Coronavirus
Analisi della mortalità
Inps: tra marzo e aprile in Italia 47mila morti in più
Il numero di morti dichiarate come Covid-19 nello stesso periodo sono state 27.938
Quasi 47mila morti più in Italia tra il primo marzo e il 30 aprile rispetto al numero dei decessi attesi. E' quanto rivela l'Analisi della mortalità nel periodo di epidemia da Covid-19 pubblicata dall'Inps.
Il periodo dal primo gennaio al 28 febbraio 2020 registra un numero di decessi inferiore di 10.148 rispetto ai 124.662 attesi dalla baseline - si legge nell'analisi - mentre nel periodo dal primo marzo al 30 aprile si registra un aumento di 46.909 decessi rispetto ai 109.520 attesi. Il numero di morti dichiarate come Covid-19 nello stesso periodo sono state 27.938.
"A questo punto - annota lo studio - ci si può chiedere quali sono i motivi di un ulteriore aumento di decessi pari a 18.971? Tenuto conto che il numero di decessi è piuttosto stabile nel tempo, con le dovute cautele possiamo attribuire una gran parte dei maggiori decessi avvenuti negli ultimi due mesi rispetto a quelli della baseline riferita allo stesso periodo, all'epidemia in atto - si osserva ancora nello studio -. La distribuzione territoriale dei decessi strettamente correlata alla propagazione dell'epidemia e la maggiore mortalità registrata degli uomini rispetto alle donne è coerente con l'ipotesi che la sovra-mortalità sia dovuta a un fattore esterno, in assenza del quale una eventuale crescita di decessi dovrebbe registrare delle dimensioni indipendenti sia dal territorio che dal sesso".
Il periodo dal primo gennaio al 28 febbraio 2020 registra un numero di decessi inferiore di 10.148 rispetto ai 124.662 attesi dalla baseline - si legge nell'analisi - mentre nel periodo dal primo marzo al 30 aprile si registra un aumento di 46.909 decessi rispetto ai 109.520 attesi. Il numero di morti dichiarate come Covid-19 nello stesso periodo sono state 27.938.
"A questo punto - annota lo studio - ci si può chiedere quali sono i motivi di un ulteriore aumento di decessi pari a 18.971? Tenuto conto che il numero di decessi è piuttosto stabile nel tempo, con le dovute cautele possiamo attribuire una gran parte dei maggiori decessi avvenuti negli ultimi due mesi rispetto a quelli della baseline riferita allo stesso periodo, all'epidemia in atto - si osserva ancora nello studio -. La distribuzione territoriale dei decessi strettamente correlata alla propagazione dell'epidemia e la maggiore mortalità registrata degli uomini rispetto alle donne è coerente con l'ipotesi che la sovra-mortalità sia dovuta a un fattore esterno, in assenza del quale una eventuale crescita di decessi dovrebbe registrare delle dimensioni indipendenti sia dal territorio che dal sesso".