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MONDO

Il tariffario dei jihadisti

Isis: donne yazide e cristiane vendute come bestiame. Il prezzo dipende dall'età

Nel documento è fissato il prezzo per ogni donna "yazida o cristiana". Per quelle di età compresa tra i 40 e i 50 anni i miliziani fissano il prezzo di 50 mila dinari. Fino a 200mila dinari se si tratta di bambini con meno di 9 anni

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Miliziani dell'Isis (LaPresse)
Donne yazide e cristiane vendute come bestiame, come schiave secondo un tariffario preciso che tiene conto soprattutto dell'età. I prezzi sono stati messi nero su bianco, con razionale freddezza, dall'Isis in un documento che circola nei mercati siriani e iracheni. E le bambine, lungi dall'essere protette da questi orrori, sono le più ambite. A loro è assegnato il prezzo più alto: fino a 200 mila dinari, circa 140 euro se hanno meno di nove anni. Quale sia poi il tragico destino delle donne schiave è ormai notizia nota: vengono spesso picchiate, stuprate e costrette a convertirsi all'Islam.

Verità già emerse nel video diffuso dal canale panarabo Al Aan TV, che mostra un gruppo di terroristi dell'Isis mettersi d'accordo per avere nuove schiave sessuali o liberarsi di quelle che non vogliono più. 

Il tariffario
Nel documento è fissato il prezzo per ogni donna "yazida o cristiana". Per quelle di età compresa tra i 40 e i 50 anni i miliziani fissano il prezzo di 50 mila dinari ( circa 35 euro), 75 mila dinari (52 euro) se hanno invece tra i 30 e i 40 anni. Per una donna tra i 20 e i 30 anni, il prezzo è di 100 mila dinari (69 euro), 150 mila dinari (circa 100 euro) se è una ragazza tra i 10 e i 20 anni e 200 mila (circa 140 euro) se è una bambina dai 9 anni in giù. 

testo

Alto Commissario Kurdistan, donne vendute come schiave
L'Alto Commissario del Governo Regionale del Kurdistan, Rezan Kader - ascoltato a Roma dalla Commissione per la Tutela dei diritti Umani del Senato lo scorso 4 novembre, ha denunciato "le violenze dell'Isis nei confronti della popolazione civile curda, in particolare le donne - segnatamente yazide e cristiane - trattate crudelmente e vendute come schiave". La Keder ha chiesto che l'Italia riconosca "il genocidio del popolo curdo, così come hanno fatto altri importanti Paesi europei, come la Norvegia, il Regno Unito, la Svezia".