché profanerebbe il suo nome. Oggi il nostro compito è di promuovere la pace, pregare gli uni per gli altri, con collaborazione e amicizia da fratelli. Oggi c'è bisogno di costruttori di pace non di armi, non di provocatori di conflitti".

L'incontro con le autorità e le parole di al-Sisi
"Apprezziamo le posizioni di Papa Francesco basate sulla promozione della pace, della tolleranza e della convivenza tra le Nazioni" che sono "motivo di ammirazione e rispetto". Lo ha detto il presidente egiziano, Abdel Fattah al-Sisi, nel corso di un incontro all'hotel al-Massa del Cairo insieme al pontefice, trasmesso dalla tv di Stato egiziana. Al-Sisi, ricordando che la visita del Papa coincide con il 70esimo anniversario dei rapporti tra Egitto e Vaticano, si è rivolto a Bergoglio definendolo "un caro ospite e un leader spirituale per i popoli di diverse religioni". Il presidente ha quindi ribadito la determinazione dell'Egitto nell'"estirpare il terrorismo". Il Paese arabo - ha proseguito - "è in prima linea contro il terrorismo" e ha pagato un caro prezzo in termini di vite umane "per contrastarlo". Al-Sisi ha infine evidenziato che "l'Islam giusto non impartisce mai l'ordine di uccidere", ma persegue "pace e tolleranza". "Per eliminare il terrorismo - ha aggiunto al-Sisi - c'è bisogno di una strategia globale che non faccia conto unicamente su una soluzione militare e di sicurezza ma" si basi "anche su una strategia di sviluppo e una riforma intellettuale e politica per demolire l'infrastruttura del terrorismo stesso". Il presidente al-Sisi ha aggiunto che "c'è bisogno anche di maggiori sforzi unificati, di prosciugare le sue risorse" di finanziamento, "il suo denaro, le sue armi e i suoi combattenti".

La visita a Papa Tawadros II: uniti dal sangue dei cristiani
Papa Francesco infine si è incontrato con il patriarca di Alessandria e papa della Chiesa ortodossa copta, Teodoro II. "La maturazione del nostro cammino ecumenico è sostenuta, in modo misterioso e quanto mai attuale, anche da un vero e proprio ecumenismo del sangue". Lo dice Papa Francesco nel suo discorso ai rappresentanti della chiesa copta, comunità vittima di attentati e persecuzioni nel mondo. Gli ultimi due, la domenica delle Palme, ad Alessandria e Tanta in Egitto. "Quanti martiri in questa terra, fin dai primi secoli del Cristianesimo, hanno vissuto la fede eroicamente e fino in fondo - dice Bergoglio -, versando il sangue piuttosto che rinnegare il Signore e cedere alle lusinghe del male o anche solo alla tentazione di rispondere con il male al male. Ben lo testimonia il venerabile Martirologio della Chiesa Copta. Ancora recentemente, purtroppo, il sangue innocente di fedeli inermi è stato crudelmente versato". "Le vostre sofferenze - afferma davanti a Papa Tawadros II - sono anche le nostre sofferenze, il loro sangue innocente ci unisce. Rinforzati dalla vostra testimonianza, adoperiamoci per opporci alla violenza predicando e seminando il bene, facendo crescere la concordia e mantenendo l'unità, pregando perché tanti sacrifici aprano la via a un avvenire di comunione piena tra noi e di pace per tutti".

Firmato documento congiunto
Bergoglio e Tawadros II hanno poi firmato una dichiarazione congiunta. In uno dei dodici punti si supera anche il problema del dovere ribattezzare chi arriva dall'altra comunità cristiana. "Oggi noi, Papa Francesco e Papa Tawadros II, - si legge nel documento congiunto - per piacere al cuore del Signore Gesù, così come quello dei nostri figli e figlie nella fede, dichiarano reciprocamente che, con una mente e un cuore, cercheremo sinceramente di non ripetere il battesimo che è stato somministrato in una delle nostre Chiese per qualsiasi persona che desideri unirsi all'altro". Papa Francesco e Tawadros II si sono quindi recati a piedi in processione dal patriarcato alla piccola chiesa di San Marco, colpita da un attentato l'11 dicembre 2016 che ha causato la morte di 29 persone. Qui hanno deposto una corona di fiori, accesa una candela e pregato per i cristiani vittime degli attentati.