POLITICA
La conferenza per la sicurezza in Iraq
Guerra al terrore. Mogherini: "Dall'Italia armi e aiuti umanitari"
Il ministro degli Esteri da Parigi: "Tutti d'accordo nel fare presto e insieme". Dopo il vertice gli incontri bilaterali con il segretario di Stato americano, John Kerry, il britannico Philip Hammond e il turco Mevlut Cavusoglu
I primi aerei di ricognizione francesi sull'Iraq si sono levati in volo questa mattina, ma nessun velivolo si alzerà dai cieli italiani. Lo ha assicurato il ministro degli Esteri Federica Mogherini dopo aver parteciparto alla Conferenza sull'Iraq che si è svolta a Parigi.
"L'Italia ha deciso l'invio di armi, munizioni, soprattutto l'invio di materiale per il sostegno umanitario, che è una priorità". I primi 6 voli di aiuti umanitari sono già partiti le scorse settimane. Sulle armi Mogherini sottolinea: "Dopo il voto del Parlamento il 20 agosto e dopo la decisione del Consiglio europeo del 15 agosto abbiamo mandato i primi 2 aerei di armi e munizioni. Uno è arrivato sabato ad Erbil e l'altro ieri".
"C'è un tema di sostegno al nuovo governo iracheno dal punto di vista politico - ha sottolineato il ministro - deve riuscire ad essere inclusivo rispetto a tutte le parti del Paese. C'è un lavoro da fare nella regione, e su questo credo che l'Italia possa giocare un ruolo importante, per mettere sempre più in sintonia i paesi che confinano con l'Iraq perché lavorino insieme per arginare questo fenomeno. L'Italia ha buone relazioni con tutti i paesi della regione, il nostro valore aggiunto può essere soprattutto su questo versante".
"L'Italia ha deciso l'invio di armi, munizioni, soprattutto l'invio di materiale per il sostegno umanitario, che è una priorità". I primi 6 voli di aiuti umanitari sono già partiti le scorse settimane. Sulle armi Mogherini sottolinea: "Dopo il voto del Parlamento il 20 agosto e dopo la decisione del Consiglio europeo del 15 agosto abbiamo mandato i primi 2 aerei di armi e munizioni. Uno è arrivato sabato ad Erbil e l'altro ieri".
"C'è un tema di sostegno al nuovo governo iracheno dal punto di vista politico - ha sottolineato il ministro - deve riuscire ad essere inclusivo rispetto a tutte le parti del Paese. C'è un lavoro da fare nella regione, e su questo credo che l'Italia possa giocare un ruolo importante, per mettere sempre più in sintonia i paesi che confinano con l'Iraq perché lavorino insieme per arginare questo fenomeno. L'Italia ha buone relazioni con tutti i paesi della regione, il nostro valore aggiunto può essere soprattutto su questo versante".