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ECONOMIA

Riunione fiume a Palazzo Chigi

Il governo di fronte ai vertici Arcelor Mittal: ore decisive per la ex Ilva di Taranto

"Non possiamo accettare un disimpegno dagli impegni contrattuali: ci venga detto chiaramente qual è la posizione di Mittal e da lì partiremo", dice il premier Conte. Dalle testimonianze raccolte dalla procura di Milano emerge un'azienda che da settimane si preparava a chiudere. "A settembre fondi per Taranto erano finiti", dice un dirigente. Di Maio: "Lo scudo fiscale era una scusa"

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Prosegue da oltre tre ore il vertice tra governo e Arcelor Mittal. Al tavolo, da un lato sono seduti il premier Giuseppe Conte, il ministro dell'Economia, Roberto Gualtieri,
e il ministro per lo Sviluppo economico, Stefano Patuanelli. Dall'altra parte siedono i vertici del gruppo Arcelor Mittal, Lakshmi e Aditya Mittal. E, a riunione in corso, si è aggiunta anche l'ad di Arcelor Mittal Italia, Lucia Morselli, che inizialmente era rimasta fuori dalla stanza dove si sta svolgendo la riunione.

Al centro del confronto la volontà di Mittal di lasciare gli stabilimenti dell'ex gruppo Ilva.

Bocche cucite finora sul confronto in corso. Al termine Palazzo Chigi dovrebbe diramare una nota stampa. Prima dell'incontro, il presidente del Consiglio, incalzato dai cronisti al termine dell'inaugurazione dell'anno accademico della Scuola di Polizia, ha detto che "sull'Ilva non possiamo accettare che ci sia un disimpegno su impegni contrattuali: ci venga detta chiaramente qual è la posizione di Mittal, da lì partiremo''.

Una vicenda sulla quale si inizia a vedere qualche spiraglio, con Conte deciso a chiedere certezze sui posti di lavoro e sugli annunciati esuberi. Solo se Ancelor Mittal sarà disposto a trattare sui numeri il presidente del Consiglio valuterà se calare sul tavolo il dibattito tema dello scudo penale. La multinazionale, dal canto suo, ha reso noto che parteciperà con 'fiducia' al vertice. Un incontro 'certo non conclusivo, ma molto importante', trapela ancora da Arcelor Mittal. C'è dunque 'serenità', dicono ancora, sul fatto che 'sarà un lavoro immenso ma siamo fiduciosi che si possa cominciare a farlo con il governo italiano'.

Conte: "Arcelor Mittal dica che cosa vuole fare"
"Non possiamo accettare un disimpegno dagli impegni contrattuali: ci venga detto chiaramente qual è la posizione di Mittal e da lì partiremo. Se ci viene garantita la possibilità di rispettare gli impegni, ricordo che non abbiamo proposto noi la battaglia giudiziaria, che è stata promossa da Mittal". Se invece prosegue la battaglia "noi reagiamo adeguatamente". Lo dice il premier Giuseppe Conte a margine dell'inaugurazione dell'anno accademico della Scuola superiore di Polizia.

L'inchiesta di Milano
La crisi di Arcelor Mittal vista da quello che, nei racconti dei suoi manager, appare un precipizio affacciato sulla fine. Nell'atto con cui la Procura di Milano 'entra' nella causa civile promossa dai commissari straordinari dell'ex Ilva, l'immagine piu' drammatica e' di un dirigente della multinazionale, sentito come testimone nell'inchiesta che ipotizza i reati di distrazione dei beni, aggiotaggio e omissione dei redditi: "Nonostante la sospensione del piano di fermata, l'azienda non ha tutto quello che serve per proseguire l'attivita' in quanto l'approvvigionamento delle materie prime e' stata cancellata. Il piano prevedeva di lasciare una scorta minima di materie prime solo per un altoforno per un mese".

Spiegano il procuratore aggiunto Maurizio Romanelli e i pm Stefano Civardi e Mauro Clerici che "lo stato di crisi di AcelorMittal, essendovi pericolo di diminuzione delle garanzie patrimoniali per il risarcimento di eventuali danni, rende ancor piu' necessaria e urgente una pronuncia giudiziale che imponga ad Arcelor Mittal di astenersi dalla fermata degli impianti e di adempiere fedelmente in buona fede alle obbligazioni assunte". 

Pm: urgente la pronuncia del giudice su stop impianti, scudo fiscale è pretesto per recesso
Secondo la Procura di Milano "la vera causa della disdetta" del contratto d'affitto è "riconducibile alla crisi di impresa" della multinazionale franco-indiana ed alla conseguente volontà di disimpegno dell'imprenditore estero e non è invece il "venir meno del così detto scudo ambientale abrogato" utilizzato come motivo "pretestuosamente". 

Testimonianza a verbale: "Ogni stop ad altoforno porta danni"
Nella sua testimonianza il dirigente ha dichiarato: "Ogni fermata di un altoforno e il successivo raffreddamento, seppur operato seguendo le migliori pratiche non è mai senza danni". Danni la cui entità "si può verificare solo quando si riparte" aggiungendo che "i danni ci sono sempre". 

A settembre "finiti i fondi"
In più riunioni tenute da settembre ad oggi sia il precedente amministratore delegato Mathieu Jehl, sia il nuovo amministratore delegato Lucia Morselli, hanno dichiarato che la società aveva esaurito la finanza dedicata all'operazione" di affitto con obbligo di acquisto dell'ex Ilva. Questo è quanto ha messo a verbale un dirigente di Arcelor Mittal sentito come testimone dai pm di Milano lo scorso 18 novembre. Il passaggio del verbale è riportato nell'atto di intervento della Procura di Milano nel contenzione civile fra la multinazionale e l'ex Ilva. 

700 milioni la perdita prevista nel 2019
 "Come previsione, abbiamo circa 700 milioni di perdita per il 2019 ed e' secondo i principi contabili Ias Ifrs", ha messo a verbale il manager di Arcelor Mittal, Steve Wampach, sentito nell'indagine della Procura di Milano per distrazione di beni, omessa dichiarazioni dei redditi e false comunicazioni al mercato. 

"Per abbattere i costi abbassare la qualità dei materiali"
"I manager esteri sostenevano che per l'attuale 'marcia' degli impianti (vale a dire la produzione di 6 mln di tonnellate di acciaio), la qualità delle materie prime fosse troppo alta e che occorresse utilizzarne di qualità inferiore per abbattere i costi". Questo un passaggio della deposizione di Giuseppe Frustaci, dirigente di Arcelor MittalItalia, sentito dai Pm di Milano due giorni fa. Il verbale è riportato nell'atto di intervento della Procura nel contenzioso civile tra la multinazionale franco-indiana e l'ex Ilva.

"Fare come a Cracovia, in Polonia"
"Ci fu detto dal Ceo del gruppo, Gert Van Poelvoorde, che analoghe misure di ridimensionamento degli impianti produttivi, in termini soprattutto di 'fermata degli stabilimenti', erano state prese in altri Paesi, ad esempio in Polonia nello stabilimento di Cracovia". Parole messe a verbale, nell'ambito dell'indagine della Procura di Milano su Arcelor Mittal, dal dirigente. 

Arcelor Mittal: "Prudenza"
Fonti di Arcelor Mittal consultate dall'AGI, invitano alla prudenza nella lettura del documento "perche' i pm non hanno riportato le domande, ma solo alcune risposte dei manager che vanno contestualizzate". 

Ispezione dei carabinieri nello stabilimento
In mattinata c'è stata una ispezione su delega della Procura nello stabilimento siderurgico Arcelor Mittal di Taranto da parte dei carabinieri del Noe di Roma, del Nucleo sulla sicurezza sul lavoro e del Comando provinciale nell'ambito delle indagini avviate dopo l'esposto dei commissari dell'Ilva. L'attenzione dei carabinieri di Roma e Taranto è concentrata su "un attento controllo dell'area a caldo" per accertare se c'è stato depauperamento delle materie prime, se sono state eseguite manutenzioni o se gli impianti rappresentano un pericolo per i lavoratori, poi una verifica complessiva di parchi minerali, nastri trasportatori, cokerie, agglomerato, altiforni e acciaierie in generale

Le verifiche riguardano le operazioni di bonifica nello stabilimento, la situazione generale della fabbrica, le attività di manutenzione finora eseguite e la sicurezza sul lavoro. A queste indagini collaborerà anche l'Ispra. Si ipotizzano i reati di "Distruzione di mezzi di produzione" e "Appropriazione indebita", lunedì scorso c'era stata una ispezione della Guardia di finanza (con acquisizione e sequestro di documenti, supporti informatici e cellulari) negli uffici dello stabilimento. L'ispezione dei carabinieri, sotto il coordinamento del Comando provinciale, era già stata programmata dal procuratore Carlo Capristo, dal procuratore aggiunto Maurizio Carbone e dal sostituto procuratore Mariano Buccoliero, che si occupano dell'inchiesta. L'obiettivo, si apprende da fonti giudiziarie, è quello di "fare una fotografia dei luoghi per verificare le condizioni dello stabilimento secondo quello che è emerso dall'esposto dei commissari straordinari". Di "massima collaborazione fra la Procura di Milano e quella di Taranto" parla il procuratore aggiunto di Milano Maurizio Romanelli, nessuno scontro dice ma una cooperazione con anche scambio di informazioni.

Di Maio: "Lo scudo penale era una scusa"
"Il pm, e non il M5s o quei cattivoni dei parlamentari tarantini del movimento, oggi ha detto che lo scudo penale era una scusa: la verità per cui Mittal vuol andare via da Taranto è legato al fatto che hanno sbagliato il piano industriale. Ringrazio la magistratura perché ha dimostrato che siamo un sistema Paese e sappiamo difendere gli interessi degli italiani anche senza coordinarci. Questa storia dello scudo era una balla, lo ripetiamo da settimane". Così il capo politico del M5s, Luigi Di Maio, a Castlevetrano (Tp).

Sassoli: "L'azienda non desertifichi l'Italia"
 "Vedo che il governo è molto impegnato nel cercare una soluzione e spero che l'atteggiamento dell'impresa sia quello giusto. Capiamo le difficoltà ma crediamo che perdere patrimoni industriali sarebbe un grandissimo problema per l'Italia ma in questo caso anche per l'Europa. Ci appelliamo quindi anche alla proprietà perché abbia lo stimolo di non desertificare un Paese come l'Italia",  ha detto il presidente del Parlamento Europeo David Sassoli a margine di un evento a Genova.