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ITALIA

Inchiesta Alto Piemonte

Infiltrazioni 'ndrangheta curva Juve, Andrea Agnelli: "Mai ricevuto pressioni"

Al Palazzo di giustizia di Torino, il presidente della Juventus ha risposto alle domande sui suoi rapporti con Rocco Dominello

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Andrea Agnelli, presidente della Juventus

Torino, palazzo di giutizia. Il presidente della Juventus Andrea Agnelli si è presentato al processo di 'ndrangheta Alto Piemonte, per rispondere ad alcune domande sui suoi rapporti con Rocco Dominello l'imputato che, secondo l'accusa, sarebbe diventato il rappresentante della tifoseria organizzata per riuscire a entrare nel racket del bagarinaggio. "Il presidente della Juventus Andrea Agnelli ha ammesso di aver incontrato più volte Rocco Dominello in qualità di rappresentante del gruppo ultrà Drughi", hanno rivelato i legali di Dominello al termine dell'udienza. Gli incontri durante i quali si parlava di "questioni riguardanti l'organizzazione del tifo", sarebbero sempre avvenuti in presenza di vari capi ultrà e del collaboratore juventino Alessandro D'Angelo. Agnelli ha poi escluso categoricamente che ci siano state "pressioni di qualunque tipo" su di lui o sui suoi collaboratori più stretti, circa 700 persone. 

L'udienza a porte chiuse è cominciata sentendo il testimone Loris Grancini, capo ultrà dei Viking. "Ha confermato che gli incontri con la dirigenza juventina per i biglietti agli ultrà sono continuati anche dopo l'arresto del nostro assistito, - hanno riferito a Repubblica gli avvocati di Grancini - e ha spiegato che da Dominello non sono mai arrivate pressioni mafiose, ma che partecipava agli incontri con la Juve per la gestione della curva". A mezzogiorno, invece, è stato il turno del presidente della Juventus, entrato da un ingresso secondario per sfuggire ai giornalisti. Le testimonianze di Agnelli e Grancini sono state chieste dai legali di Rocco Dominello, che ha scelto il rito abbreviato.

L'audizione di Agnelli fa parte dell'inchiesta sulla gestione dei biglietti e sulle presunte collusioni in alcuni club calcistici tra tifoserie e orgnizzazioni malavitose. A portare avanti l'indagine da diversi mesi, la Comssione Antimafia e il Comitato Mafia e Sport presieduto dal deputato Marco Di Lello (Pd). La Juventus, nello specifico, è stata toccata dall'inchiesta torinese "Alto Piemonte". "C'è una permeabilità della organizzazione sociale Juventus, una infiltrazione della malavita organizzata nella vendita dei biglietti della Juventus, a me questo interessa - aveva affermato Giuseppe Pecoraro, procuratore federale della Figc, nel corso dell'audizione in commissione Antimafia - La cosa certa è che i biglietti sono stati distribuiti anche a persone legate alla criminalità, è questo il dato. Poi sarà il giudice a prenderne atto". Il prossimo 18 maggio Agnelli dovrà testimoniare anche di fronte alla Commissione antimafia presieduta da Rosy Bindi a Roma.