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MONDO

Visita nel Messico delle periferie

Il Papa celebra messa a Ecatepec: ""Mai più persone distrutte da trafficanti morte""

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Oltre 300 mila persone hanno atteso papa Francesco nell'area del Centro di Studi superiori, a Ecatepec, dove il Pontefice ha celebrato la messa. Il Papa è atterrato in elicottero nella città-satellite alla periferia della capitale messicana e ha percorso con la 'papamobile' aperta le strade verso l'area della messa, salutato festosamente dalla folla ai lati del suo percorso. Con Bergoglio, sulla 'jeep', il vescovo di Ecatepec, mons. Oscar Roberto Dominguez Couttolenc.
   
L'orario della messa, le 11.30 locali (le 18.30 in Italia), è stato fissato nella tarda mattinata per far sì che la folla dei partecipanti non dovesse trascorrere la notte nell'area, dove le temperature notturne si abbassano sensibilmente a causa in particolare dell'altitudine, oltre duemila metri sopra il livello del mare.

"No a una società di pochi e per pochi"
La Quaresima sia "tempo di conversione" perché "quotidianamente faccio esperienza nella nostra vita" di come il "sogno di Dio" di essere tutti suoi figli - "sogno che hanno vissuto tanti nostri fratelli nel corso della storia, sogno testimoniato dal sangue di tanti martiri di ieri e di oggi" - "si trova sempre minacciato dal padre della menzogna, da colui che vuole dividerci, generando una società divisa e conflittuale. Una società di pochi e per pochi", ha detto papa Francesco durante la messa a Ecatepec.

"Quante volte .- ha detto il Papa - sperimentiamo nella nostra carne, o nella nostra famiglia, in quella dei nostri amici o vicini, il dolore che nasce dal non sentire riconosciuta quella dignità che tutti portiamo dentro". Quante volte, ha proseguito, "abbiamo dovuto piangere e pentirci, perché ci siamo resi conto di non aver riconosciuto tale dignità negli altri. Quante volte - e lo dico con dolore - siamo ciechi e insensibili davanti al mancato riconoscimento della dignità propria e altrui". 

"Basta arricchimenti con beni che sono di tutti"
Una delle "tentazioni del cristiano" che "cercano di degradare e di degradarci" è "la ricchezza, impossessandoci di beni che sono stati dati per tutti, utilizzandoli solo per me o per 'i miei'". Così il Papa nella messa a Ecatepec. "E' procurarsi il pane con il sudore altrui, o persino con la vita altrui - ha denunciato -. Quella ricchezza che è il pane che sa di dolore, di amarezza, di sofferenza. In una famiglia o in una società corrotta è il pane che si dà da mangiare ai propri figli".

Nell'omelia Francesco ha invitato ad "aprire gli occhi di fronte a tante ingiustizie che attentano direttamente al sogno e al progetto di Dio" e a "smascherare quelle tre grandi forme di tentazione che rompono, dividono l'immagine che Dio ha voluto plasmare": le "tre tentazioni di Cristo", le "tre tentazioni del cristiano che cercano di rovinare la verità alla quale siamo stati chiamati", le "tre tentazioni che cercano di degradare e di degradarci" e che ha indicato nella "ricchezza", la "vanità" e l'"orgoglio".
   
La ricchezza, ha detto, "impossessandoci di beni che sono stati dati per tutti, utilizzandoli solo per me o per 'i miei'. E' procurarsi il pane con il sudore altrui, o persino con la vita altrui. Quella ricchezza che è il pane che sa di dolore, di amarezza, di sofferenza. In una famiglia o in una società corrotta è il pane che si dà da mangiare ai propri figli".
   
La vanità, cioè "quella ricerca di prestigio basata sulla squalifica continua e costante di quelli che 'non sono nessuno'. La ricerca esasperata di quei cinque minuti di fama che non perdona la 'fama' degli altri". Infine l'orgoglio, "ossia il porsi su un piano di superiorità di qualunque tipo, sentendo che non si condivide la 'vita dei comuni mortali' e pregando tutti i giorni: 'Grazie Signore perché non mi hai fatto come loro'".
   
Sono, ha ribadito Bergoglio, le "tre tentazioni che cercano di degradare, di distruggere e di togliere la gioia e la freschezza del Vangelo. Che ci chiudono in un cerchio di distruzione e di peccato". Francesco ha invitato dunque a "domandarci: fino a che punto siamo consapevoli di queste tentazioni nella nostra persona, in noi stessi? Fino a che punto ci siamo abituati a uno stile di vita che pensa che nella ricchezza, nella vanità e nell'orgoglio stanno la fonte e la forza della vita? Fino a che punto crediamo che il prenderci cura dell'altro, il nostro preoccuparci e occuparci per il pane, il buon nome e la dignità degli altri sono fonti di gioia e di speranza?".
   
"Abbiamo scelto Gesù e non il demonio - ha aggiunto -; vogliamo seguire le sue orme, ma sappiamo che non è facile. Sappiamo che cosa significa essere sedotti dal denaro, dalla fama e dal potere".

"Mai più persone distrutte da trafficanti morte"
Il Messico diventi "una terra che non debba piangere uomini e donne, giovani e bambini che finiscono distrutti nelle mani dei trafficanti della morte". All'Angelus a Ecatepec Francesco ha invitato a "stare in prima linea, ad essere intraprendenti in tutte le iniziative che possano aiutare a fare di questa benedetta terra messicana una terra di opportunità. Dove non ci sia bisogno di emigrare per sognare; dove non ci sia bisogno di essere sfruttato per lavorare; dove non ci sia bisogno di fare della disperazione e della povertà di molti l'opportunismo di pochi". 

All' Angelus al termine della messa nell'area del Centro di Studi superiori, Francesco ha fatto sue "le parole che un giorno il beato Paolo VI rivolse al popolo messicano: 'Un cristiano non può fare a meno di dimostrare la sua solidarietà per risolvere la situazione di coloro ai quali ancora non è arrivato il pane della cultura o l'opportunità di un lavoro onorevole (...) non può restare insensibile mentre le nuove generazioni non trovano la via per realizzare le loro legittime aspirazioni'. E prosegue con un invito a 'stare sempre in prima linea in tutti gli sforzi per migliorare la situazione di quelli che soffrono indigenza', a vedere 'in ogni uomo un fratello e in ogni fratello Cristo'". Parole tratte dal Radiomessaggio al popolo messicano nel 75/mo anniversario dell'incoronazione della Beata Vergine di Guadalupe, del 12 ottobre 1970.