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MONDO

Iran: vittime nelle proteste contro governo per il carovita. Accesso a Internet bloccato

La protesta nata per la crisi economica in molte zone del Paese s'è trasformata in contestazione contro gli ayatollah. La Guardia rivoluzionaria ha aperto il fuoco sui dimostranti a Doraud. Decine di arresti. Trump: "Il mondo vi guarda"

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Due persone sono state uccise in Iran nella notte durante le proteste a Doroud, nel Lorestan: lo ha reso noto all'agenzia stampa semi ufficiale Mehr il vice capo della sicurezza del governatore della provincia Habibollah Khojastepour. Khojastepour non ha spiegato le cause della morte dei due dimostranti, ma ha sottolineato che"nessun proiettile è stato sparato dalla polizia e dalle forze di sicurezza sulla folla". 

L'agenzia Mehr scrive che la protesta di Doroud - una città circa 325 chilometri a sudovest di Teheran - non era stata autorizzata. "Il raduno doveva finire in modo pacifico - ha commentato Khojastepour - ma sfortunatamente questo è successo a causa della presenza di agitatori".   

In alcuni video pubblicati ieri notte sui social media si vede un dimostrante con una ferita da arma da fuoco e manifestanti a terra mentre in sottofondo si sente il rumore dispari. Questa mattina l'agenzia stampa semi ufficiale Ilna scrive che le autorità hanno arrestato una ottantina di dimostranti ad Arak, circa 280 chilometri a sud di Teheran.

I numeri delle vittime sono incerti. La tv di Stato ha affermato che i due manifestanti rimasti uccisi a Doraud sarebbero stati vittime "non della polizia, ma di agenti stranieri". Ieri si parlava di sei persone che avrebbero perso la vita nel corso delle dimostrazioni a Doroud. Dopo giorni di decise proteste contro il carovita in diverse città iraniane, nel centro del Paese, a Doraud, ieri la Guardia Rivoluzionaria ha sparato per disperdere una manifestazione. A Teheran alcune centinaia di studenti sono scesi nelle vie intorno all'università unendosi alle contestazioni e nelle strade del Paese sono state attaccate banche e bruciati ritratti della guida suprema Ali Khamenei.

Nel contempo però, sia nella capitale sia in altre località, decine di migliaia di persone hanno organizzato manifestazioni a favore dell'attuale governo e del presidente Hassan Rohani.

Il governo blocca Internet
I manifestanti antigovernativi hanno occupato a Teheran un edificio pubblico mentre il governo blocca Internet probabilmente in seguito alla notizia delle vittime. In molti adesso paventano la chiusura di Telegram, il più potente social media nazionale, e la stessa sorte potrebbe toccare ad Amadnews, altro social molto seguito e accusato dallo stesso ministro per le comunicazioni Mohammad-Javad Azari Jahromi di incoraggiare la "rivolta armata". Nella guerra dei social, il regime risponde postando video di gruppi di contestatori che attaccano un edificio pubblico a Teheran, rovesciando un'auto della polizia e bruciando la bandiera iraniana. Si tratterebbe degli sviluppi della protesta partita questa mattina dall'università della capitale, il cui ingresso principale è stato successivamente occupato da numerosi giovani vicini al governo. A fronte di un dispiegamento di polizia imponente, finora gli arresti hanno riguardato una cinquantina di persone, mentre la diatriba interna si è velocemente spostata sul piano politico, in particolare con gli Stati Uniti.

Il monito di Trump: "Il mondo vi guarda"
Di buon mattino, infatti, il presidente americano Donald Trump attraverso la portavoce della Casa Bianca ha twittato: "Il governo iraniano dovrebbe rispettare i diritti del suo popolo, compreso il diritto di espressione. Il mondo sta guardando". E ha citato le "proteste pacifiche di cittadini iraniani stanchi della corruzione del regime e dello sperpero delle ricchezze nazionali per finanziare il terrorismo all'estero". Un concetto che ha poi ribadito anche attraverso il suo account Twitter personale.

La replica di Rohani: "Opportunista"
"Dichiarazioni ingannevoli, ipocrite e opportunistiche", ha commentato poche ore dopo il portavoce del ministro degli Esteri iraniano, Bahram Gashemi. Che ha invitato "il popolo iraniano a non dare credito alle critiche espresse dal signor Trump o dai suoi funzionari". Nessun accenno, per ora, da parte di Teheran al fatto che la situazione di criticità economica per settori della popolazione iraniana in parte è causata proprio dall'atteggiamento degli Usa e dal persistere di alcune sanzioni, volute da Trump nonostante l'accordo nucleare siglato dal suo predecessore Barack Obama nel 2015 e che l'America dell'attuale presidente Usa vorrebbe cancellare.

Propagandato dalla tv di Stato invece, l'invito agli iraniani a non partecipare a "raduni illegali". Secondo numerosi osservatori 'l'invito' è diretto a intellettuali e borghesia illuminata che rimproverano al presidente Rohani di non aver ancora realizzato le sue promesse su diritti civili, diritti politici e diritti umani. Numerosi sono gli iraniani delusi dal fatto di non avere ottenuto benefici dall'accordo del 2015 sul nucleare, che ha permesso la revoca di sanzioni internazionali che colpivano la Repubblica Islamica. Un monito però anche a quella parte iper-conservatrice del Paese che rimpiange la presidenza di Mahmoud Ahmadinejad e che, sempre oggi, ha voluto festeggiare la sua rielezione a presidente nel 2009. Otto anni fa Ahmadinejad riuscì a sconfiggere la piazza e i candidati moderati di allora, Mirhossein Mousavi e Mahdi Karrubi.

E si riaffaccia Ahmadinejad
Dopo anni sottotono, ora molti ritengono che ci sia anche lui dietro agli attuali problemi economici di Rohani. Ahmadinejad ha infatti avviato una sorta di sotterranea campagna elettorale in vista delle presidenziali del 2020, diffondendo dichiarazioni pubbliche e messaggi sui social network che criticano la situazione del Paese e anche la magistratura, rea di aver fatto finire in carcere persone a lui vicine per corruzione e reati finanziari.