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ITALIA

Ore decisive

Inchiesta Firenze, bufera su Lupi. Nelle intercettazioni le telefonate del ministro per il figlio

Il ministro è atteso oggi alla Camera per un question time. Mozione di sfiducia di Sel e M5s a Montecitorio e richiesta di chiarimento unanime da parte di tutti i gruppi parlamentari al Senato. In giornata l'interrogatorio di garanzia per Ercole Incalza nel carcere di Regina Coeli

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Roma
Il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Maurizio Lupi vorrebbe restare al suo posto, ma intorno a lui è pressing per le dimissioni. Il presidente del Consiglio Matteo Renzi non si sbilancia, ma lascia intendere che apprezzerebbe un passo indietro, nessun obbligo ma valutazioni politiche. E mentre Ncd riflette sul futuro del suo ministro, dalle intercettazioni emergono nuovi dettagli. Pressioni indirette, telefonate che il ministro Lupi effettuate a gennaio 2014 in favore del figlio Luca, affinché fosse ricevuto dal super-dirigente del Ministero dei Lavori Pubblici (ora consulente esterno) Ercole Incalza.

Oggi il ministro cercherà di chiarire la sua posizione durante il question time alla Camera, dove M5s e Sel hanno presentato una mozione di sfiducia. Mentre in Senato è arrivata una richiesta di chiarimento dai gruppi parlamentari. Nel carcere di Regina Coeli si svolgerà invece, nella giornata di oggi, l'interrogatorio di garanzia di Incalza. 

Lupi a Incalza: "Deve venirti a trovare mio figlio"
A gennaio 2014 i carabinieri del Ros guidati da Mario Parente intercettano numerose conversazioni che dimostrerebbero che sarebbe stato proprio il ministro Lupi a chiedere a Incalza di incontrare il figlio. "Deve venirti a trovare mio figlio", gli dice. Il super dirigente del ministero si attiva e chiama in causa l'imprenditore Perotti, anche lui agli arresti. In un'altra telefonata intercettata a fine gennaio Perotti discute con Incalza di come, dove e quando far lavorare il figlio di Lupi. Alla fine del mese il giovane ingegnere ottiene un incarico in un cantiere dell'Eni dove Perotti ha ottenuto la direzione dei lavori. Ma l'imprenditore si attiva anche per trovare incarichi a Luca Lupi a New York, dove il giovane lavora temporaneamente nello studio Mor.

La mozione di sfiducia
La mozione di M5S e Sel, nella premessa, riferisce quanto raccontano i giornali sull’inchiesta della Procura di Firenze, riportando anche le telefonate del ministro Lupi, i cui "toni e contenuti non possono che suscitare allarme e sgomento oltre che destare preoccupazione per il rigore morale dei soggetti coinvolti". Il documento sottolinea "la vicinanza, nonché dipendenza del Ministro delle infrastrutture dall’Ingegner Incalza", confermata dal fatto che, "in occasione della risposta al question time alla Camera dei Deputati il 02/07/2014, Lupi ha replicato difendendo strenuamente l’operato e la persone dell’Ingegner Incalza". Inoltre dall’indagine "emergerebbe l’interessamento da parte di uno dei quattro arrestati, l’imprenditore Stefano Perotti, nei confronti di uno stretto congiunto del ministro delle infrastrutture". "A prescindere da eventuali responsabilità penali - si legge ancora nella mozione di sfiducia - che, ove rilevate, saranno perseguite nelle sedi opportune, i fatti indicati minano in maniera evidente la credibilità del ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, pongono un grave pregiudizio sulle sue capacità di svolgere liberamente le funzioni a cui è chiamato nonché sull’opportunità della sua permanenza a ricoprire una carica di primo piano e di piena rappresentanza politica, in particolare in un ruolo così rilevante, delicato ed esposto a fenomeni corruttivi".  

L'inchiesta
Tra gli arrestati, oltre il super-dirigente del Ministero dei Lavori Pubblici Incalza che secondo l'accusa sarebbe stato il principale artefice del "sistema corruttivo", anche gli imprenditori Stefano Perotti e Francesco Cavallo, e Sandro Pacella, collaboratore di Incalza. Incalza per i pm, in qualità di 'dominus' della Struttura tecnica di missione del ministero dei Lavori pubblici, avrebbe organizzato l'illecita gestione degli appalti delle Grandi opere, con il diretto contributo di Perotti. In un colloquio del 25 novembre 2013 - riportato nell'ordinanza di custodia cautelare -Giovanni Paolo Gaspari, già alto dirigente del Gruppo ferrovie dello Stato e consigliere presso il ministero delle Infrastrutture, parla di Ercole Incalza con Giulio Burchi, già presidente di Italferr spa: "Ercolino.. è  lui che decide i nomi... sì.. sì.. tra tutti i suoi.. sì.. si' ancora.. ancora... fa il bello e il cattivo tempo ormai là  dentro..". Ci sono poi 51 indagati tra cui Antonio Acerbo, l'ex manager di Expo già arrestato lo scorso ottobre nel filone d'inchiesta milanese sulla '"cupola degli appalti"; è accusato di turbativa d'asta per aver pilotato la gara per il 'Palazzo Italia'.