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MONDO

Gli estremisti islamici non si fermano

Iraq, continua l'avanzata dei qaedisti. Esodo da Mosul

I miliziani dell'Isis hanno in mano anche Tikrit, città natale di Saddam Hussein. Il governo iracheno annuncia la creazione di una cellula di crisi per fronteggiare l'insurrezione. Il ministro degli Esteri, Federica Mogherini: la comunità internazionale appoggi l'Iraq contro il terrorismo

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Combattenti in Iraq
Mosul (Iraq)
Continua l’offensiva dei qaedisti dell’Isis nel nord dell’Iraq. Dopo aver preso Mosul, la seconda città del paese, i miliziani hanno ormai il controllo di tutta la provincia di Ninive e di buona parte delle province di Salaheddine, Baiji e Kirkuk, città compresa. Il governo del premier Nouri al Maliki ha annunciato la creazione di una cellula di crisi per fronteggiare l’insurrezione.

Tikrit nelle mani degli jihadisti
E dopo la città di Mosul anche "Tikrit è caduta nelle mani degli jihadisti" dello Stato Islamico dell'Iraq e del Levante (Isis), riferisce un colonnello della polizia aggiungendo che gli uomini di Isis hanno liberato centinaia di prigionieri. Tikrit, paese natale di Saddam Hussein, è il capoluogo della provincia di Salaheddin e si trova a 157 km a nord di Baghdad.

Esodo da Mosul
Da Mosul è ormai in corso un vero e proprio esodo dalla città. Secondo l'Organizzazione Internazionale per le Migrazioni, che ha raccolto le cifre fornite dalle sue fonti sul posto, circa 500mila abitanti, in pratica uno su tre, hanno abbandonato le proprie case nelle ultime ore in fuga dai guerriglieri dello Stato Islamico dell'Iraq e del Levante. Il governatore locale Atheel al-Nujaifi ha accusato dell'accaduto il governo iracheno e ha chiesto che "i leader militari vengano processati per aver permesso la caduta di Mosul".

Conquistata anche Baiji
Gli uomini dell'Isis sono penetrati anche a Baiji, dove hanno dato alle fiamme il tribunale e un commissariato. A Baiji c'è la più grande raffineria del Paese, che rifornisce di prodotti petroliferi la maggior parte delle province irachene. Secondo fonti della sicurezza, le 250 guardie della raffineria hanno accettato di ritirarsi quando i qaedisti, martedì sera, hanno inviato una delegazione di capi tribali locali per convincerli a cedere il passo.

Governo in difficoltà 
Di fronte agli ultimi sviluppi, il governo ha annunciato la creazione di "una cellula di crisi per supervisionare il volontariato e l’armamento" dei cittadini pronti a combattere e la propria decisione di "riorganizzare" le forze di sicurezza. La posizione del premier Nouri al Maliki si fa sempre più difficile. Il consigliere del Centro Studi iracheni strategici, Nizar al Samarrai, gli ha chiesto di dimettersi. Anche il presidente del Parlamento, Osama al Najafi, si è unito alla richiesta parlando di "tragedia a Ninive" insieme al portavoce del Movimento popolare iracheno, Mohammed Taha Hamdun.

Curdi pronti a intervenire
Un aiuto al governo di Baghdad potrebbe arrivare dai peshmerga. I guerriglieri curdi peshmerga sono pronti a combattere per liberare Mosul. Lo ha annunciato il rappresentante dell'Unione patriottica del Kurdistan a Teheran, Nazzem Dabbaq, all'agenzia di stampa Fars. Già ieri i guerriglieri curdi hanno ripreso il villaggio di Rubaia che era sotto il controllo dei jihadisti di al-Baghdadi.

Preoccupazione a livello internazionale 
Il ministro degli Esteri, Federica Mogherini, si è detta preoccupata per la situazione. A margine del vertice Ue-Lega Araba ad Atene, ha dichiarato che è necessario che la comunità internazionale e l'Italia appoggino il governo iracheno nella risposta alla minaccia del terrorismo. L’avanzata dell’Isis impensierisce anche il segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon, secondo il quale i qaedisti sono una “minaccia per la stabilità di tutta la regione”. L’Iran ha chiesto l’intervento della comunità internazionale per aiutare Baghdad a fronteggiare l’ondata di estremismo islamico. “È necessario che i governi e gli organismi internazionali sostengano la nazione irachena inquesto momento critico", ha detto la portavoce del ministero degli Esteri iraniano Marziyeh Afkham.