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ECONOMIA

In rosso 22 grandi città

Istat conferma deflazione marzo, prezzi in calo -0,2% su base annua

Il fenomeno colpisce sempre più le città, allargandosi a macchia d'olio sul territorio nazionale. Sono 22 le grandi città con i prezzi in calo su base annua. Erano 20 a febbraio. Nella lista anche Roma (-0,5%), Firenze (-0,4%), Napoli (-0,1%) e Milano (-0,1%). I ribassi più forti si registrano per Bari e Potenza (-1,0% entrambe).

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L'Istat conferma la deflazione a marzo, con l'indice dei prezzi al consumo che scende dello 0,2% su base annua. Un dato che segue il -0,3% di febbraio. Ma su base mensile la variazione risulta positiva, con un aumento dello 0,2%. 

 La deflazione colpisce sempre più città, allargandosi a macchia d'olio su tutto il territorio nazionale, da Nord a Sud. Sono, infatti, stando ai dati dell'Istat, 22 le grandi città con i prezzi in calo su base annua. Erano 20 a febbraio. Nella lista rientrano anche Roma (-0,5%), Firenze (-0,4%), Napoli (-0,1%) e Milano (-0,1%). I ribassi più forti si registrano per Bari e Potenza (-1,0% entrambe).Nel dettaglio, spiega l'Istituto di statistica, a marzo, guardando ai 20 capoluoghi delle regioni e delle province autonome monitorati, "sono 14 quelli in deflazione (erano 13 a febbraio)". Tra questi, "come a febbraio, Bari e Potenza registrano le flessioni tendenziali dei prezzi più ampie e pari a -1,0% (a febbraio era -0,9% per entrambi)". Seguono "Perugia, Cagliari e Catanzaro (-0,6% per tutte e tre), Roma (-0,5%) e Firenze (-0,4%). Le diminuzioni più contenute, pari a -0,1%, si registrano per Milano, Genova e Napoli". Per il resto, in cinque delle rimanenti città, prosegue l'Istat, "si registrano aumenti su base annua dei prezzi compresi tra +0,5% di Aosta e +0,1% di Venezia". A Bologna invece i prezzi risultano fermi su base annua.   Ma l'indagine non si limita ai capoluoghi e la lente dell'Istat si sofferta anche sugli altri grandi comuni, quelli con più di 150.000 abitanti. Qui i prezzi sono in diminuzione su base annua "in otto città su undici (erano sette a febbraio): le diminuzioni maggiori interessano Verona (-0,9%, la variazione era nulla a febbraio), Reggio Calabria (-0,7%, da -0,5% di febbraio) e Catania (-0,5%, era -0,4% il mese precedente)". I tassi risultano invece positivi a Parma (+0,5%) e Livorno (+0,1%). A Reggio Emilia i prezzi sono invece stabili, sempre su base annua. D'altra parte, sottolinea, "in tutte le ripartizioni geografiche, a marzo 2016 i prezzi fanno registrare flessioni tendenziali, accentuando, in quasi tutti i casi, la dinamica negativa registrata a febbraio". Ecco nel Sud e nelle Isole il tasso tendenziale è pari a -0,3% (da -0,2%), nel Nord-est e nel Centro è pari a -0,2% (da -0,1%) mentre nel Nord-ovest la flessione su base annua registra una lieve attenuazione,
portandosi -0,1% (da -0,2%).

A marzo la deflazione tocca anche il cosiddetto carrello della spesa. I prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona diminuiscono dello 0,1% rispetto a febbraio e dello 0,3% su base annua (da -0,4% del mese precedente), rileva infatti l'Istat.Il capitolo di spesa che fa capo ai trasporti a marzo rincara, almeno rispetto a febbraio (+0,8%), mentre risulta ancora in calo, piena deflazione, su base annua (-3,1%). A spingere il rialzo congiunturale c'è in primis il trasporto aereo passeggeri (+11,6%), "su cui incidono fattori stagionali, quali le festività pasquali, che segnano, su base annua, un'inversione di tendenza (+1,2%, da -12,6% di febbraio)", spiega l'Istat. Ma ad aumentare non sono solo i biglietti per i voli, "per ragioni analoghe i prezzi del trasporto ferroviario passeggeri aumentano dello 0,7% su base mensile e registrano un'attenuazione della flessione su base annua (-2,1%, da -2,6% del mese precedente)", fa sapere sempre l'Istituto di statistica.