Original qstring:  | /dl/archivio-rainews/articoli/Istat-Cala-la-popolazione-in-Italia-nel-2030-saremo-58-milioni-49f97e89-1cb8-4bbc-ada8-674fc1aa2ff2.html | rainews/live/ | true
ITALIA

Futuro demografico

Istat: cala la popolazione in Italia, nel 2030 saremo 58 milioni

Le nascite non compenseranno i decessi. In aumento il numero di persone sole, in calo quello delle coppie con figli

Condividi
Le previsioni sul futuro demografico in Italia restituiscono un "potenziale quadro di crisi": la popolazione residente è in decrescita, da 59,6 milioni al primo gennaio 2020 a 58 milioni nel 2030, a 54,1 milioni nel 2050 e a 47,6 milioni nel 2070. Il rapporto tra giovani e anziani sarà di 1 a 3 nel 2050 mentre la popolazione in età lavorativa scenderà in 30 anni dal 63,8% al 53,3% del totale. Il 2048 potrebbe essere l'anno in cui i decessi potrebbero doppiare le nascite, 784mila contro 391mila. .E' quanto emerge dal report  dell'Istat 'Previsioni della popolazione residente e delle famiglie base 1/1/2020' .

Entro 10 anni (periodo per il quale  l'Istat definisce per la prima volta nella sua storia un'apposita  metodologia previsiva, coerente col livello regionale e nazionale  sopra descritto) un numero crescente di Comuni andrà incontro a un  calo demografico. Secondo lo scenario mediano, l'81% dovrebbe trovarsi in tali condizioni entro il 2030. Ciò si deve alla bassa fecondità che colpisce uniformemente alla base la struttura per età delle  popolazioni ma anche a livelli migratori sfavorevoli per alcune realtà territoriali, laddove è più forte sia l'emigrazione per  l'estero sia quella per l'interno. A livello nazionale si valuta che tra il 2020 e il 2030 i Comuni delle zone rurali possano nel complesso contrarre una riduzione della  popolazione pari al 6%, passando da 10,2 a 9,6 milioni di residenti  (Prospetto 3). In tali aree i comuni con saldo negativo della  popolazione sono l'87% del totale. La questione investe soprattutto le aree del Mezzogiorno, dove i Comuni delle zone rurali con bilancio  negativo sono il 93% del totale e dove si riscontra una riduzione  della popolazione pari all'8,9%. 

10,3 milioni di persone sole nel 2040
Entro il 2040 sono 10,3 milioni le persone destinate a vivere da sole, spiega l'Istat. "Tra le molteplici dinamiche che conducono alla trasformazione delle strutture familiari, vi è quella che porta all'incremento delle persone sole, "delle vere e proprie micro-famiglie".  In particolare, gli uomini che vivono da soli passeranno da 3,6 milioni nel 2020 a 4,3 milioni nel 2040 (+17%). Le donne sole sarebbero invece destinate ad aumentare da 5 a 6,1 milioni (+23%). L'Istat evidenzia anche la "ricaduta sociale importante", di questa tendenza: è principalmente nelle età avanzate che aumentano molto le persone sole. 

Le nascite non compenseranno i decessi
Le future nascite non compenseranno i futuri decessi. Già dal 2007 - si legge nel rapporto - l'Italia sta affrontando la realtà di un ricambio naturale negativo, fattore alla base del processo di riduzione della popolazione, nonostante la parziale contropartita di dinamiche migratorie con l'estero di segno positivo. In tale quadro, aggiunge l'Istat, "gli scenari previsivi di nascite e decessi ingigantiscono tale processo, misurando la tendenza a registrare annualmente saldi negativi per il movimento naturale della popolazione. Nemmeno negli scenari contrapposti più favorevoli (regimi di alta natalità incrociati con regimi di bassa mortalità) il numero proiettato di nascite arriverebbe a compensare quello dei decessi".

In calo le coppie con figli
Per via dei livelli di fecondità riscontrati negli ultimi anni, e sulla base dello scenario attuale, l'Istat prevede una consistente diminuzione delle coppie con figli: tra il 2020 e il 2040 la loro consistenza diminuirebbe di ben il 23%, ossia da 8,3 milioni fino a 6,4 milioni. Allo stesso tempo, le coppie senza figli aumenteranno da 5,1 a 5,7 milioni, per un incremento del 13%. Se tale andamento dovesse procedere con la stessa intensità prevista fino al 2040, ci potrebbe essere il sorpasso già entro il 2045, spiega l'Istat. Inoltre, l'instabilità coniugale, sempre più diffusa nel Paese, vedrà aumentare le famiglie composte da un genitore solo, maschio o femmina, con uno o più figli. Nel 2020 i monogenitori sono in totale 2,8 milioni, per lo più madri (2,2 milioni) che padri (meno di 600mila) e rispettivamente rappresentano l'8,6% e il 2,3% del totale delle famiglie. I padri soli, pur rimanendo minoritari rispetto alle madri sole, saranno circa 900mila entro il 2040 (il 3,4% del totale delle famiglie), stabili le madri sole a 2,2 milioni (8,3% del totale), cosicché il totale di monogenitori sarebbe pari a 3,1 milioni.

Nel 2050 il rapporto giovani-anziani diventa uno a tre
Il rapporto tra giovani e anziani sarà di 1 a 3 nel 2050 mentre la popolazione in età lavorativa scenderà in 30 anni dal 63,8% al 53,3% del totale. E' quanto si legge nel rapporto Istat pubblicato oggi sulla popolazione residente e le famiglie in Italia.