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SPORT

Domani la finale

Italia-Inghilterra: da Highbury a Wembley, Mancini vuole 11 leoni

Piola, Capello, Mortensen e Zola: 88 anni di super sfide   

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Il gol dell'Italia a Wembley nel 1973 (GettyImages)
I maligni ricordano che c'è voluto un gol fantasma di Hurst per certificare l'unico titolo inglese, il mondiale a Wembley del 1966, che fuori casa non hanno mai combinato nulla e che stavolta la finale è arrivata col tuffo di Sterling (che ha ricordato quelli in Italia di Luciano Chiarugi) che ha procurato un rigore ai supplementari affossando l'ottima Danimarca. Ma sarebbe fuorviante ritenere casuale il loro arrivo in finale perché Southgate sta costruendo una nazionale di grande spessore, con una generazione di campioncini che aspettano solo il salto di qualità. E' la migliore finale possibile perché l'Italia ha strameritato e a Wembley domenica gli inglesi cercheranno di colmare un gap che si trascina da decenni. 

E' una rivalità sentita ma non sguaiata quella che divide le due nazioni. Quando i maestri del calcio sono scesi dal piedistallo cominciando a confrontarsi col resto del mondo hanno trovato l'Italia di Pozzo campione del mondo e nella memoria collettiva si stampa il ricordo del 1934 coi 'leoni di Highbury' che contrastano il dominio degli inglesi e lasciano il campo in dieci, sconfitti ma con gli applausi corali per una rimonta rimasta celebre. E Mancini ha bisogno che a Wembley domenica gli azzurri ritrovino lo spirito di Highbury perché sarà una battaglia spettacolare, col popolo inglese che sente l'occasione irripetibile di tornare al centro del pallone.

Con l'Inghilterra c'è una rivalità antica che vede gli azzurri in vantaggio (dieci successi contro otto e nove pareggi) e i bianchi vincitori solo in due delle 12 gare degli ultimi 40 anni. Come 40 anni di infruttuosi tentativi ci sono voluti per il primo successo azzurro del 1973. Da Piola a Meazza, da Mortensen a Hitchens, da Capello a Zola il pallone racconta 88 anni di sfide e prodezze, di furbate e rimonte che cominciano quando i maestri del calcio abbandonano il loro isolamento per incrociare i guantoni coi campioni del mondo. Il prologo è ancor prima: nel 1933 Mussolini assiste a Roma all'1-1, sfida 'filosofica' Metodo contro Sistema, ma la storia si fa nel novembre 1934: i 'leoni di Highbury' resistono con Monti fratturato (dopo un rigore parato in avvio di Combi e un micidiale 3-0 in 12'), rimontano con doppietta di Meazza e sfiorano il 3-3 in un incontro leggendario. Entra negli annali anche il  2-2 del 1939 a Milano con il gol di mano di Piola, 47 anni prima della Mano de Dios di Maradona, sempre agli inglesi. Ma la vendetta è in agguato e matura nel maggio 1948: Pozzo è agli sgoccioli e il Grande Torino in azzurro (un anno prima di Superga) stecca clamorosamente a casa sua; l'Inghilterra domina 4-0 infliggendo una batosta storica proprio a Torino, nasce il mito del gol 'alla Mortensen' con la prodezza della rete da fondo campo che beffa Bacigalupo.

Poi è storia di rimonte: Mariani e Brighenti salvano gli azzurri per il 2-2 del 1959 mentre nel 1961 a Roma gli inglesi passano dall'1-2 al 3-2 con doppietta di Hitchens e zampata di Greaves, subito importati da Inter e Milan. Al nono tentativo in 40 anni, ecco la prima vittoria azzurra, 2-0 con Anastasi e Capello, a Torino nel 1973. Successo che sei mesi dopo assume i contorni del trionfo, 1-0 a Wembley con folle discesa di Chinaglia, dopo un catenaccio da manuale, e anticipo di Capello su Shilton. Infranto anche il tabù esterno e sempre con protagonista don Fabio. Poi, dopo un ko 2-3 con inutile doppio vantaggio di Graziani, l'Italia di Bearzot fa fuori gli inglesi dalle qualificazioni per i mondiali 1978: 2-0 a Roma con sigillo di testa di Bettega, e inutile successo avversario nel ritorno, nel 1977, che rimane però l'ultimo inglese in competizioni importanti.

Gli inglesi subiscono un lungo crepuscolo e l'Italia vince con Tardelli agli europei 1980 e poi la finalina di Bari dei mondiali delle notte magiche 1990: 2-1 firmato Baggio e Schillaci. La vendetta è dietro l'angolo e sa di beffa: Zola, idolo di Stamford Bridge, sigla la vittoria di Wembley ma il successivo 0-0 di Roma qualifica ai mondiali '98 gli inglesi. L'Italia deve sudarsi il posto spareggiando con la Russia nell'esordio di Buffon. Il resto è storia del nuovo millennio: due successi azzurri, 1-0 con Gattuso e 2-1 esterno con doppietta di Montella nella sfida Trapattoni-Eriksson. Agli europei 2012, nei quarti di finale, l'Italia passa ai rigori su errore di Ashley Cole e sigillo di Diamanti e quindi l'Inghilterra incassa una nuova delusione. Poi indolore vittoria inglese a Ferragosto con l'Italia sperimentale di Prandelli, ma il discorso cambia quando la gara vale: l'Italia vince 2-1 nell'esordio mondiale 2014 di Manaus, ma poi vengono eliminate entrambe. Gli ultimi confronti sono due 1-1 in amichevole. Il primo a Torino sulla strada degli europei in Francia in cui Conte fa più strada di Hodgson; il secondo a Wembley due mesi prima dell'avvento di Mancini, con Southgate già su quella inglese. Ma domenica sarà tutt'altra storia.