Original qstring:  | /dl/archivio-rainews/articoli/Il-caso-LuxLeaks-e-la-maxi-evasione-in-Lussemburgo-Juncker-sotto-attacco-b31f07c3-ad3a-406c-90d8-7e37ca67c2be.html | rainews/live/ | true
MONDO

Lo scandalo emerso da un'inchiesta giornalistica

LuxLeaks, ovvero "accordi fiscali segreti tra Lussemburgo e multinazionali". Juncker sotto attacco

Secondo il dossier le autorità del granducato avrebbero concesso a 300 aziende di evadere le tasse. Bufera sul presidente della Commissione Ue a lungo premier lussemburghese

Condividi
Lussemburgo
Amazon, Ikea, Deutsche Bank, Procter & Gamble, Pepsi e Gazprom. Con queste multinazionali e con altre centinaia di aziende le autorità del Lussemburgo avrebbero sottoscritto "accordi fiscali segreti per spostare flussi finanziari enormi pagando tasse minime".

Il caso LuxLeaks
È questo, in estrema sintesi, 'LuxLeaks', lo scandalo emerso da un'inchiesta giornalistica internazionale, pubblicata in 31 Paesi, che sta imbarazzando il neo presidente della Commissione Ue, Jean Claude Juncker, a lungo premier del granducato, e con lui tante società. Trecento in tutto. Tra le italiane, 31 in tutto, ci sarebbero banche come Intesa San Paolo, Unicredit, Marche e Sella o aziende di Stato come Finmeccanica.

"Accordi fiscali segreti" 
Consultando le 28 mila pagine di documenti riservati, i cronisti del International Consortium of Investigative Journalism (ICIJ) hanno offerto un quadro inquietante dei rapporti tra enormi multinazionali e il Lussembrugo. Preoccupanti soprattutto perché non v'è traccia di alcun reato.

La Commissione Ue: "Tipico caso di aiuti di Stato"
Malgrado l'imbarazzo, la Commissione parla di un "tipico caso di aiuti di Stato". Juncker, che proprio in quegli anni ha ricoperto le massime cariche del granducato, ha sempre affermato che il regime fiscale del suo paese rispetta le leggi europee.

Juncker: "Mi asterrò da intervenire"
Ora però l'Ue sta indagando e prenderà adeguati provvedimenti se necessario: "Se la decisione è negativa, il Lussemburgo dovrà prendere iniziative di correzione" ha detto all'Afp Margaritis Schinas, portavoce di Juncker che poi ha aggiunto: "La Commissione farà il suo lavoro ed io mi asterrò dall'intervenire su questo dossier che riguarda il Commissario per la concorrenza (Margrethe Vestager) che deve avere grande libertà di azione. Io non la frenerò, perché lo troverei indecente".

Le inchieste aperte 
Sono già quattro, e non solo in Lussemburgo, le inchieste aperte dalla Commissione sui 'tax ruling', i trattamenti fiscali predefiniti, applicati in modo non conforme alle norme sugli aiuti di Stato. L'ex commissario alla concorrenza Joaquin Almunia nei mesi scorsi aveva infatti già aperto due indagini sul Lussemburgo, una relativa ad Amazon e l'altra a Fiat Finance and Trade, una sull'Olanda per Starbucks,
e una sull'Irlanda riguardante Apple.

La pratica del tax ruling
Nessuno discute infatti la pratica del tax ruling in sé, cioè uno "sforzo che gli Stati
membri fanno per attirare gli investimenti delle imprese" - per esempio i tedeschi per l'automobile e i francesi per l'audiovisivo - ma se questi vengono usati in modo
anticoncorrenziale, dando un vantaggio a un'azienda rispetto alle altre.