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ECONOMIA

I dati

Istat, torna a salire fiducia consumatori e imprese. Crollano consumi, corsa al risparmio

Il rapporto tra deficit e Pil è del 10,8% nel primo trimestre dell'anno a fronte del 7,1% segnato nello stesso periodo del 2019

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Primi segnali di ripresa per la fiducia di consumatori e imprese a giugno dopo il crollo record segnato nei mesi precedenti sull'onda dell'epidemia di coronavirus. In particolare, segnala l'Istat, l'indice del clima di fiducia dei consumatori passa da 94,3 a 100,6, mentre quello composito delle imprese rimonta da  52,7 a  65,4.

Tutte le componenti del clima di fiducia dei consumatori sono in crescita, seppur con intensità diverse. L'aumento è marcato per il clima economico (da 72,9 a 87,2) e per il clima futuro (l'indice passa da 93,1 a 105,6) mentre il clima personale e quello corrente registrano incrementi più contenuti (da 100,9 a 104,5 e da 95,0 a 96,4, rispettivamente).

Con riferimento alle imprese, le stime evidenziano un aumento della fiducia diffuso a tutti i settori anche se i livelli rimangono depressi. In particolare, nell'industria l'indice di fiducia del settore manifatturiero sale da 71,5 a 79,8 e nelle costruzioni aumenta da 108,4 a 124,0. Per il comparto dei servizi, si evidenzia una risalita dell'indice sia nei servizi di mercato (da 38,9 a 51,7) sia nel commercio al dettaglio (l'indice passa da 68,0 a 79,1).  

Per quanto attiene alle componenti dell'indice di fiducia, nell'industria manifatturiera migliorano sia i giudizi sugli ordini sia le attese di produzione. Le scorte di prodotti finiti sono giudicate in lieve accumulo rispetto al mese scorso. Per le costruzioni, l'aumento dell'indice è determinato da un deciso miglioramento dei giudizi sugli ordini a cui si unisce un aumento delle aspettative sull'occupazione presso l'impresa.

Nei servizi di mercato, l'incremento dell'indice e' determinato da un forte aumento delle attese sugli ordini il cui saldo rimane però ancora negativo; i giudizi sia sugli ordini sia sull'andamento generale dell'azienda registrano un lieve miglioramento. Con riferimento al commercio al dettaglio, recuperano decisamente le aspettative sulle vendite future il cui saldo torna positivo per la prima volta dall'inizio degli effetti della pandemia. Infine, le scorte di magazzino sono giudicate in decumulo e si registra un lieve peggioramento dei giudizi sulle vendite. Il miglioramento della fiducia è diffuso sia alla grande distribuzione sia a quella tradizionale. 

Nel primo trimestre del 2020 il reddito lordo disponibile delle famiglie è sceso dell'1,6% rispetto al trimestre precedente, rileva l'Istat, spiegando che il reddito in termini reali, ovvero il potere d'acquisto, e' calato dell'1,7%. "Le misure di sostegno ai redditi introdotte per contenere gli effetti negativi dovuti all'emergenza sanitaria hanno limitato in misura significativa la caduta del reddito disponibile e del potere di acquisto delle famiglie".

Nel primo trimestre del 2020 la spesa per consumi finali delle famiglie si è ridotta del 6,4%. L'istat parla di una "brusca contrazione" legata alle misure di contenimento dovute all'emergenza covid. Come conseguenza si registra un aumento considerevole del tasso di risparmio. La propensione al risparmio delle famiglie consumatrici e', infatti, stimata al 12,5%, in rialzo di 4,6 punti percentuali rispetto al quarto trimestre 2019. 

Il rapporto tra deficit e Pil è risultato pari al 10,8% nel primo trimestre dell'anno a fronte del 7,1% segnato nello stesso periodo del 2019. Lo comunica l'Istat sottolineando che il saldo corrente e il saldo primario delle Ap sono risultati negativi, entrambi con un'incidenza sul Pil del -7,8% (rispettivamente, -4,1% e -4,2% nel primo trimestre del 2019).

La pressione fiscale è stata pari al 37,1%, in crescita di 0,5 punti percentuali rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente.