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MONDO

Medio Oriente

Iran, arrivata la salma del generale Soleimani. "Se gli Usa non si ritirano sarà altro Vietnam"

Una nuova marea umana si è riversata in Iran, stavolta a Teheran, per il corteo funebre in memoria del generale Qassem Soleimani, dopo quella di ieri ad Ahvaz. Venerdì si terrà una riunione straordinaria dei ministri degli Esteri dell'Ue. Pentagono: nessun piano di ritiro da Iraq

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Una folla oceanica si è riunita nella citta' di Kerman, in Iran, per la cerimonia funebre del generale Qasem Soleimani, ucciso venerdì in un raid americano in Iraq, e che sara' sepolto oggi. La massiccia manifestazione è paragonabile a quella registrata ieri nella capitale, Teheran, per le cerimonie funebri con la partecipazione del leader supremo Ali Khamenei e segna l'ultima fase degli omaggi al capo militare. 


Ieri sono state imponenti le manifestazioni per commemorare il generale iraniano Qassem Soleimani, ucciso venerdì dagli Stati Uniti. Dopo le esequie a Baghdad e il passaggio per le città sante dell'Iran, la folla ha invaso le strade di Teheran.

Insieme ad una folla oceanica di persone in lutto, il leader supremo dell'Iran Khamenei ha pregato sui resti dell'alto generale ucciso in un attacco aereo statunitense a Baghdad. Fatto che ha drasticamente aumentato le tensioni tra Teheran e Washington. Staccandosi dalla usuale tattica di nascondersi dietro le azioni degli alleati coltivati nella regione, la Guida suprema Ali Khamenei vuole che qualsiasi rappresaglia per l'uccisione del generale iraniano Qassam Soleimani da parte degli Usa sia un attacco diretto e proporzionato contro interessi americani, eseguito a pertamente dalle forze iraniane. Lo scrive il New York Times citando tre fonti iraniane presenti ad un incontro del consiglio per la sicurezza nazionale dove Khameni ha dettato la linea.

In risposta all'uccisione Teheran è uscita dall'accordo sul nucleare del 2015 con le potenze mondiali mentre in Iraq il Parlamento ha chiesto l'espulsione di tutte le truppe americane dal suolo nazionale.

Il successore di Soleimani, Esmail Ghaani, era vicino al fianco di Khamenei durante i funerali, così come il presidente iraniano Hassan Rouhani e altri importanti leader della Repubblica islamica. Mentre l'Iran ha recentemente affrontato proteste a livello nazionale sui prezzi della benzina stabiliti dal governo che, secondo quanto riferito, hanno ucciso oltre 300 persone, i cortei di massa per Soleimani hanno visto la partecipazione di politici e leader in tutto lo spettro politico della Repubblica islamica, mettendo a tacere temporaneamente la rabbia del popolo.

L'Iran: se gli Usa non lasciano la regione sarà un altro Vietnam
Se gli Stati Uniti non lasceranno la regione, dovranno affrontare un nuovo Vietnam in Medio Oriente. È la minaccia di Ali Akbar Velayati, consigliere della Guida suprema Ali Khamenei. "L'esperienza ha dimostrato che sono sempre stati sconfitti dai piani fatti dall'Iran e dall'asse di resistenza", ha aggiunto secondo quanto riportano le agenzie stampa iraniane.

Nato, Stoltenberg: l'Iran non deve mai acquisire l'arma nucleare
"Gli alleati hanno affermato che l'Iran non deve mai ottenere l'arma nucleare e si sono detti preoccupati dal programma missilistico dell'Iran", ha detto il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg al termine della riunione straordinaria degli ambasciatori dei 29 paesi dell'Alleanza Atlantica. "L'Iran deve astenersi da ulteriori violenze e provocazioni, serve una de-escalation e comportamenti responsabili e moderazione", ha aggiunto precisando che è "stata sospesa temporaneamente la missione di addestramento in Iraq". - L'Iran "deve evitare un aumento
della violenza e delle provocazioni", ha detto Stoltenberg.

Trump torna a minacciare Teheran: colpiremo siti culturali
Donald Trump rilancia la minaccia di colpire anche siti culturali iraniani in caso di rappresaglia di Teheran per l'uccisione del generale Qassam Suleimani, nonostante si tratti di crimini di guerra. "A loro è consentito uccidere, torturare e mutilare la nostra gente e a noi non è consentito toccare i loro siti culturali? Non funziona cosi'", ha detto il presidente, rientrato alla Casa Bianca.

Unesco agli Usa: avete firmato la convenzione per la protezione dei siti culturali
Dopo le minacce del presidente americano Donald Trump ai siti culturali dell'Iran, l'Unesco ricorda in un comunicato che Washington ha firmato la convenzione per la protezione dei siti culturali. 

La speaker Nancy Pelosi: voto alla Camera per limitare le azioni di Trump
La Camera del Rappresentanti Usa voterà in settimana una risoluzione per limitare le azioni militari di Donald Trump contro l'Iran, sulla scia delle crescenti tensioni tra i due Paesi, dopo l'attacco aereo ordinato dal presidente Usa in cui giovedì scorso è rimasto ucciso il generale iraniano, Qassem Soleimani. Lo riferisce Usa Today. L'attacco aereo "provocatorio e sproporzionato ha messo in pericolo i nostri militari, i nostri diplomatici e altri, rischiando una grave escalation di tensione con l'Iran", ha affermato la speaker Nanci Pelosi in una lettera ai democratici della Camera.La risoluzione imporrà che le ostilità militari con l'Iran cessino entro 30 giorni a meno di ulteriori ulteriori autorizzazioni del Congresso che a quel punto equivarrebbero a una dichiarazione di guerra. Il senatore dem, Tim Kaine, ha presentato in Senato una risoluzione simile. 

Ufficiale Pasdaran: colpiremo anche le truppe britanniche
Un alto ufficiale della Qods, il braccio internazionale della Guardia rivoluzionaria iraniana ha detto al times che anche i soldati britannici in  Medio Oriente potrebbero essere colpiti. Si tratterebbe - ha detto secondo quanto riportato dal sito del quotidiano - di eventuali "danni collaterali" negli attacchi alle forze armate statunitensi. 

La Germania ritira i soldati e li sposta in Giordania e Kuwait
La Germania intende spostare parte del suo contingente dall'Iraq alla Giordania e al Kuwait per motivi di sicurezza dopo l'uccisione del generale iraniano Qassem Soleimani in un raid aereo americano a Baghdad. Lo riporta l'agenzia di stampa tedesca Dpa, spiegando che il ministro delle Difesa tedesco Annegret Kramp-Karrenbauer e il ministro degli Esteri Heiko Maas hanno scritto ai deputati che i militari presenti nelle basi irachene di Baghdad e Taji saranno ''temporaneamente ritirati''. I due ministri hanno aggiunto che andranno avanti i colloqui con il governo di Baghdad sulla continuazione della missione di addestramento delle truppe irachene. La Germania è presente in Iraq con circa 120 soldati, la maggior parte dei quali sono schierati nelle basi di Taji e Baghdad.


Fonti Iraq: Soleimani era a Baghdad per un negoziato riservato con i sauditi
Il generale iraniano Qassem Soleimani, ucciso nel raid Usa del 3 gennaio scorso, si trovava a Baghdad per condurre una trattativa riservata con l'Arabia Saudita per conto del proprio Paese. E' quanto, stando alle dichiarazioni raccolte dalla National Iraqi News Agency, ha rivelato oggi il premier iracheno Adil Abdul-Mahdi. Soleimani sarebbe volato a Baghdad con un messaggio del suo governo in risposta a un altro proveniente da Riad, nel corso di un negoziato diplomatico finalizzato ad allentare le tensioni tra i due Paesi attraverso la mediazione irachena.

Secondo il premier iracheno, il generale Soleimani avrebbe dovuto incontrarsi con lui alle 8 e 30 ora locale del 3 gennaio, cioé nella mattinata di venerdì scorso. Recava con sè la risposta di Teheran a un precedente messaggio saudita, con l'obiettivo di conseguire una 'de-escalation' nei rapporti tra i due Paesi tramite il governo di Baghdad.

Ue: no escalation. Venerdì riunione straordinaria dei ministri Ue
I ministri degli Esteri dell'Unione europea si riuniranno venerdì prossimo a Bruxelles in un vertice straordinario per discutere della crisi in Iran e Iraq. In base a quanto si apprende a Bruxelles non è escluso che si discuterà anche della questione libica. 

Sull'Iran "nessuno può permettersi una escalation" che "non è nell'interesse di nessuno", ha detto il portavoce del Servizio europeo di azione esterna diretto dall'Alto rappresentante Josep Borrell, Peter Stano, commentando la situazione dopo l'uccisione del generale Solemaini. "Non possiamo permetterci ulteriore escalation", ha spiegato il portavoce, spiegando che Borrell è impegnato "in contatti con tutti i partner rilevanti" per favorire una de-escalation.

Pentagono: nessun piano di ritiro da Iraq
Il capo del Pentagono, Mark Esper, ha detto che gli Usa non pianificano di ritirarsi dall'Iraq. "Non c'è stata assolutamente alcuna decisione di lasciare l'Iraq", ha dichiarato Esper, rispondendo ai cronisti in merito ad una lettera citata da alcuni media in cui si parla di ritiro. "Non so cosa sia quella lettera. Stiamo cercando di capire da dove venga, cosa sia, ma non c'è stata alcuna decisione di lasciare l'Iraq. Punto".

Un generale americano ha poi spiegato che la lettera citata da alcuni media in cui si parla di ritiro Usa dall'Iraq era una bozza non firmata e mal formulata che mirava a sottolineare l'aumentato livello del movimento di truppe, ma che non doveva essere inviata. Secondo il capo del comando interforze, Mark Milley, "è stato un errore di McKenzie", ovvero il comandante del Comando centrale Usa, generale Frank McKenzie. "Non doveva essere inviata".

"Profondo rammarico per la scelta dell'Iran sul nucleare"
Il capo della diplomazia europea, Josep Borrell, ha espresso "profondo rammarico" dell'Ue per l'annuncio dell'Iran sul nuovo superamento dei limiti all'arricchimento dell'uranio. "La piena applicazione dell'accordo nucleare da parte di tutti è ora più importante che mai, per la stabilità regionale e la sicurezza globale", ha scritto Borrell su Twitter.

Von der Leyen: la distensione è nell'interesse dell'Iran e dell'Iraq
Una distensione dei rapporti fra Washington e Teheran "è nell'interesse dell'Iran e dell'Iraq". Così la presidente della commissione Ue, Ursula von der Leyen a margine di una riunione dei conservatori bavaresi della Csu a Seeon. "Ora è importante usare i canali diplomatici - ha detto von der Leyen - è nell'interesse dell'iran, e in particolar modo dell'Iraq, scegliere la via della ponderazione e non quella dell'escalation".



Di Maio: la violenza in Libia-Iran ci espone a ritorsioni
"Chi ancora crede che la strada sia la violenza, è fermo al passato o non ha ancora compreso le lezioni dalla storia. e, quel che è peggio, sta esponendo tutti gli italiani a un pericolo di ritorsioni". È quanto scrive il ministro degli Esteri Luigi Di Maio su Facebook parlando della situazione in Iran e Libia. "Ora - dice - non è più il tempo di rischiare morte, terrorismo, ondate migratorie insostenibili, ora è il momento di scommettere sul dialogo, sulla diplomazia e sulle soluzioni politiche". 

Conte: un'azione europea per evitare escalation
La nostra attenzione deve essere concentrata a evitare un'ulteriore escalation, che rischierebbe di superare un punto di non ritorno". Per il premier Giuseppe Conte, intervistato in apertura da Repubblica, "è prioritario promuovere un'azione europea forte e coesa per richiamare tutti a moderazione e responsabilità, pur nella comprensione delle esigenze di sicurezza dei nostri alleati".   Sui militari italiani nell'area, "stiamo facendo e faremo il possibile per garantirne la sicurezza. Le nostre truppe sono nella regione per svolgere una funzione essenziale di sostegno alle autorità locali nel contrasto al terrorismo e alla violenza, e questa - rimarca - è un'attività di cui rivendichiamo non solo la concretezza ed efficacia ma anche la piena linearità e coerenza con i nostri valori".   L'omicidio di Soleimani è una "vicenda delicata e complessa che, per essere valutata a pieno, richiede anche informazioni di intelligence decisive per pesare tutti gli elementi", dice Conte, che non replica alle accuse di Salvini: "Preferisco lavorare con impegno e serietà per favorire una de-escalation".

Chevron evacua dipendenti americani in Iraq
La Chevron ha evacuato tutti i suoi dipendenti americani in Iraq come misura precauzionale dopo l'attacco Usa che ha ucciso il generale iraniano Qassem Suleimani all'aeroporto di Baghdad. Lo riferisce la Cnn.