Original qstring:  | /dl/archivio-rainews/articoli/Imu-Bankitalia-M5S-protesta-durante-voto-fiducia-b0f2a78e-e7e9-4e46-be3c-ba03073d2433.html | rainews/live/ | true
POLITICA

Camera

Imu-Bankitalia, il Governo incassa la fiducia. Protesta del M5S

Convertito in legge il decreto Imu-Bankitalia. Abolita la seconda rata della tassa sulle abitazioni principali, incremento degli acconti Ires e Irap rivisto l'assetto delle quote di partecipazione in Banca d'Italia.Protesta del M5S con cartelli: ‘Giù le mani da Banca d’Italia’

Condividi
La protesta del M5S
Roma
Alla Camera il Governo incassa la fiducia sul decreto legge Imu-Bankitalia con 335 voti favorevoli, 144 contrari e un astenuto. 

Un voto arrivato dopo che ieri il Governo con il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Dario Franceschini, aveva annunciato la fiducia scatenando le proteste dell’opposizione. Una scelta, quella dell’esecutivo, necessaria perché il testo uscito dalla commissione identico a quello approvato dal Senato per essere convertito in legge doveva essere approvato necessariamente entro il prossimo 29 gennaio, dato che il decreto legge riportava la data del 30 novembre scorso. Il disco verde definitivo di Montecitorio in seconda lettura dovrebbe arrivare quindi lunedì 27 o martedì 28 gennaio, così come stabilito ieri dalla Conferenza dei capigruppo di Montecitorio.

La protesta del M5S
Mentre alla Camera era in corso il voto per appello nominale sulla fiducia al decreto legge Imu-Bankitalia è scoppiata la protesta di alcuni deputati del Movimento 5 Stelle che hanno esposto alcuni cartelli con scritto 'Giù le mani da Banca d'Italia' e hanno dato vita ad un sit-in in aula, bloccando il passaggio di altri deputati per il voto sotto il banco della presidenza. Il presidente dell'Assemblea, Luigi Di Maio, ha espulso numerosi deputati tra cui Filippo Gallinella, Daniele Pesco, Stefano Vignaroli, Massimo Baroni e Simone Valente, tutti del Movimento 5 Stelle e la votazione è ripresa dopo una sospensione di cinque minuti. Ma dopo un quarto d'ora la protesta è ripresa con il presidente Di Maio che però non ha fermato la votazione e ha invitato il capogruppo del M5S Federico D'Incà a richiamare gli onorevoli del suo gruppo.  

Forza Italia, M5S, Fdi e Lega votano contro
Le dichiarazioni di voto a Montecitorio, con tante assenze in aula e tra i banchi del Governo, erano iniziate intorno alle 10. Scontato il voto favorevole dei partiti di maggioranza, con il Partito democratico, Ncd e Scelta civica che hanno difeso il testo, non sono mancate le critiche da parte dell’opposizione. Duro sul decreto è stato il deputato di Fratelli d’Italia Massimo Corsaro che, oltre a contestare la scelta della questione di fiducia, ha definito il decreto una “porcata di un governo che scende a patti con le lobby del gioco d'azzardo,del tabacco e della grande finanza". No anche di Forza Italia con l’intervento di Daniele Capezzone che considera “tradite le promesse di cancellazione dell'Imu sono state e le norme sulla Banca d'Italia creano il presupposto di un inaccettabile maxi-regalo alle grandi banche”. Contraria alla fiducia la Lega che con l’onorevole Guido Guidesi ha espresso un giudizio negativo sull'operato dell'esecutivo. Giudizio condiviso anche dal deputato del Movimento 5 Stelle Sebastiano Barbanti e da Gennaro Migliore di Sel.

Cosa prevede il decreto
Sono tre i principali provvedimenti contenuti all’interno del decreto in questione. Innanzitutto viene confermata l’abolizione della seconda rata dell’Imu sulle abitazioni principali, ad esclusione delle case di lusso, così come promesso da tempo dall’esecutivo. Resta invece la cosiddetta mini Imu che i contribuenti sono chiamati a pagare entro oggi.

Il secondo pilastro fondamentale del decreto Imu-Bankitalia è l’aumento degli acconti Irap e Ires. Si incrementa infatti al 128,5% l'acconto Ires e Irap, per il periodo d'imposta in corso al 31 dicembre 2013, per gli enti creditizi e finanziari, per la Banca d'Italia e per le società e gli enti che esercitano attività assicurativa. Per gli stessi soggetti si dispone inoltre che, per il periodo d'imposta in corso al 31 dicembre 2013, all'aliquota Ires, del 27,5%, si applichi una addizionale di 8,5 punti.

Una terza parte del decreto è rivolta al nuovo assetto che dovranno avere le quote di partecipazione a Banca d'Italia. In particolare si stabilisce la riduzione dal 5% al 3% della quota massima del capitale di Bankitalia che ciascun partecipante può possedere, direttamente o indirettamente. E’ stata poi prevista  l’estensione da 24 a 36 mesi del periodo di adeguamento durante il quale per le quote di partecipazione nell'istituto di via Nazionale eccedenti la soglia del 3% non spetta il diritto di voto ma sono riconosciuti i relativi dividendi. Inoltre è stato stabilito che il Consiglio superiore della Banca d'Italia potrà avere diritto di veto sui nuovi soci.