SCIENZA
Evoluzione e digestione
Il panda, vegetariano controvoglia
Una ricerca cinese mette in luce alcune caratteristiche peculiari dell'apparato digerente del panda gigante, più simile a quello degli animali carnivori che a quello degli erbivori
di Stefano Lamorgese
Il panda gigante è perennemente raffigurato mentre è intento a masticare foglie di bambù. Si tratta di un vezzo iconografico oppure quell'immagine rappresenta davvero la realtà del comportamento di questo particolarissimo mammifero?
Una ricerca cinese, (coordinata dal dottor Zhihe Zhang del Chengdu Research Base of Giant Panda breeding), spiega ora perché - in effetti - l'urside bianco e nero sia davvero sempre impegnato nella masticazione del suo cibo preferito.
Batteri intestinali
Diversamente da molti animali erbivori che hanno sviluppato, nel corso della loro evoluzione, colonie specifiche di batteri intestinali capaci di digerire la cellulosa e le fibre vegetali, i panda hanno una flora batterica molto più simile a quella dei carnivori. Nel loro intestino prevalgono infatti batteri come Escherichia, Shigella e Streptococcus, e non le Ruminococcaceae, tipiche (lo spiega la parola!) del sistema digestivo degli animali erbivori.
È rimarchevole, poi, che i panda non dispongano degli enzimi necessari per la digestione dei vegetali perché sprovvisti dei geni specifici per la loro produzione. È un vero e proprio "dilemma evolutivo", spiega il dottor Xiaoyan Pang, professsore associato e biologo della Jiao Tong University di Shanghai.
Due milioni di anni
Il panda gigante deriva, evolutivamente, da orsi onnivori. Solo due milioni di anni fa la specie cominciò a nutrirsi esclusivamente di bambù. Sembra proprio che non si siano ancora abituati del tutto, visto che - dei 12,5 chilogrammi di foglie e germogli di bambù che consumano ogni giorno (per 14 ore di masticazione) - riescono ad assimilare solo il 17% dei nutrienti che vi sono presenti. Resta da capire perché il celebre animale, divenuto simbolo globale della fauna minacciata, si sia convertito alla dieta vegetariana...
Una ricerca cinese, (coordinata dal dottor Zhihe Zhang del Chengdu Research Base of Giant Panda breeding), spiega ora perché - in effetti - l'urside bianco e nero sia davvero sempre impegnato nella masticazione del suo cibo preferito.
Batteri intestinali
Diversamente da molti animali erbivori che hanno sviluppato, nel corso della loro evoluzione, colonie specifiche di batteri intestinali capaci di digerire la cellulosa e le fibre vegetali, i panda hanno una flora batterica molto più simile a quella dei carnivori. Nel loro intestino prevalgono infatti batteri come Escherichia, Shigella e Streptococcus, e non le Ruminococcaceae, tipiche (lo spiega la parola!) del sistema digestivo degli animali erbivori.
È rimarchevole, poi, che i panda non dispongano degli enzimi necessari per la digestione dei vegetali perché sprovvisti dei geni specifici per la loro produzione. È un vero e proprio "dilemma evolutivo", spiega il dottor Xiaoyan Pang, professsore associato e biologo della Jiao Tong University di Shanghai.
Due milioni di anni
Il panda gigante deriva, evolutivamente, da orsi onnivori. Solo due milioni di anni fa la specie cominciò a nutrirsi esclusivamente di bambù. Sembra proprio che non si siano ancora abituati del tutto, visto che - dei 12,5 chilogrammi di foglie e germogli di bambù che consumano ogni giorno (per 14 ore di masticazione) - riescono ad assimilare solo il 17% dei nutrienti che vi sono presenti. Resta da capire perché il celebre animale, divenuto simbolo globale della fauna minacciata, si sia convertito alla dieta vegetariana...