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ECONOMIA

Dati relativi al quarto trimestre del 2013

Istat, lieve calo della pressione fiscale e deficit al 3%. Giù il potere d'acquisto delle famiglie

I numeri sui conti pubblici parlano di tasse fino al 51,5% ma di un rapporto deficit-Pil che rispetta i parametri Ue

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Roma
Pressione fiscale in lieve calo negli ultimi tre mesi del 2013, così come il rapporto deficit-Pil. Sono i dati sui conti pubblici registrati dall’Istat a segnalare un -0,3% delle tasse anche se la pressione fiscale è rimasta sempre alta, toccando quota 51,5%. Percentuali che stonano con un periodo che solitamente dovrebbe far registrare un aumento, essendo concentrati in quel trimestre la maggior parte dei pagamenti. Ma forse la spiegazione è contenuta in un altro dato, quello sul potere d'acquisto delle famiglie - il più basso dal 1995 - che evidenzia un ribasso dell'1,1%, tanto che la spesa per consumi finali delle è caduta dell'1,3%, nonostante ci sia stata una mini-ripresa (+0,3%) dei redditi e la propensione al risparmio in recupero di 1,4 punti percentuali.

In diminuzione il rapporto deficit-Pil nel 2013 senza le operazioni di swap, pari al 2,8%, -0,1% sul 2012. L'Istat aggiunge poi che, includendo le operazioni sui derivati si arriva, al 3,0%, dato valido ai fini dei parametri Ue per le procedure su deficit eccessivo. Cala anche l’indebitamento netto delle amministrazioni pubbliche in rapporto al Pil, inferiore di 0,4 punti percentuali rispetto a quello del corrispondente trimestre del 2012.

Guardando al saldo primario (indebitamento al netto degli interessi passivi), negli ultimi tre mesi dell'anno è risultato positivo e pari a 16.765 milioni di euro. L'incidenza dell'avanzo sul Pil è stata del 4,1%, inferiore di 0,1 punti rispetto a quella registrata nel quarto trimestre del 2012. Il saldo corrente nel quarto trimestre 2013 è stato positivo e pari a 5.003 milioni di euro (9.153 milioni nel corrispondente trimestre dell'anno precedente), con un'incidenza sul Pil dell'1,2%.

Entrate e uscite
Nel complesso del 2013 sono anche diminuite dello 0,5% le uscite su base annua, mentre il corrispondente rapporto sul Pil è rimasto invariato al 50,6%, con gli ultimi tre mesi del 2013, che hanno registrato una diminuzione  delle uscite correnti dello 0,1%, ''come risultato della stazionarietà dei redditi da lavoro dipendente, delle diminuzioni del 2,4% dei consumi intermedi e del 9,4% degli interessi passivi e di aumenti del 2,6% delle prestazioni sociali in denaro e dello 0,2% delle altre uscite correnti''. Le uscite in conto capitale hanno invece segnato una flessione del 26,5% in termini tendenziali, ''a seguito - evidenzia - di diminuzioni del 16,0% degli investimenti fissi lordi e del 41,8% delle altre uscite in conto capitale''. Segno meno anche per le entrate totali, diminuite dello 0,3% con un'incidenza sul Pil del 47,7%, stabile rispetto al 2012. Guardando agli ultimi tre mesi dell'anno, l'Istituto di statistica rileva come le entrate siano scese, in termini tendenziali, dell'1,4%. Nel dettaglio, spiega, ''nel quarto trimestre 2013 le entrate correnti hanno registrato una diminuzione tendenziale del 1,9%, per effetto di un incremento dello 0,7% delle imposte dirette e di diminuzioni del 3,7% delle imposte indirette, dello 0,6% dei contributi sociali e del 14,7% delle altre entrate correnti''. Le entrate in conto capitale sono invece risultate in crescita del 44,1% beneficiando anche del gettito delle imposte in conto capitale dove sono contabilizzati i versamenti una tantum relativi ad alcuni tributi (come la maggiorazione standard del tributo comunale sui rifiuti e sui servizi, riservata interamente allo Stato).