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ITALIA

La nota

Inchiesta Grandi Opere, Lupi chiarisce: "Mai chiesto favori per mio figlio"

Il ministro smentisce il presunto coinvolgimento del figlio nell'inchiesta: "Non ho mai chiesto all'ingegner Perotti né a chicchessia di far lavorare mio figlio"

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"Non ho mai chiesto all'ingegner Perotti né a chicchessia di far lavorare mio figlio". Il ministro dei traporti Maurizio Lupi chiarisce la sua posizione, smentendo il
presunto coinvolgimento del figlio nell'inchiesta sugli appalti che ha portato all'arresto anche di Ercole Incalza, ex dirigente del ministero di Porta Pia. In un'intercettazione emergerebbero i rapporti del ministro con l'imprenditore Perotti grazie ai quali il figlio avrebbe ottenuto diversi incarichi di lavoro. "Non è nel mio costume e sarebbe un comportamento che riterrei profondamente sbagliato" sostiene il ministro e precisa che il figlio lavora a New York dai primi di marzo.

"Mio figlio Luca si è laureato al Politecnico di Milano nel dicembre 2013 con 110 e lode dopo un periodo di sei mesi presso lo studio americano SOM (Skidmore Owings and Merrill LLP) di San Francisco, dove era stato inviato dal suo professore per la tesi. Appena laureato ha ricevuto un'offerta di lavoro dallo stesso studio per la sede di New York", spiega Lupi. "In attesa del visto per lavorare negli Stati Uniti - prosegue - (un primo visto l'ha ricevuto nel giugno 2014, subito dopo il matrimonio, per ricongiungimento con la moglie che è ricercatrice in Italia e in America), ha lavorato da febbraio 2014 a febbraio 2015 presso lo studio Mor di Genova con un contratto a partita Iva per un corrispettivo di 1.300 euro netti al mese. Nel gennaio 2015 gli è stata reiterata l'offerta dello studio SOM, gli è quindi finalmente arrivato il visto e dai primi di marzo mio figlio lavora a New York".
Ribadisce: "Non ho mai chiesto nulla a nessuno per il suo lavoro, mi sembra, inoltre, dato il suo curriculum di studi, che non ne avesse bisogno".