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MONDO

Audizione al Comitato Schengen

Immigrazione, Alfano: "Mare Nostrum e Triton sono due operazioni diverse"

Al via l'operazione Frontex Triton, addio a Mare Nostrum. "Sono missioni completamente differenti", ribadisce il ministro dell'Interno

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Angelino Alfano (La Presse)
"Dal 1° novembre partirà l'operazione Frontex Triton e Mare Nostrum si avvierà a conclusione: non si tratta di un semplice cambio di nome, ma sono missioni completamente differenti". Lo ha chiarito il ministro dell'Interno Alfano in audizione al Comitato Schengen spiegando che l'Italia metterà a disposizione un aereo, un pattugliatore d'altura e due pattugliatori costieri. Triton - ha spiegato - è "la più grande e partecipata operazione europea nello scenario del Mediterraneo" e anche in questa operazione, ha aggiunto, "saranno mantenuti gli screening sanitari sui migranti al momento dello sbarco a terra e prima dello smistamento nei vari centri".

Triton: entro il limite delle 30 miglia dalle coste
Il ministro dell'Interno ha ricordato che il budget di Triton è di tre milioni di euro mensili, "meno di un terzo rispetto a Mare Nostrum. Il coordinamento dell'operazione sarà incardinato presso il Comando aeronavale della Guardia di Finanza a Pratica di Mare". Il ministro ha poi spiegato che "Triton opera entro il limite delle 30 miglia dalle coste italiane, mentre Mare Nostrum è arrivata vicino alle coste libiche e questa è anche una risposta a chi sosteneva che Mare Nostrum fosse un fattore di attrazione per le partenze di migranti".

"Vigilanza non sarà passiva, ma azioni dissuasive"
L'obiettivo dell'operazione Triton, ha continuato, "è il contrasto all'immigrazione clandestina e alla tratta di esseri umani, ma l'attività di vigilanza non sarà passiva, ci saranno azioni dissuasive come il sequestro dei mezzi e il fermo di persone". Infine, il ministro dell'Interno ha rilevato che nell'ambito di Triton "varrà sempre il principio del non respingimento e cioè che non si possono rinviare i migranti in Paesi terzi dove la loro vita sia a rischio e dunque l'accoglienza è a carico del Paese membro che ospita l'operazione, cioè l'Italia".

Modifica del trattato di Dublino
La modifica del trattato di Dublino, in base al quale i migranti sono obbligati a chiedere asilo nel Paese di approdo, rappresenta - per il titolare del Viminale - la prossima partita da giocare per il governo italiano. Una "partita difficile, ha detto, ardua ma aperta".