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ITALIA

Roma

Baby squillo, indagato il marito della Mussolini

Mauro Floriani, marito di Alessandra Mussolini, è finito nel registro degli indagati. Il suo numero di telefono è tra quelli che hanno contatto i cellulari delle minorenni

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Alessandra Mussolini con il marito Mauro Floriani (foto di Michele Ricci - LaPresse)
Roma
I nomi dei clienti delle baby squillo della Roma bene sono finiti tutti o quasi nel registro degli indagati e, tra questi, anche quello di Mauro Floriani. Un nome che ai più non dirà molto. Floriani è un ex ufficiale della finanza diventato dirigente delle Ferrovie, noto soprattutto per essere il marito di Alessandra Mussolini. Floriani respinge le accuse e nega di aver avuto rapporti con le ragazze minorenni. Ma gli inquirenti lo hanno comunque inserito tra gli indagati.
 
Sono una ventina i nomi degli indagati in mano agli inquirenti e sono i nomi di quei clienti che erano a conoscenza della minore età delle prostitute. Per tutti, l’accusa è di prostituzione minorile.
 
Come racconta Repubblica, tra gli indagati anche il marito della Mussolini. Quel Mauro Floriani che qualche tempo fa, senza sapere che gli inquirenti erano già in possesso del suo nome, si era presentato spontaneamente per spiegare che il suo numero poteva essere tra quelli finiti nelle intercettazioni. Poteva cioè comparire tra quelli che avevano telefonato ad una delle due ragazze. Perché il suo numero fosse in quell’elenco Floriani non lo ha detto, ma ha negato di aver avuto rapporti sessuali con le ragazze minorenni.
 
Le due ragazze, come svelarono le indagini che hanno portato all’arresto, lo scorso ottobre, di cinque persone (tra cui anche la madre di una delle due), ricevevano tantissime chiamate di aspiranti clienti. Chiamate che ha fatto anche lui, il marito della Mussolini. Floriani ha respinto ogni accusa con i carabinieri che hanno raccolto la sua “autodenuncia” e ha negato di avere avuto rapporti con le due adolescenti, ma il procuratore aggiunto Maria Monteleone e il pubblico ministero Cristiana Macchiusi hanno comunque deciso di iscriverlo tra gli indagati per prostituzione minorile, reato che prevede la reclusione da uno a sei anni. Probabile dunque che la sua versione non abbia convinto gli inquirenti. O forse, semplicemente, la ricostruzione fatta dagli investigatori smentisce la sua tesi difensiva.
 
Floriani, attualmente dirigente di Fs Logistica Spa, ha lasciato le Fiamme Gialle nel 1996 per un più remunerativo incarico come manager delle Ferrovie. Un passaggio che creò non poche polemiche all’epoca, anche perché come capitano della Finanza Floriani aveva lavorato a stretto contatto con Antonio Di Pietro nell’inchiesta sulla maxi tangente Enimont. E a dirigere la società che lo stava assumendo c’era Lorenzo Necci, presidente del colosso proprio all’epoca delle indagini. Floriani non ha mai nascosto le sue simpatie per il Pdl, partito in cui milita la moglie, tanto da essere stato anche in odore di candidatura qualche tempo fa. All’epoca del cambio di lavoro fu proprio sua moglie Alessandra Mussolini a mettere a tacere le polemiche, spiegando ai giornalisti che quell’incarico a Metropolis, società che gestiva il patrimonio immobiliare delle Ferrovie, era arrivato due anni dopo la fine del processo. “Ora teniamo famiglia,  abbiamo una figlia - disse la senatrice che, all’epoca, lo difese a spada tratta - Avremmo dovuto lasciarla crescere con una madre che sta sempre in giro a far politica e un padre sballottato continuamente da una caserma all’altra dell’Italia? Eh no, signori miei: abbiamo avuto l’occasione di mettere a posto le cose e non ce la siamo fatta sfuggire”.