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MONDO

Messa con i vescovi nel Parco del Bicentenario a Quito

Il Papa in Ecuador: "Il mondo è lacerato da guerra e violenza. Non fare finta di niente"

Il Pontefice ricordando l'indipendenza dalla Spagna: rinnoviamo il "grido di libertà" di 200 anni fa della "America ispanofona"

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"Anche noi constatiamo quotidianamente che viviamo in un mondo lacerato dalle guerre e dalla violenza. Sarebbe superficiale ritenere che la divisione e l'odio riguardano soltanto le tensioni tra i Paesi o i gruppi sociali. In realtà, sono manifestazioni di quel 'diffuso individualismo' che ci separa e ci pone l'uno contro l'altro, frutto della ferita del peccato nel cuore delle persone, le cui conseguenze si riversano anche sulla società e su tutto il creato". È un invito a non fare finta di niente di fronte alla violenza quello rivolto da Papa Francesco nell'omelia durante la messa celebrata a Quito, in Ecuador.

Nel bicentenario dall'indipendenza
Nel Parco del bicentenario, luogo che ricorda l'indipendenza del Paese dalla Spagna, 200 anni fa, ad opera dell'eroe nazionale Simon Bolivar, Francesco ha rinnovato quel "grido di libertà" della "America ispanofona", nato "dalla coscienza della mancanza di libertà, di essere spremuti e saccheggiati, soggetti alle convenienze dei potenti". Quel grido ebbe "convinzione", "forza", e "fu decisivo quando lasciò da parte personalismi, aspirazione a una unica autorità, mancanza di comprensione per altri processi di liberazione con caratteristiche diverse, ma non per questo antagoniste". 

"Vangelo può unire sogni e persino certe utopie" 
"Il Vangelo può essere veicolo di unità di aspirazioni, di sensibilità, di sogni e persino di certe utopie", ha detto il Papa ricordando che portare il Vangelo non è fare "proselitismo", ma attrarre con la testimonianza anche i lontani. Il Vangelo ha fascino e fuoco, può dare testimonianza di comunione fraterna. 

"La fede è rivoluzionaria, Chiesa si prenda cura dei deboli"
"Che bello sarebbe che tutti potessero ammirare come noi ci prendiamo cura gli uni degli altri, come ci diamo mutuamente conforto e come ci accompagniamo!". Con questa esclamazione Papa Francesco ha concluso l'omelia. Secondo il Pontefice, "il dono di sé è quello che stabilisce la relazione interpersonale che non si genera dando cose, ma dando sé stessi". "Questo - ha spiegato - significa evangelizzare, questa è la nostra rivoluzione, perché la nostra fede è sempre rivoluzionaria, questo è il nostro più profondo e costante grido".