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MONDO

L'avanzata dello Stato islamico

Iraq: i jihadisti dell'Isis conquistano il nord, cristiani in fuga

"Le città di Qaraqosh, Tall Kayf, Bartella e Karamlesh sono state abbandonate dai loro abitanti e sono ora sotto il controllo degli insorti", ha detto l'arcivescovo caldeo di Kirkuk e Sulaymaniyah, Joseph Thomas. "E' una catastrofe, una situazione tragica - ha aggiunto il prelato - Chiediamo al Consiglio di sicurezza dell'Onu di intervenire immediatamente. Decine di migliaia di persone terrorizzate sono cacciate da casa loro mentre noi parliamo, non si può descrivere quello che succede"

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Militanti dell'Isis
Roma
Non si ferma l’avanzata dei jihadisti dell’Isis che hanno conquistato anche Qaraqosh, la principale città cristiana dell'Iraq, e le zone circostanti.
 
"Al momento so che le città di Qaraqosh, Tall Kayf, Bartella e Karamlesh sono sotto il controllo dei miliziani dopo che la popolazione è fuggita", ha detto Joseph Thomas, arcivescovo caldeo di Kirkuk e Sulaimaniyah. Nella notte le località erano state abbandonate dalle forze curde. "E' una catastrofe, una situazione tragica - ha aggiunto il prelato -. Chiediamo al Consiglio di sicurezza dell'Onu di intervenire immediatamente. Decine di migliaia di persone terrorizzate sono cacciate da casa loro mentre noi parliamo, non si può descrivere quello che succede".  
 
Diversi abitanti contattati dalla France Presse hanno confermato che tutta la zona nel nord dell'Iraq, dove risiede la maggior parte della comunità cristiana del paese, è finita sotto il controllo dei jihadisti e i residenti sono in fuga.
 
I jihadisti dello Stato islamico hanno quindi preso il controllo della maggior parte delle città cristiane nel nord dell'Iraq. L'ultima è essere conquistata è la cittadina di Tall Kayf a nord di Mosul, già sotto il controllo dello Stato islamico. "La maggior parte delle famiglie ha lasciato la città ed è fuggita verso la provincia di Dahuk in Kurdistan", ha detto un abitante della zona. Tall Kayf è la terza città irachena che, dal controllo delle forze Peshmerga curde, è caduta nelle mani dei jihadisti.
 
E sono diverse migliaia i cristiani iracheni costretti ad abbandonare le loro case da giugno, quando ha avuto inizio dell'avanzata dello Stato islamico nel nord e nell'ovest dell'Iraq. Secondo il Patriarca cattolico caldeo Louis Raphael Sako, erano circa 1,2 milioni i cristiani che vivevano in Iraq prima dell'intervento militare americano del 2003, mentre ora sono circa 500mila.
 
Le forze islamiste dell’Isis (Stato islamico dell’Iraq e della Siria), sotto la guida di Abu Bakr al Baghdadi, a partire dal 5 giugno scorso hanno attaccato e conquistato molte città irachene e proclamato la nascita del Califfato. Dopo aver preso importanti centri come Mosul, Tikrit, la provincia di Baiji ricca di petrolio ed essere arrivati a un’ora d’auto da Baghdad, a partire da sabato 3 agosto, i miliziani hanno iniziato la conquista di numerose cittadine del nord dell’Iraq, provocando nuovi morti, feriti, e la fuga di migliaia di iracheni.

La ripresa dell’offensiva dell’Isis nel nord iracheno ha scatenato scontri con i peshmerga, le milizie della minoranza curda che abita la regione settentrionale del Paese. Ed anche numerosi combattenti curdi provenienti dalla Siria e dalla Turchia si sono uniti alle forze Peshmerga per respingere l’avanzata dei jihadisti. Autorità della regione autonoma del Kurdistan iracheno hanno comunicato che rinforzi sono arrivati dalla Siria e dalla Turchia, insieme a nuove armi. Le stesse fonti hanno aggiunto che le forze Peshmerga stanno avanzando verso Mosul, anche se lo Stato islamico sta ammassando nella regione un numero crescente di effettivi.

Nei giorni scorsi il primo ministro iracheno Nuri al Maliki, nonostante i rapporti difficili con le autorità del Kurdistan, aveva accettato di fornire coperture aerea ai Peshmerga.