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ITALIA

Il caso

Il Salone del libro di Torino chiede la rescissione del contratto con Altaforte. Polacchi: "Assurdo"

"Faremo causa. E, ovviamente, la vinceremo". Francesco Polacchi, editore di Altaforte, commenta così la richiesta di Città di Torino e Regione Piemonte agli organizzatori della buchmesse di rescindere il contratto con la sua casa editrice, vicina a Casapound. La procura apre un fascicolo per apologia di fascismo

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La Città di Torino e la Regione Piemonte, soci fondatori del Salone del Libro, hanno chiesto alla associazione 'Torino, la città del libro' al Circolo dei Lettori e al Comitato di indirizzo del Salone del Libro che organizzano la manifestazione, di rescindere il contratto con la casa editrice AltaForte.

La richiesta, si legge in una nota, "alla luce della situazione che si è venuta a creare, che rende impossibile lo svolgimento della prevista lezione agli studenti di Halina Birenbaum, sopravvissuta ai campi di concentramento nazisti, e alla forti criticità e preoccupazioni espresse dagli espositori in relazione alla presenza e al posizionamento dello stand di AltaForte".

"E' necessario tutelare il Salone del Libro, la sua immagine, la sua impronta democratica e il sereno svolgimento di una manifestazione seguita da molte decine di migliaia di persone", conclude la nota.

Altaforte: "Richiesta assurda, faremo causa"
"E' una richiesta assurda, abbiamo pagato lo stand e siamo giustamente al Salone del Libro. Se dovessero rescindere il contratto, faremo causa. E, ovviamente, la vinceremo". Francesco Polacchi, editore di Altaforte, commenta così la richiesta di Città di Torino e Regione Piemonte agli organizzatori della buchmesse di rescindere il contratto con la sua casa editrice, vicina a Casapound. "Non so perché è stata fatta questa richiesta - afferma - Non siamo né razzisti né antisemiti e vogliamo confrontarci con gli altri". 

Inchiesta in procura per apologia di fascismo
Intanto la Procura della Repubblica di Torino ha aperto un procedimento penale a carico di Polacchi per apologia di fascismo, a seguito dell'esposto presentato dal sindaca di Torino Chiara Appendino e dal presidente della Regione Piemonte Sergio Chiamparino sulle frasi di Polacchi "io sono un fascista" e  "l'antifascismo è il vero male di questo Paese". Dichiarazioni fatte nel corso di una trasmissione radiofonica.