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MONDO

Rappresentate Unicef: 700 turcomanni massacrati dall'Isis a luglio

Iraq, tv locale: "Isis ha ripreso diga di Mosul". Ma fonti militari smentiscono

Secondo fonti militari irachene l'attacco jihadista sarebbe stato respinto dall'azione congiunta dei Peshmerga e delle forze speciali di Baghdad. Nella capitale, intanto, un'autobomba ha causato almeno 11 morti

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Diga di Mosul
Iraq
La diga di Mosul è ancora sotto il controllo delle forze speciali irachene e delle milizie curde Peshmerga, nonostante l'offensiva condotta nella notte dai qaedisti dello Stato islamico (Isis). Lo riferiscono fonti militari irachene, secondo cui l'attacco jihadista, condotto mediante l'uso di carri armati, sarebbe stato respinto
dall'azione congiunta dei Peshmerga e delle forze speciali di Baghdad.

In precedenza, l'emittente televisiva irachena "al Sumaria" aveva riferito che la diga sarebbe stata ripresa dallo Stato islamico a seguito di una battaglia conclusasi all'alba di oggi. A smentire la notizia erano state anche fonti curde citate dalla televisione di Stato irachena.

Autobomba a Baghdad: almeno 11 morti
Un'autobomba nel distretto sciita di Baghdad è esplosa provocando almeno 11 morti e oltre 31 feriti. Una macchina carica di esplosivo si è diretta nella principale zona commerciale del quartiere di New Baghdad, nell'est della città, questa mattina all'ora di punta. L'auto si è fermata vicino al mercato all'aperto di frutta e verdura e ad un ufficio della polizia stradale. Poi è esplosa.

700 turcomanni uccisi dall'Isis a luglio
Circa 700 civili appartenenti alla minoranza turcomanna sciita, tra cui "bambini, donne e vecchi", sono stati massacrati dai jihadisti dello Stato islamico (Isis) nel villaggio di Beshir, nel nord dell'Iraq. Lo ha detto all'Ansa il rappresentante dell'Unicef in Iraq, Marzio Babille, precisando che la strage è avvenuta tra l'11 e il 12 luglio.

La denuncia, che si basa sulle testimonianze raccolte dai profughi fuggiti da Beshir, arriva mentre si teme per la sorte di altre migliaia di turcomanni che i jihadisti assediano dallo scorso giugno nella città di Amerli. Come gli yazidi e i cristiani, i turcomanni sciiti sono tra le minoranze prese di mira dalle persecuzioni dell'Isis, che segue una dottrina fondamentalista sunnita.