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MONDO

Fra le vittime anche un giornalista palestinese

Israele ad un passo dalla guerra. Peres: "Stop ai missili o invadiamo". Abu Mazen: "E' genocidio"

Raid sulla Striscia, decine di morti. Pioggia di razzi sulle città israeliane. Convocata una riunione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite per discutere dell'escalation di violenza tra israeliani e palestinesi nella Striscia di Gaza, che finora ha causato secondo fonti palestinesi, 53 morti e 465 feriti 

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Se i razzi non cesseranno, Israele estenderà l'intervento e l'operazione terrestre potrebbe essere inevitabile. Il primo ministro Benyamin Netanyahu, così come il presidente Shimon Peres, non ha nascosto le intenzioni dello stato ebraico mentre il presidente palestinese Abu Mazen ha definito la situazione a Gaza "un massacro e un genocidio". Il secondo giorno di confronto tra Hamas e Israele sembra una vera guerra. Le vittime nella Striscia, secondo alcune fonti, sono salite a oltre 50 e sono centinaia i feriti.

Riunione Consiglio Sicurezza Onu
Intanto è stata convocata per giovedì 10 luglio alle 10 ora locale (le 16 in Italia) una riunione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite per discutere dell'escalation di violenza tra israeliani e palestinesi nella Striscia di Gaza, che finora ha causato, secondo fonti palestinesi, 53 morti e 465 feriti. 

Fra le vittime un giornalista palestinese
Fra le vittime anche un giornalista palestinese, ucciso in un raid che ha centrato il veicolo su cui viaggiava con la sua troupe (almeno tre i feriti). Su Israele in due giorni - secondo il portavoce militare - sono stati intanto lanciati più razzi che in tutto lo scontro del 2012: 220 dall'inizio delle operazioni, di cui oltre 70 solo mercoledì 9 luglio (anche su Tel Aviv e la sua area metropolitana). Compresi i temibili M302 a lunga gittata: una novità che Israele imputa alle forniture dell'Iran alla fazione islamica. Quelli lanciati oggi sono arrivati a 130 chilometri di distanza, verso Zichron Yaacov, poco distante da Cesarea.

Gli "uomini rana" fermati sulla costa
Mentre sulla costa due 'uomini-rana' infiltratisi dalla Striscia di Gaza sono stati intercettati e uccisi dalle pattuglie israeliane secondo quanto riferiscono fonti militari. E' il secondo episodio del genere in due giorni. La direzione dell'aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv ha annunciato una riduzione dei voli di linea per dar spazio a quelli militari. Il Fronte del Comando interno ha dato ordine di aprire i rifugi a Haifa e sul Carmelo, a circa 160 chilometri da Gaza.

Nella Striscia situazione drammatica
Nella Striscia, dove la situazione è drammatica, la popolazione (2 milioni di persone) ha praticamente passato la notte in bianco: 160 i raid che si sono susseguiti uno dopo l'altro. Dall'avvio dell'operazione, l'esercito ha annunciato di aver centrato oltre 550 siti di Hamas - tra questi la casa di un comandante che rapì il soldato israeliano Gilad Shalit - inclusi 31 tunnel e 60 lanciatori di razzo. "L'operazione sarà estesa e proseguirà fino a quando - ha ammonito Netanyahu che sembra aver ritrovato l'unità del suo governo e del paese - gli spari verso le nostre città non cesseranno del tutto e la calma ritornerà".

Le parole di Peres e Abu Mazen
Anche il presidente Shimon Peres - in carica ancora per pochi giorni - ha messo in guardia Hamas che l'offensiva di terra potrebbe cominciare "a breve". "Li abbiamo avvisati. Gli abbiamo chiesto di fermarsi - ha ricordato Peres - abbiamo atteso un giorno, due, tre e loro hanno continuato. Ed hanno sparso il loro fuoco su molte aeree di Israele".

Il leader palestinese Abu Mazen- che ha detto di essere in contatto con l'Onu e l'Egitto - ha attaccato duramente Israele minacciando il ricorso alle agenzie internazionali, compresa la Corte penale dell'Aja. "Gli eventi di queste ore non sono una guerra contro Hamas, ma una guerra contro il popolo palestinese. Partita da Hebron, passata a Shufat e adesso a Gaza. E' un massacro e un genocidio", ha aggiunto

E Khaled Maashal, leader in esilio di Hamas ha affermato: "Le cose sono state in pace finché Netanyahu non ha commesso ogni possibile tipo di terrorismo contro il nostro popolo".

La diplomazia internazionale
Di fronte ad uno scenario che potrebbe avere esiti ancora più distruttivi, la diplomazia internazionale si sta muovendo. Angela Merkel e Francois Hollande hanno avuto colloqui telefonici con Benyamin Netanyahu, condannando entrambi i lanci di razzi da Gaza, mentre il segretario di Stato Usa, John Kerry, ha sentito sia il premier israeliano sia il presiedente palestinese Abu Mazen. Il ministro degli esteri italiano Federica Mogherini da Mosca insieme al collega Serghiei Lavrov ha raccomandato moderazione a tutte le parti e ha notato che "è urgente evitare una spirale di violenza in Medio Oriente che rischierebbe di sfuggire al controllo e di infiammare una regione attraversata da conflitti drammatici".