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POLITICA

Il caso

Inps, bufera sullo stipendio di Tridico. L'Istituto smentisce la retroattività

Gli emolumenti del presidente dell'istituto di previdenza sarebbero passati da 62mila  a 150mila euro l'anno. Conte: "Ho chiesto accertamenti, poi parlerò". Il centrodestra: si dimetta

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Dopo gli attacchi per i ritardi sul pagamento della cig, per il caos delle partite Iva e le critiche per la gestione dei cosiddetti "furbetti del bonus", Pasquale Tridico torna nell'occhio del ciclone della polemica politica. Questa volta per un aumento di stipendio che il presidente dell'Inps avrebbe ottenuto grazie ad un decreto interministeriale, firmato lo scorso 7 agosto dalla ministra del Lavoro, Nunzia Catalfo e dal collega dell'Economia, Roberto Gualtieri. Un aumento che, secondo quanto riportato da La Repubblica del 25 settembre, vedrebbe più che raddoppiati - dagli attuali 62mila a 150mila euro annui - gli emolumenti del presidente dell'Inps.

La difesa dell'Inps: nessuna retroattività
"La Direzione Risorse Umane dell'Inps comunica che non ha corrisposto al Presidente Tridico compensi arretrati in seguito all'emanazione del Decreto del 7 agosto 2020 e, in ogni caso, gli Uffici dell'Istituto non hanno mai previsto l'erogazione di un compenso arretrato al Presidente per il periodo che va da maggio 2019 al 15 aprile 2020". Lo scrive l'istituto in una nota aggiungendo che "pertanto la notizia apparsa sul quotidiano La Repubblica su un compenso arretrato al presidente pari a 100mila euro è priva di ogni fondamento".

"Il decreto del Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali di concerto con il Ministero dell'Economia e delle Finanze 7 agosto 2020 - afferma l'Inps - a seguito della ricostituzione del Consiglio di Amministrazione dell'Istituto, ha fissato la misura dei compensi nei confronti del Presidente, del Vice Presidente e dei Consiglieri di Amministrazione". Emolumenti che sono fissati per il Presidente a 150.000 euro, per il Vicepresidente a 40.000 euro elevabili a 60.000 in caso di deleghe e per i consiglieri di amministrazione in 23.000 euro. "Nel rispetto della normativa vigente - conclude - la decorrenza dei predetti compensi è fissata a partire dall'effettivo esercizio della funzione, ossia dal 15 aprile 2020, data di insediamento del consiglio di amministrazione. Detta regola vale anche per il Presidente dell'Istituto, Pasquale Tridico, "ancorché abbia svolto la funzione di Presidente dell'Istituto già da maggio 2019. Difatti, anche per il Presidente la nuova misura dei compensi stabilita dal citato decreto interministeriale decorre dall'assunzione della carica di Presidente del ricostituito consiglio di amministrazione". La Vice Presidente, Maria Luisa Gnecchi, "in quanto percettrice di un trattamento pensionistico obbligatorio, svolge l'incarico a titolo gratuito", aggiunge l'Istituto. A titolo gratuito è svolto anche l'incarico di consigliere di Rosario De Luca, "che ha rinunciato ai relativi compensi".

Tutti contro Tridico
La notizia scatena immediatamente la polemica politica. "Inps, non ho parole. Invece di aumentarsi lo stipendio, prima paghi la cassa integrazione alle centinaia di migliaia di lavoratori che la aspettano da mesi, poi chieda scusa e si dimetta". Lo scrive sui social il leader della Lega Matteo Salvini. Gli fa eco il responsabile nazionale dipartimento Lavoro della Lega, Claudio Durigon: "Con un decreto interministeriale al presidente dell'Inps Tridico è assegnato un bonus, una tantum,di quasi 100mila euro, che fa schizzare il suo emolumento annuale dai circa 60mila euro previsti a circa 150mila. Ma dove sono gli uffici di monitoraggio dell'Inps, quelli che ad agosto avevano denunciato, in una lista di proscrizione pubblica, i furbetti del bonus da 600 euro? Il più furbetto è Tridico che si fa riconoscere premi da capogiro, mentre mezzo milione di italiani stanno ancora aspettando la cassa integrazione dalla primavera. Tridico rinunci al bonus e si dimetta".

Rincara la dose il capogruppo di Fratelli d'Italia alla Camera, Francesco Lollobrigida: "Abbiamo capito bene? Stipendio aumentato con effetto retroattivo per il presidente Inps Pasquale Tridico? Lo stesso Tridico, uomo dei Cinque stelle, passato alla storia per il caos della gestione della cassa integrazione e del bonus delle partite Iva, assegno che attendono ancora milioni di cittadini; tra i responsabili dei mancati controlli sui requisiti  per l'erogazione del Reddito di cittadinanza, finito infatti anche nelle tasche di criminali e presunti assassini; colui che ad agosto venne in commissione Lavoro alla Camera e invece di riferire puntualmente sullo scandalo del bonus accreditato ai parlamentari furbetti finì col fare un mero comizio elettorale... Sostanzialmente un incompetente che ha fatto solo danni, che ha mal gestito l'istituto di previdenza con imperdonabili ricadute su milioni di italiani ma che, secondo il Governo Conte, merita addirittura un premio. Mentre gli italiani fanno ancora i conti con la crisi economica, Tridico passa infatti da 62mila a 150mila euro di retribuzione: circa il 50% in più di quanto guadagnato dal suo predecessore Boeri. Senza dimenticare la quota di arretrati che a spanne sarebbe di circa 100mila euro. Adesso basta, la misura è davvero colma. Chiediamo le dimissioni di Tridico e le scuse immediate di tutto l'esecutivo per questa ennesima vergogna firmata Movimento 5 stelle".

"Dall'aboliamo la casta ad alimentiamo la casta, basta che sia la nostra. Il credo del Movimento 5stelle è cambiato con la stessa velocità che è servita a firmare l'aumento stratosferico per lo stipendio del direttore dell'Inps Pasquale Tridico. Tutto questo è scandaloso e lo è ancora di più nel momento di crisi che stiamo vivendo con la cassa integrazione non versata o erogata in perenne ritardo, con le persone che perdono il lavoro, le aziende e gli esercizi commerciali che chiudono. Non si possono chiedere sacrifici su sacrifici agli italiani e poi permettere questi scempi". Lo dichiara Mara Carfagna, vicepresidente della Camera e deputata di Forza Italia.

Dura anche la presidente della commissione Lavoro della Camera Debora Serracchiani: "La vicenda dell'aumento dello stipendio del presidente dell'Inps ha aspetti sconcertanti, se non altro per la tempistica e per un deficit di trasparenza. Confido che la legittimità dell'adeguamento non sia in discussione, anche in considerazione degli stipendi percepiti dai dirigenti statali di prima fascia, ma certo il momento avrebbe suggerito di valutare e gestire questo provvedimento con una diversa e più avvertita sensibilità". 

Ma Crimi lo difende: su Tridico polemiche strumentali 
"La polemica di giornata, quella sullo stipendio di Pasquale Tridico, parte da una notizia falsa, quella sulla retroattività. E' diventata consuetudine che a chi tra i media getta il sasso non venga poi chiesto conto del proprio operato. Ovviamente qualcuno, che ha preso di mira già da tempo il presidente dell'Inps per cercare di mettere gli artigli sull'Istituto, è partito a razzo". Lo afferma in una nota il capo politico del Movimento 5 Stelle Vito Crimi. "Tra i più attivi i leghisti: eppure l'adeguamento dello stipendio dei presidenti di Inps e Inail era già stato previsto al tempo del governo con la Lega, che oggi cade dal pero. Pasquale Tridico è una persona seria che sta lavorando per il Paese con abnegazione e questa è la ragione di attacchi strumentali", aggiunge. 

Conte: non lo sapevo, parlerò dopo aver approfondito
E dopo il lapidario commento del ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, che ai giornalisti risponde: "Su questo chiederò chiarimenti nelle prossime ore", arriva anche il premier, Giuseppe Conte: "Non ero informato di questa vicenda: ovviamente ho chiesto accertamenti perché vorrei approfondire la questione. Permettetemi di comprenderla bene poi formulerò una valutazione più compiuta. Sono abituato a parlare seriamente: fatemi fare una verifica e alla fine parlerò".