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MONDO

La svolta

Israele, verso intesa Lapid-Bennett: "Via Netanyahu dal governo"

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Lapid e Bennett
Ore politiche convulse in Israele. In un'offerta dell'ultimo minuto con l'obiettivo di impedire un governo di centro di Yair Lapid, il premier Benyamin Netanyahu ha offerto al leader di 'Yamina' Naftali Bennett e a Gideon Saar di 'Nuova speranza' la rotazione a tre nella premiership in un esecutivo tutto di destra. Un appello in tal senso è stato sottoscritto dai partiti religiosi, dalla destra religiosa sionista di Smootrich e dallo stesso Netanyahu.

Saar tuttavia ha declinato la proposta scrivendo su twitter che il suo partito "resta allineato alla sua posizione" di rimpiazzare Netanyahu. Più complessa la situazione di 'Yamina' il cui leader Bennett è alle prese con un parziale dissenso interno ma che sembra aver scelto già Lapid. L'annuncio in tal senso - dopo una riunione del partito prevista alle 14 (ora locale)- dovrebbe avvenire in giornata.

La svolta di ieri
Il leader centrista Yair Lapid e quello di destra Naftali Bennett sembrano aver trovato l'accordo per una maggioranza di governo senza Benyamin Netanyahu. Lo hanno riferito ieri  indiscrezioni sempre più insistenti rilanciate dai media. Se così fosse - e un annuncio in tal senso di Bennett potrebbe arrivare oggi - Lapid potrebbe sciogliere positivamente il mandato affidatogli dal presidente Reuven Rivlin che scade il 2 giugno.

Dopo un altalena politica dovuta alla guerra con Gaza, Bennett appare infine aver scelto un'alleanza che metterebbe fine al governo decennale di Netanyahu.

L'accordo - secondo molte fonti - prevede una premiership a rotazione di due anni tra Lapid e Bennett, con avvio di quest'ultimo mentre Lapid diventerebbe premier alternato e ministro degli esteri. Scaduto il biennio, i ruoli si invertirebbero.

Nella maggioranza di governo ci sarebbero, oltre 'C'è un futuro' di Lapid e 'Yamina' di Bennett, anche 'Nuova speranza' dell'ex Likud Gideon Saar, 'Israele casa nostra' di Avigdor Lieberman, 'Blu bianco' di Benny Gantz, i laburisti e la sinistra di 'Meretz'.

I seggi
In complesso si arriverebbe a 58 seggi ai quali si aggiungerebbe - secondo le stesse fonti - l'appoggio esterno dei 4 seggi di Raam (Mansour Abbas) e anche dei 6 della Lista araba unita, per una somma di 68 seggi, ben più dei 61 su 120 necessari alla Knesset. Sui modi e le forme dell'appoggio esterno dei partiti arabi mancano tuttavia ancora i dettagli.