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MONDO

La crisi ucraina

Il premier russo: "G7 cinico su azioni di Kiev". Chiusi confini ucraini con la Russia

Kiev ha chiuso in parte i confini orientali con la Russia per impedire l'arrivo di armi e militanti nelle regioni separatiste di Donetsk e Lugansk. Mosca: "Siamo indiganti". Il premier russo Medvedev: la dichiarazione del G7 che parla di un "approccio misurato" delle forze armate di Kiev nelle regioni orientali è "cinica senza limite"

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Elicottero ucraino (AP)
Ucraina
Mentre la crisi ucraina è uno dei temi al centro del G7 in corso a Bruxelles, resta tesa la situazione nell’est del Paese. Kiev ha chiuso parzialmente i confini orientali con la Russia per impedire l'arrivo di armi e militanti nelle regioni separatiste di Donetsk e Lugansk. Lo ha deciso il presidente ucraino ad interim Oleksandr Turcinov.
 
Non si fa attendere la reazione di Mosca che si dice “indignata” della decisione. "Invece di aprire questi confini per tutti coloro che desiderano lasciare l'area delle azioni militari, essi vengono chiusi. E' assolutamente offensivo e inaccettabile", ha dichiarato il portavoce del ministero degli esteri russo.
 
E il premier russo Dmitri Medvedev rincara la dose accusando le autorità ucraine di "mentire" sulla situazione umanitaria nel Paese, che starebbe portando alla fuga in Russia di migliaia di persone, dando luogo a una crisi "senza precedenti". "Le autorità ucraine non vedono problemi umanitari - ha dichiarato in una riunione del governo oggi – e dicono che non esistono profughi. Questa è una bugia". A suo dire, "oltre 4.000 persone" hanno chiesto recentemente lo status di rifugiato in Russia, creando "una situazione senza precedenti".
 
Chiusi gli aeroporti di Donetsk e Lugansk

Dopo quello di Donetsk, chiude anche l'aeroporto internazionale di Lugansk, al centro negli ultimi giorni dell'offensiva militare di Kiev contro gli insorti nella regione orientale russofona dell'Ucraina. Lo riferisce un comunicato sul sito ufficiale dell'aeroporto senza precisare quanto durerà la chiusura.
 
Sloviansk e altre città senz’acqua
La città di Sloviansk, roccaforte dei separatisti filorussi, ed altre cittadine vicine della regione ucraina orientale di Donetsk, sono rimaste senz’acqua dopo che un attacco militare dell'esercito ucraino ha danneggiato una centrale elettrica che alimentava l'acquedotto che fornisce acqua potabile all'intera regione. Lo riferisce una fonte dei ribelli, citata da Itar-Tass. Gli abitanti dispongono solo delle riserve d'acqua già accantonate o dell'acqua minerale venduta nei supermercati. Sono rimasti senz'acqua anche Kramatorsk, Druzhkovka, Konstantinovka ed altri sei centri minori. L'ufficio stampa del ministero delle situazioni di emergenza ha riferito che è stato organizzato un servizio di camion per le forniture di acqua a Druzhkovka, Dzherzhinsk, Konstantinovka e Kramatorsk e ha precisato che le forniture saranno ripristinate "dopo che finiranno le ostilità militari nell'area" interessata.
 
Il premier russo: "G7 cinico su azioni di Kiev a est"
La dichiarazione del G7 che parla di un "approccio misurato" delle forze armate di Kiev nelle regioni orientali dell'Ucraina è "cinica senza limite". Lo ha dichiarato il primo ministro russo, Dmitry Medvedev, parlando al governo a Mosca.  
I leader del G7 riuniti a Bruxelles hanno adottato un documento che ribadisce il loro sostegno al governo di Kiev, in cui si legge: "A fronte di ingerenza inaccettabile negli affari sovrani dell'Ucraina da parte della Federazione russa, siamo dalla parte del governo ucraino e dei cittadini. Chiediamo ai gruppi armati illegali di disarmare. Incoraggiamo le autorità ucraine a mantenere un approccio misurato nel perseguire le operazioni per ristabilire la legge e l'ordine".

Barroso: Russia smetta di interferire,aperti a nuove sanzioni
La Russia deve smettere di interferire negli affari della sovranità dell'Ucraina, riconoscere il nuovo governo e collaborare con esso". Lo ha dichiarato a Bruxelles il presidente della Commissione europea, José Manuel Barroso, secondo quanto riporta il suo profilo Twitter. Ha anche detto: "Siamo pronti a intraprendere nuove azioni se sarà necessario".



Ambasciatore russo alla cerimonia di insediamento del neopresidente ucraino
Intanto la Russia ha fatto sapere che alla cerimonia di giuramento del nuovo presidente ucraino parteciperà anche il suo l'ambasciatore Mikhail Zurabov, che era stato richiamato a Mosca lo scorso febbraio sullo sfondo della crisi con Kiev. Lo ha riferito il viceministro degli Esteri. Una notizia accolta favorevolmente dalla cancelliera tedesca Angela Merkel che domani incontrerà il presidente russo Vladimir Putin. Il problema principale da affrontare con Putin è il riconoscimento del presidente ucraino Petro Poroshenko, ha detto la cancelliera tedesca, rilevando però che un passo avanti è stato fatto dato che "un ambasciatore russo parteciperà alla cerimonia di insediamento" di Poroshenko.