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POLITICA

Legge elettorale

Italicum alla prova dell'Aula. M5S, Lega e FdI disertano il voto

Arriva con lo strascico delle polemiche di ieri l'Italicum a Montecitorio. "La Commissione non è stata regolare", reclama il Carroccio che decide di non partecipare alle operazioni di voto, seguito dal partito della Meloni dai grillini. L'Aula respinge quindi le pregiudiziali ma spuntano una ventina di franchi tiratori

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La Camera dei Deputati
Roma

Primo passaggio in Aula per l'Italicum e prime operazioni di voto, segreto e non. Dopo le polemiche e le risse dei giorni scorsi questa mattina il disegno di riforma elettorale è arrivato a Montecitorio. L'Aula ha bocciato le pregiudiziali di costituzionalità presentate dalle opposizioni mentre M5S, Lega e FdI hanno deciso di non partecipare al voto.  Dopo il caos di giovedì, i deputati del Movimento 5 Stelle confermano quindi la linea dura e lasciano l’Aula per protesta dopo la bocciatura del rinvio in commissione della legge elettorale. "Non saremo mai complici di questo ennesimo scempio e abbandoniamo immediatamente l’Aula", ha detto Giuseppe Brescia

Lega Nord, Fratelli d'Italia, Sel e Movimento 5 Stelle tornano all'attacco alla Camera chiedendo che si ripeta la votazione sul mandato al relatore per la legge elettorale e si torni, quindi, in Commissione. "Le votazioni per il mandato a relatore devono avvenire in modo regolare, lei deve garantirlo - ha spiegato Massimiliano Fedriga della Lega Nord rivolgendosi a Laura Boldrini -. A molti commissari della prima commissione ieri è stato impedito, la invito a rispettare la regolarità delle procedure”. “La votazione in Commissione ieri è stata regolare”, ha risposto Francesco Paolo Sisto, presidente della Commissione e relatore della legge. Dopo una sospensione di una decina di minuti accordata per esaudire la richiesta della Lega, l’Aula è poi tornata a riunirsi e sono cominciate le operazioni di voto sulle pregiudiziali.
 
"Il presidente della commissione Sisto ha attestato la regolarità del voto. Se c'è una proposta di rinvio in commissione fatela e la mettiamo ai voti", ha detto la presidente rivolgendosi, in Aula alla Camera, ai gruppi di opposizione che avevano sollevato la questione della regolarità. "Quanto alla correttezza, per me fa fede quanto ha detto il presidente. Lui ha attestato la presenza dei deputati e la regolarità del voto".
 
Arrivato finalmente in Aula, il dibattito sulla riforma elettorale è stato subito sospeso su richiesta del Carroccio. Lega Nord che ha quindi deciso di non partecipare alle votazioni di oggi. Lo ha annunciato Giancarlo Giorgetti,  in solidarietà con Christian Invernizzi, "cui ieri è stato impedito di votare in Commissione".
 
"Ieri al deputato Invernizzi è stato impedito di partecipare a una votazione. Ieri c'è stata violenza fisica, sessista, ma la violenza più inaudita e assolutamente inaccettabile è quella che in un Aula impedisce a un deputato che rappresenta la nazione di poter votare", ha sottolineato Giorgetti. “Non sappiamo di chi sia la responsabilità. Sappiamo che un fatto certo è che un deputato non ha potuto votare. Ci è stato negato di rivotare, le motivazioni non le condividiamo e crediamo che sia il presidente della Camera, non la maggioranza, a dover garantire il diritto di votare", ha proseguito. Per questo noi, gruppo della Lega, in segno solidarietà a Cristian Invernizzi, non parteciperemo alle votazioni della Camera e speriamo che sia un'occasione di poter riflettere su quanto avvenuto", ha concluso Giorgetti abbandonando l'Emiciclo con i suoi colleghi.
 
“La votazione in commissione ieri è stata regolare. La presenza è stata certificata ed i voti pure". Ha ribadito nell'Aula della Camera il presidente della commissione Affari costituzionali di Montecitorio Francesco Paolo Sisto in relazione al voto sul mandato al relatore sulla legge elettorale in commissione, contestato dall'opposizione.
 
Alla richiesta del Carroccio si sono uniti Giorgia Meloni (FdI): "Sostengo la proposta, anche FdI non ha potuto partecipare al voto sul mandato al relatore. Chiediamo che si proceda a una ripetizione del voto". poi il M5S con il capogruppo Federico D’Inca, e Sel con il capogruppo Gennaro Migliore. Contraria la posizione del Pd con Ettore Rosato: "Riteniamo che bisogna andare avanti. La votazione è stata regolare come ha certificato il presidente della commissione Sisto. Quindi procediamo con il voto sulle pregiudiziali".

Bocciate le pregiudiziali
Con un'unica votazione e a scrutinio segreto, l'Aula ha respinte le pregiudiziali (compresa quella dei grillini). Nel primo voto d'aula la maggioranza ha quindi 'tenuto' sull'accordo Pd-Fi e sottoscritto in commissione anche da Ncd. Il partito di Angelino Alfano comunque, attraverso il capogruppo a Montecitorio, Enrico Costa, aveva chiesto che il testo non fosse "blindato". Le pregiudiziali delle opposizioni sono state votate anche dal Centro democratico, alleato con il Pd. Scelta civica, pur non votando i documenti delle opposizioni, ha mosso alcuni rilievi all'Italicum. Ma Renato balduzzi, in dissenso dal gruppo Sc, si è astenuto. Alle 14 ci sarà una conferenza dei capigruppo che deciderà sul prosieguo dell'esame della legge elettorale in assemblea per quanto riguarda gli emendamenti. Le altre votazioni dovrebbero essere rinviate a febbraio. Per assistere al primo voto in aula sulla legge elettorale c'era il governo al gran completo, tranne il premier Enrico Letta. 

E durante le operazioni di voto, dati alla mano, spuntano una ventina di franchi tiratori, deputati cioè che hanno votato in contrasto con le indicazioni del gruppo d'appartenenza. Difficile fare un calcolo preciso, ma
nelle pregiudiziali di costituzionalità della legge elettorale sono entrati in azione tra 20 e 25 franchi tiratori. Le pregiudiziali di Sel-M5S-FdI sono state bocciate a voto segreto con 351 no, 154 sì e 5 astensioni. Nel voto seguente, palese, la pregiudiziale di merito dell'M5S è stata respinta con 377 no, 120 sìì e 14 astensioni.


Lega e M5S contro la Boldrini
“Gestione pessima della camera da parte della presidente Boldrini, che si dovrebbe dimettere, perchè una  gestione del genere non si vede nemmeno nel parlamento della Corea del Nord". E’ la posizione di Matteo Salvini, segretario della Lega Nord intervenuto ad Omnibus su La7. “Non esiste il togliere il diritto di parola a chi non la pensa come te - ha aggiunto- e se il governo non è in grado di valutare i tempi  e i modi per approvare un provvedimento che mette insieme le pere e le mele è un problema de governo, non è un problema dell'opposizione. Il presidente Boldrini non è capace, può andare a fare altro, in giro per il mondo a parlare di diritti umani che le viene bene, ma non fare la presidente della Camera perché i casini che ci sono sotto la sua gestione non ci sono a memoria d'uomo”.

E, dopo il caos degli ultimi due giorni, anche i deputati 5Stelle tornano ad attaccare il presidente della Camera: "Leggo tanta gente nervosa per l’intervista al Tg1 della Boldrini - scrive su Facebook Manlio di Stefano -, ma vi prego di non sprecare tempo con queste cose. Una donna senza dignità che parla ad un Tg senza giornalisti non merita considerazione. Sono zombie che tentano di tornare in vita. Andiamo oltre".