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ITALIA

Dirigente: così venivano corrotti politici e amministratori

Appalti Cpl, Simone: corruzione con consulenze e subappalti

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Il sistema della corruzione? Non è più quello della bustarella consegnata furtivamente al politico, all'amministratore o al funzionario corrotto: roba vecchia, da
prima Repubblica. Oggi chi vuole ottenere l'appalto affida una consulenza - quasi sempre fittizia perché l'unica attività del ''consulente'' alla fine è quella di intascare un compenso per un lavoro mai svolto - a un familiare o a un prestanome. Oppure un subappalto a una ditta alla quale il corrotto è, più o meno direttamente, legato. E' il nuovo scenario disegnato dai magistrati della procura di Napoli e dai carabinieri del Noe che stanno indagando sugli appalti della Cpl Concordia, la coop i cui vertici sono finiti in carcere o ai domiciliari con accuse che vanno dall'associazione per delinquere alla corruzione e turbativa d'asta.

L'ipotesi investigativa, che a giudizio degli inquirenti appariva già sufficientemente delineata, potrebbe trovare ora ulteriore conferma, e determinare una estensione a macchia d'olio dell'inchiesta, in seguito alle dichiarazioni di Francesco Simone, responsabile delle relazioni esterne della Coop. Finito in carcere lunedì scorso e interrogato venerdì nel carcere di Poggioreale dal gip Amelia Primavera e dai pm Henry John Woodcock, Giuseppina Loreto e Celeste Carrano, il dirigente ha ammesso l'esistenza di un ''sistema corruttivo''. Ed ha spiegato che alla Cpl Concordia funzionava attraverso consulenze, quasi sempre fittizie, e subappalti e forniture presso ditte segnalata dagli amministratori pubblici che favorivano l'aggiudicazione degli appalti.

Simone si è soffermato con ricchezza di dettagli sull'appalto per la metanizzazione dell'isola di Procida, una vicenda analoga a quella relativa ai lavori eseguiti dalla Cpl a Ischia che ha portato alla raffica di arresti del 30 marzo. Senza alcun indugio i magistrati hanno incaricato i carabinieri di acquisire documenti nel municipio di Procida e ad eseguire perquisizioni nelle abitazioni dell'ex sindaco ed ex deputato di An Luigi Muro e dell'attuale primo cittadino Vincenzo Capezzuto (non indagato). Tre gli avvisi firmati dai pm che ipotizzano un nuovo episodio di corruzione: nei confronti di Muro, dell'ex presidente della Coop Roberto Cesari e di  Nicola Verrini, ex responsabile di area per Lazio, Campania e Sardegna, entrambi già agli arresti nell'ambito dell'indagine sull'appalto di Ischia.

L'iniziativa è scaturita, come si evidenzia nel decreto di perquisizione,  dalle rivelazioni di Simone che ha prima accennato all'esistenza del sistema e ha poi indicato la vicenda di Procida come esempio del metodo corruttivo. L'ex sindaco Muro fu utilizzato - ha spiegato Simone - anche per i suoi legami con l'attuale sindaco, allo scopo di ottenere le autorizzazioni necessarie da parte del Comune. A lui sarebbe stata riservata una quota quantificata tra il 10 e il 20 per cento di una società costituita ad hoc dalla Cpl Concordia. A tale proposito ha rivelato che diverse volte la coop ha creato società di scopo le cui quote aumentano vertiginosamente quando l'appalto viene assegnato e soprattutto quando si sbloccano i finanziamenti pubblici.

Lo stesso sistema sarebbe stato applicato, a suo dire, per retribuire Muro "o chi per lui". Simone ha anche raccontato di aver assistito a colloqui tra Muro e Casari durante i quali si faceva esplicito riferimento alla vicenda. Casari si sarebbe poi anche lamentato con Simone per il fatto che Muro "voleva monetizzare subito il suo guadagno" avendo manifestato l'intenzione di vendere la propria quota appena ottenuto il finanziamento.