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ITALIA

Mattarella assicura giustizia ai parenti delle vittime

Indagati i capistazione ma "è riduttivo parlare di solo errore umano"

Gli inquirenti hanno allargato l'inchiesta, acquisendo documenti, atti, immagini, dati informatici e avviando accertamenti all'interno dell'Ufficio trasporti a impianti fissi (Ustif) di Bari perché  "parlare solo di errore umano è riduttivo". Mattarella incontra i parenti delle vittime e assicura "piena giustizia"

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​Secondo la procura di Trani sono i due capistazione di Andria e Corato ad aver "cagionato l'incidente" ferroviario di martedì scorso, ma "parlare solo di errore umano è riduttivo". Gli inquirenti, infatti, hanno allargato l'inchiesta, acquisendo documenti, atti, immagini, dati informatici e avviando accertamenti all'interno dell'Ufficio trasporti a impianti fissi (Ustif) di Bari, un organo periferico del Ministero dei trasporti.

Tutto questo nel giorno in cui il presidente della Repubblica Mattarella ha incontrato i parenti delle vittime nel policlinico di Bari. "Ci ha promesso giustizia", dicono i familiari, che in mattinata, sempre in ospedale, avevano espresso tutto il loro dolore e la loro rabbia.

L'avviso di garanzia ai due capistazione
Nell'avviso di garanzia notificato ai due capistazione di Andria e Corato, Vito Piccarreta e Alessio Porcelli, indagati per disastro ferroviario colposo ed omicidio colposo plurimo, viene contestato di "aver cagionato l'incidente ferroviario" in cui sono morte 23 persone, mentre altre 50 sono rimaste ferite. I due ferrovieri, che saranno interrogati a breve, vengono avvisati che hanno facoltà di nominare consulenti per l'autopsia che si terrà sui corpi dei due macchinisti e del capotreno morti.

Il procuratore di Trani: "Non solo errore umano"
"Parlare di un errore umano è corretto", ma è anche "assolutamente riduttivo", ha detto il procuratore di Trani, Francesco Giannella. Secondo quanto emerso finora, il capostazione di Andria avrebbe dovuto consentire la partenza del treno fermo in stazione solo nel momento in cui avesse visto arrivare gli altri due treni provenienti da Corato, uno dei quali viaggiava con un leggero ritardo. Il punto nevralgico dell'indagine è capire se il capostazione sapeva che i treni in arrivo erano due, e comunque, perché ha dato il via libera al treno non avendo visto arrivare alcun convoglio da Corato. Ma al di là di questo aspetto, gli inquirenti intendono accertare anche eventuali altri responsabilità. Per questo hanno avviato accertamenti sul ruolo dell'Ufficio trasporti a impianti fissi (Ustif) di Bari, una struttura periferica del ministero dei Trasporti.

Il "giallo" del cambio treno ad Andria. La Procura smentisce
Secondo le dichiarazioni dei familiari di una vittima, i passeggeri in partenza da Andria sarebbero stati fatti scendere dal primo treno, fermo sul binario 1, per salire su un secondo convoglio, fermo sul binario 2 e sarebbe quindi partito in ritardo. Ma la Procura di Trani, che ha fatto accertamenti dopo queste dichiarazioni, ha smentito.

Mattarella è andato a incontrare i parenti delle vittime e tre feriti
"Vi prometto che sarà fatta giustizia e che andremo fino in fondo", ha detto il capo dello Stato ai parenti delle vittime, come riferito da uno di loro e confermato dal sindaco di Bari, Antonio Decaro. Nel policlinico barese Mattarella ha fatto visita anche ai tre feriti lì ricoverati (un quarto è in rianimazione). Tra loro anche Nicola Lorizzo, il capotreno del convoglio partito da Andria. Agli amministratori delle comunità coinvolte, il presidente della Repubblica ha detto "di essere vicini e sostenere le famiglie", ha riferito il sindaco di Andria, Nicola Giorgino.

Sabato i funerali di molte delle vittime ad Andria
Si svolgeranno sabato mattina nel palazzetto dello sport di Andria i funerali di gran parte delle 23 vittime del disastro ferroviario. Alcune famiglie hanno invece optato per esequie in forma privata.

Per Cantone è la corruzione a bloccare le infrastrutture
Della strage in Puglia ha parlato anche Raffaele Cantone. "L'incidente è probabilmente frutto di un errore umano - ha detto il presidente dell'Autorità anticorruzione - e lo accerterà la magistratura, ma è certamente conseguenza di un problema atavico del nostro Paese, che è la difficoltà di fare le infrastrutture, malgrado gli sforzi messi in campo. E una delle ragioni di questa difficoltà è certamente da individuare nella corruzione".