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MONDO

Teheran

Iran. Raisi annuncia, non incontrerò Biden

In politica estera "interazione equilibrata" con tutti i paesi del mondo

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Il nuovo presidente iraniano Ebrahim Raisi ha affermato di essere stato eletto con una partecipazione "di massa", nella sua prima conferenza stampa dopo le elezioni presidenziali di venerdì scorso. Dagli iraniani è arrivato al mondo un "messaggio di unità nazionale e solidarietà", con la "partecipazione enorme" alle consultazioni, ha detto in dichiarazioni all'inizio della sua prima conferenza stampa dal voto, trasmessa in diretta da Press Tv.

Il Presidente iraniano eletto ha trionfato al primo turno con il 61,9% dei voti, ma l'affluenza, che si è fermata al 48%, è stata la più bassa nella storia delle presidenziali nella repubblica islamica. L'affluenza del 48,8%, tuttavia, è stata la più bassa nella storia della Repubblica Islamica.

"No" all'ipotesi di incontro con Biden
Il nuovo presidente iraniano ha affermato di non aver intenzione di incontrare il suo omologo americano Joe Biden. "Il mio messaggio agli Usa è questo: tornate immediatamente all'accordo sul nucleare". Ha detto il presidente eletto iraniano in conferenza stampa, a cui erano presenti circa 180 giornalisti stranieri, compresi alcuni americani. "Questa - ha aggiunto Raisi - è la linea del governo attuale (del presidente Hassan Rohani) e del prossimo, vanno tolte tutte le sanzioni e ci devono essere verifiche su questo processo". "sosterremo ogni negoziato che garantisca i nostri interessi nazionali, ma non intendiamo trattare solo per trattare", ha affermato Raisi. 

Gli Stati Uniti "hanno violato" dunque l'accordo internazionale del 2015 sul nucleare iraniano, mentre "gli europei non hanno rispettato gli impegni" ha aggiunto il Presidente eletto iraniano. Gli Stati Uniti e gli europei "dovrebbero rispettare i propri impegni sulla base" dell'accordo, ha aggiunto. "E' questo - ha detto - quello che chiede l'Iran".

"Gli Usa sono obbligati a rimuovere tutte le sanzioni oppressive contro l'Iran", ha proseguito. La flotta di aviazione d'attacco di Teheran risale in gran parte a prima della Rivoluzione islamica del 1979, mentre i vicini arabi dell'Iran negli anni hanno acquistato miliardi di dollari di strumenti militari americani, il che ha costretto l'Iran a investire piuttosto in missili. Teheran conta anche su milizie come gli houthi in Yemen e Hezbollah in Libano per controbilanciare contro nemici come rispettivamente l'Arabia Saudita e Israele.

Raisi ha avvertito che il programma di missili balistici di Teheran "non è negoziabile" nonostante le richieste degli Stati Uniti di includere tali di includere la questione in un accordo più ampio su nucleare. "Insistiamo, le questioni regionali o le questioni missilistiche dell'Iran non saranno negoziabili", ha detto Raisi. 

Politica estera non limitata all'accordo sul nucleare
Durante la conferenza stampa Raisi ha detto che la "politica estera" di Teheran "non sarà limitata all'accordo" del 2015 sul nucleare iraniano, noto come Jcpoa. "Il mondo - ha affermato - deve sapere che la politica estera del nostro governo non partirà dal Jcpoa perché non sarà limitata al Jcpoa". 

Raisi ha parlato di "interazione con tutti i Paesi del mondo", di "un'interazione equilibrata", e ha assicurato sostegno "per ogni negoziato che tuteli gli interessi nazionali". "La situazione economica e le condizioni di vita delle persone non saranno legate a questi negoziati" e "non permetteremo colloqui tanto per farli", ha aggiunto Raisi, secondo il quale "il mondo deve sapere che la situazione è cambiata" con quella che ha definito una "epica" partecipazione degli iraniani al processo elettorale. La "priorità" dell'Iran nelle relazioni estere è per i Paesi "vicini" ha sottolineato poi il presidente eletto iraniano. Riguardo l'Arabia Saudita, eterna rivale dell'Iran nella regione, ha sostenuto che "non ci sono problemi" rispetto alla ripresa dei rapporti.

Raisi: "Sempre difeso i diritti umani"
Il presidente eletto iraniano ha sostenuto di aver "sempre" difeso i "diritti umani". Per l'opposizione all'estero il nome di Raisi, promosso negli scorsi anni a capo dell'apparato giudiziario, è legato alla cosidetta "commissione della morte", un tribunale speciale voluto dall'ayatollah Khomeini nel 1988 condannò al patibolo - secondo il Center for Human Rights in Iran - migliaia di prigionieri politici iraniani.

Xi si congratula con Raisi
Il presidente cinese, Xi Jinping, ha inviato un messaggio di congratulazioni a Ebrahim Raisi, vincitore delle elezioni presidenziali di venerdì. Lo riportano i media ufficiali cinesi, secondo i quali nel suo messaggio Xi ha definito i due Paesi "partner strategici globali" e ha attribuito "grande importanza allo sviluppo delle relazioni Cina-Iran". Xi ha aggiunto di essere pronto a lavorare con Raisi per consolidare la fiducia politica reciproca ed espandere e approfondire la cooperazione. La Cina, che è tra i principali partner commerciali della Repubblica islamica, è una delle potenze mondiali coinvolte nei negoziati in corso per rilanciare l'accordo sul programma nucleare iraniano del 2015. 

"Oggi abbiamo buoni rapporti con la Cina e c'è molto potenziale tra i due Paesi" ha detto Raisi, che ha assicurato che "lavoreremo" per "avere ottimi rapporti con la Cina. A marzo i due Paesi hanno firmato un patto di cooperazione "politica, strategica ed economica" della durata di 25 anni. La Cina è una delle potenze coinvolte nei negoziati per rilanciare l'accordo internazionale del 2015 sul nucleare iraniano e nel suo messaggio odierno Xi ha definito i due Paesi "partner strategici globali", attribuendo "grande importanza allo sviluppo delle relazioni".