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MONDO

Martedì i risultati definitivi

Elezioni Iran: riformisti in testa nei centri maggiori, ma le zone rurali rilanciano i conservatori

A Teheran la lista pro-Rohani conquista tutti e 30 i seggi. Una spinta decisiva per il presidente iraniano, protagonista delle aperture dell'Iran all'Occidente. Nel Parlamento entrano 13 donne. Rohani: con voto creata nuova atmosfera

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Gli iraniani sembrano premiare il nuovo corso di Rohani. Secondo dati semidefinitivi riportati dal quotidiano Etemad, la lista pro-Rohani ha già conquistato 96 seggi su 290 nel nuovo Parlamento (Majlis), superando il blocco fondamentalista, a 91 seggi. Buona affermazione degli indipendenti con 25 seggi. Per altri 52 posti parlamentari bisognerà invece andare al ballottaggio in un nuovo turno alla fine di aprile. Nel primo test popolare dopo l'accordo sul ridimensionamento del programma nucleare iraniano e la fine delle sanzioni, oltre 33 milioni di persone, il 60% di un elettorato di 55 milioni, hanno votato per il rinnovo del Parlamento, finora a stragrande maggioranza fondamentalista, e dell'assemblea degli esperti, l'organismo di 88 religiosi che dovrà nominare in futuro la nuova guida suprema. Per i risultati definitivi bisognerà attendere martedì. 

Tuttavia, secondo quanto riferisce la televiisone irainana Press Tv, il blocco dei fondamentalisti sta vincendo nelle campagne e nelle aree rurali. In base ai meccanismi elettorali iraniani ciò potrebbe portare paradossalmente la lista dei conservatori in vantaggio nel nuovo Majlis. Infatti le otto principali città dell'Iran, dove vive la metà della popolazione del Paese, hanno solo 57 seggi sui 290 del Parlamento.

Rohani: con voto creata nuova atmosfera
"Avete creato una nuova atmosfera con il vostro voto". Così il presidente della repubblica islamica, Rohani, rivolgendosi agli elettori iraniani. "Mi alzo in piedi" twitta ancora Rohani "davanti a voi, davanti alla grande nazione iraniana, davanti all'onore della sua storia". L'Iran è un Paese "saggio e determinato", lo ha dimostrato con l'alta partecipazione alle elezioni di venerdì, ha invece dichiarato la Guida suprema del Paese, ayatollah Ali Khamenei, secondo quanto ha riferito l'agenzia di stampa Tasnim.

Vittoria schiacciante a Teheran per moderati e riformisti
La lista 'Speranza' dell'alleanza di riformisti e moderati, sostenitori del presidente iraniano Hassan Rohani, ha conquistato tutti i 30 seggi a Teheran per il Parlamento: è quanto emerge dai risultati quasi definitivi, con il 90% dei voti scrutinati, resi noti dalla tv di Stato. Resta fuori dal Parlamento il capolista dei conservatori Gholam-Ali Hadad-Adel, al 31esimo posto, ex presidente del Parlamento dal 2005 al 2008 e consuocero della Guida Suprema, Ali Khamenei, e a lui molto fedele. In cima alla lista dei candidati certi di essere eletti figurano il riformatore Mohammad Reza Aref, ex vice presidente sotto il governo riformista di Mohammad Khatami , e il moderato Ali Motahari, una delle voci più attive per la riabilitazione dei leader del movimento 'verde' e per maggiori libertà sociali e politiche nel Paese. I due candidati hanno ottenuto rispettivamente 1,3 milioni di voti e piu' di 1,1 milioni. I risultati si riferiscono al conteggio di oltre 2,6 milioni di schede elettorali su un totale di 2,9 milioni di elettori a Teheran. 

Il racconto dell'inviata Rai


Elette anche 13 donne
Anche tredici donne risultano elette nel nuovo parlamento iraniano, secondo i dati parziali riportati dal quodiano Etemad. In corsa erano circa 500 candidate su un totale di quasi 5 mila aspiranti deputati. Per l'assemblea degliesperti invece, il consiglio dei guardiani, l'organismo incaricato di preselezionare i candidati, aveva bocciato tutte le domande presentate da una ventina di religiose. 

La clamorosa vittoria della lista 'Speranza' nella capitale iraniana è una spinta decisiva per il presidente Hassan Rohani, protagonista delle aperture dell'Iran all'Occidente. Rohani punta ad ottenere la maggioranza dei deputati nel prossimo Majlis, finora dominato dai conservatori, per continuare la sua politica di apertura. I risultati definitivi per l'intero Paese, che devono essere confermati dal potente Consiglio dei Guardiani della Costituzione, non sonno attesi prima di martedì.