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MONDO

Rivoluzione tedesca entro il 2030

Il mondo in piazza per il clima, Berlino approva il piano 'green' da 100 miliardi

Il piano prevede, tra l'altro, biglietti aerei più cari, aumento benzina e diesel, addio al carbone. Ma Friday for Future critica: "uno scandalo". In migliaia hanno sfilato oggi nelle principali città di tutto il mondo. Greta Thunberg: "Spero che questo sciopero sia un punto di svolta sociale". L'allarme di Guterres: l'emergenza climatica minaccia la pace nel mondo

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Qualcosa si muove davvero, non lontano da qui. E' la Germania, oggi, a compiere un primo passo importante, in Europa, nella lotta ai cambiamenti climatici. Ci sono volute 18 ore di negoziati tra i partiti della coalizione di governo guidata da Angela Merkel prima di trovare una sintesi che mettesse d'accordo tutti. E il risultato, almeno sulla carta, ha del sorprendente alla luce delle tante parole e dei pochi fatti fin qui visti da parte dei Paesi che hanno sottoscritto l'accordo di Parigi.

100 miliardi di euro entro il 2030, tanto Berlino mette sul tavolo "per la protezione del clima e la transizione energetica". Uno sforzo, condensato in un documento 'green', che dovrebbe permettere alla prima economia europea di accelerare la riduzione delle sue emissioni, finora nettamente al di sotto degli obiettivi fissati.

Tra le prime voci del pacchetto per il clima c'è la mobilità sostenibile: prevede aumenti dell'Iva sui biglietti aerei e diminuzione sulle tariffe ferroviarie a partire dal primo gennaio 2020. Prevista anche l'introduzione, dal 2021, del sistema del commercio dei certificati di emissione, come in Ue. Dal 2021, inoltre, la benzina e il diesel saranno più cari di 3 centesimi, mentre dal 2021 di 10 centesimi al litro. La strategia del governo include anche una serie di misure per ridurre le emissioni di gas serra nell'edilizia, in agricoltura, nell'industria e nei trasporti. Nello stesso tempo, il governo punta a dare una spinta allo sviluppo della produzione di energia pulita (solare, eolica o biomassa), la cui quota nella produzione di elettricità nazionale dovrà salire dall'attuale 40% al 65% nel 2030. Per quanto riguarda le emissioni di CO2, la Germania si era impegnata a ridurle del 40% rispetto al 1990. Finora questo obiettivo è stato disatteso e le emissioni sono state tagliate solo di un terzo. Il target è quello di diminuirle del 55% entro il 2030. Berlino, dall'inizio del 2019, ha anche deciso di abbandonare il carbone entro il 2038, ma deve ancora programmare la chiusura delle miniere e delle centrali. L'altra scelta, ancora più delicata, è quella dell'uscita dal nucleare che dovrà avvenire entro il 2022, come si è deciso nel 2011 sulla scia della catastrofe di Fukushima. Inoltre, l'industria automobilistica tedesca ha privilegiato a lungo il diesel e ha scelto in ritardo di virare verso le auto elettriche. E c'è, in previsione, l'emissione di green-bond "nel contesto di una 'Sustainable finance-strategie' per favorire un mercato finanziario sostenibile". La Germania punta a diventare un punto di riferimento nella finanza green. "Lo scopo dello sviluppo di una strategia di finanza sostenibile è di trasformare la Germania in una sede leader nella finanza sostenibile, di promuovere la discussione e lo scambio di opinioni sulla finanza sostenibile al livello nazionale, europeo e globale e portare un contributo a un dialogo strutturato con gli stake-holder interessati".

La Grosse Koalition non farà nuovi debiti e manterrà il pareggio di bilancio anche nel varare questo pacchetto, tengono a sottolineare da Berlino. Ma se la sua approvazione appariva decisiva per la sopravvivenza della fragile coalizione di governo, che deve soddisfare le aspettative suscitate dalla mobilitazione avviata dai giovani di Friday for Future, il movimento creato dalla musa svedese Greta Thunberg, gli organizzatori della manifestazione in corso in Germania, che registra una partecipazione record, hanno già espresso il loro disappunto, definendo il pacchetto 'green' appena approntato "uno scandalo".

Friday for Future: il pacchetto green di Berlino "è uno 'scandalo"
"Se non fai nulla per la protezione del #clima per anni e dopo enormi pressioni di mesi da parte della popolazione si discute di misure che non hanno assolutamente nulla a che fare con gli 1,5 gradi, questo non è un "passo avanti", ma uno scandalo", ha detto via twitter un organizzatore di Fridays for Future. Intanto, a Berlino si sono contate almeno 80.000 persone, per gli organizzatori 100.000, alla marcia per il clima. A  Monaco, sono sfilati in 25.000 per le strade della città, a Brema 30.000 e anche in centri più modesti come Kiel 10.000 persone sono scese a dimostrare. A fine giornata, il bilancio è stato di 1,4 milioni di manifestanti in tutto il Paese.

Ma non è stata solo la Germania, oggi, a contare migliaia di manifestanti. Nel giorno dello sciopero mondiale per il clima (che ha visto coinvolta anche Islamabad), in Europa si sono registrate proteste da Helsinki a Parigi. A Londra, il discorso del leader laburista Jeremy Corbyn davanti al Parlamento, dove si è svolta la marcia di adesione allo sciopero globale. Quella nella City, dove i manifestanti fin dalla mattina hanno cominciato a raccogliersi vicino al Tamigi, è stata una delle oltre 200 proteste organizzate nel Regno Unito in occasione di questo venerdì di mobilitazione, che ha visto proteste nella piazza centrale di Praga, in Repubblica Ceca, e a Varsavia, in Polonia. In Finlandia, i manifestanti si sono fermati davanti al Parlamento a Helsinki e un dimostrante vestito da Babbo Natale portava un cartello con la scritta 'my house is on fire', cioè 'la mia casa è in fiamme'.



"È incredibile quello che abbiamo realizzato oggi" ha dichiarato in diretta streaming da New York Greta Thunberg, "una giornata storica" ha detto, commentando la partecipazione di milioni di persone alle proteste. Greta ha parlato di 400 mila persone in piazza in Australia e sottolineato le 100 mila che hanno dimostrato a Berlino. "Eserciteremo così tanta pressione" sui politici "che non potranno fallire", ha aggiunto. "Noi, persone di ogni età, abbiamo dimostrato per cosa ci battiamo, ora sta a loro dimostrare che ci hanno ascoltato". Poi, su Facebook: "Non ci sono foto che rendano giustizia a questo. I primi numeri dicono 400.000 in tutta l'Australia, 100.000 a Berlino, 100.000 a Londra, 50.000 ad Amburgo. E le prime cifre in Germania sono di 1,4 milioni di persone!!! Ma è una cosa più che gigantesca ovunque!!!! In ogni città. Insieme stiamo cambiando il mondo" ha scritto Greta, postando una foto dello sciopero per il clima a Sidney.

In Gran Bretagna scende in piazza la 'Greta generation'
Giovanissimi in prima fila, in rappresentanza della cosiddetta generazione Greta, nelle iniziative di oggi a Londra e in diverse altre città del Regno Unito. I raduni più significativi, animati da numerosi studenti -delle università e soprattutto delle scuole - oltre che da varie categorie di lavoratori, si sono svolti nella capitale, a Manchester e a Glasgow. Ma eventi si sono tenuti pure a Cardiff, Edimburgo, Brighton, Newcastle e Birmingham al grido di slogan che invocano "la giustizia climatica" anche in termini generazionali. Di fronte al Parlamento di Westminster,inoltre, l'intervento del leader dell'opposizione laburista, Jeremy Corbyn. "Cambiare le politiche dei governi per preservare il futuro". Così Corbyn ha arringato una folla di 100.000 persone. Il leader laburista ha evocato una svolta verde, perché "distruggere la natura significa distruggere tutti noi" e ha raccolto l'ovazione di tanti giovanissimi presenti quando ne ha esaltato l'impegno generazionale e quando ha attaccato i presidenti di Usa e Brasile, Donald Trump e Jair Bolsonaro.  Corbyn, bersaglio in passato delle polemiche di Trump, ha definito "vergognoso" il fatto che "il presidente di una superpotenza come gli Stati Uniti sia uscito dall'accordo di Parigi sul clima". "Noi vogliamo tutti i Paesi a bordo, tutti pienamente impegnati a rispettare quanto firmato a Parigi e, anzi, ad andare molto più avanti di quegli impegni".   Quanto a Bolsonaro, Corbyn ha affermato che "non può essere giusto distruggere la foresta" amazzonica.

Alla giornata hanno aderito anche alcuni sindacati britannici e singole aziende. Mentre gli ambientalisti radicali del movimento Extinction Rebellion - protagonisti dei mesi scorsi di proteste più combattive con blocchi del traffico e del trasporto pubblico sfociati nell'arresto di oltre mille attivisti da parte della polizia britannica - hanno dichiarato la loro "solidarietà" e partecipazione.

3 rivendicazioni di Fridays for Future Italia
Abbandono delle fonti di energia fossili e riduzione a zero delle emissioni di gas serra,giustizia climatica per i popoli di tutto il mondo, fiducia nella scienza. Sono le tre rivendicazioni dei ragazzi di FridaysFor Future Italia, in occasione della settimana per il clima #WeekForFuture, dal 20 al 27 settembre.   Il movimento, che non ha un coordinamento centrale e per ora è un insieme di comitati cittadini, ha organizzato eventi in oltre 100 città in Italia. Il clou sarà venerdì 27, quando è previsto lo sciopero italiano per il clima, la terza edizione dopo quelli del 15 marzo e del 24 maggio di quest'anno.

Sul profilo Facebook di Fridays For Future Italia vengono spiegate così le tre rivendicazioni: "1) Fuori dal fossile: raggiungimento dello 0 netto di emissioni a livello globale nel 2050 e in Italia nel 2030, per restare entro i +1.5 gradi di aumento medio globale della temperatura. 2) Tutti uniti, nessuno escluso: la transizione energetica deve essere attuata su scala mondiale, utilizzando come faro il principio della giustizia climatica. 3) Rompiamo il silenzio, diamo voce alla scienza: valorizziamo la conoscenza scientifica, ascoltando e diffondendo i moniti degli studiosi più autorevoli di tutto il mondo. La scienza ci dice da anni qual è il problema e quali strumenti servono per risolverlo. Ora spetta alla politica il compito di agire".

L'allarme di Guterres: l'emergenza climatica minaccia la pace nel mondo
"La pace oggi affronta un nuovo pericolo: l'emergenza climatica, che minaccia la nostra sicurezza, le nostre vite" ha detto il segretario generale dell'Onu, Antonio Guterres, a pochi giorni dalla Conferenza sul clima che si apre lunedì all'Onu. A suo dire, l'emergenza climatica è una crisi globale. "Solo lavorando insieme possiamo rendere la nostra unica casa pacifica, prospera e sicura per noi e le generazioni future", ha continuato. "È una corsa contro il tempo, è  necessaria un'azione urgente se vogliamo vincere questa sfida", ha aggiunto, "milioni di persone in tutto il globo lo chiedono".