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POLITICA

La legge elettorale

Italicum, dopo la Consulta parte la battaglia politica. Posizione diverse fra i partiti

Inizia la partita elettorale tra chi pensa che con queste leggi della Consulta si può già andare a votare e chi propone il passaggio parlamentare

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Si apre la battaglia politica fra i partiti dopo la sentenza della Consulta che ha bocciato una parte dell'Italiucum, dicendo no al ballottaggio ma salvando il premio di maggioranza ed i capilista bloccati. La sentenza apre all'ipotesi di andare al voto anticipato. A chiederlo è Matteo Renzi, che sottolinea l'immediata applicabilità del sistema che esce dalla sentenza. Per urne a giugno sono Matteo Salvini che spiega: 'Ci stiamo ad un passaggio parlamentare di 15 giorni. Ma se si va all'autunno diciamo no" e Giorgia Meloni, che il 28 gennaio scenderanno in piazza per perorare questa causa. Tutta Forza Italia, a partire dai capigruppo Paolo Romani e Renato Brunetta, chiede esattamente il contrario: che il Parlamento lavori per rendere del tutto omogenei i due sistemi, possibilmente approvando il proporzionale anche per la Camera. Ma per un profondo intervento del Parlamento sono anche Ncd e tutti gli alleati di governo più piccoli, nonché la minoranza del Pd, come hanno dichiarato Pierluigi Bersani e Roberto Speranza. Anche se sul tipo modello elettorale non puntano al proporzionale puro che vogliono gli "azzurri". Subito dopo la sentenza i 5 stelle hanno ignorato il divieto di interviste imposto da Grillo: da una parte Alessandro Di Battista è sembrato auspicare un voto immediato, dall'altra Luigi Di Maio ha detto che "bisogna estendere al Senato la legge della Camera" per andare alle urne "in primavera", cosa che si può fare in "due giorni". Concetto, questo, ribadito da Danilo Toninelli.

Il pensiero del Quirinale è chiaro: il presidente Mattarella nel discorso di fine anno aveva sottolineato l'esigenza di due sistemi omogenei.

Grasso: intesa tra partiti deve esserci, parlamento si pronunci  
 "Un'intesa tra partiti deve esserci. Sono convinto che debba esserci un testo parlamentare su cui i partiti si confrontino". Lo ha detto il presidente del Senato Pietro Grasso, parlando con i giornalisti a palazzo Madama,

In un'intervista al Messaggero il ministro degli esteri Alfano ammonisce: 'C'è lo spazio per omogeneizzare i sistemi elettorali senza fare melina. Il tema della data del voto è nelle mani del presidente della Repubblica al quale noi ci affidiamo". "Io non entro nel gioco delle date - aggiunge - Stanno nascendo in queste ore due partiti. Quello della melina, rappresentato da chi usa la legge elettorale come pretesto per andare avanti. E quello della fretta, rappresentato da chi dice: pur di andare al voto, andiamoci anche con due sistemi differenti. Io guido il partito del buon senso".

Altri invece - dalla minoranza Pd a Forza Italia - vogliono un passaggio parlamentare che renda omogeneo il nuovo Italicum al sistema del Senato. Speranza: "La sentenza della Consulta cambia radicalmente l'Italicum" e chi nel Pd ieri ha brindato "dovrebbe fare una riflessione. Inviterei i miei compagni di partito, i miei amici renziani e non, ad avere maggiore sobrietà perchè la Consulta ieri ha smontato il cuore di una legge su cui il governo aveva messo la fiducia".

In un'intervista a La Stampa Romani (Fi), ribadisce:"Appena escono le motivazioni della sentenza mettiamoci a lavorare a una nuova legge elettorale". Poichè, secondo l'esponente azzurro "leggi elettorali dei due rami del parlamento sono profondamente diverse: alla Camera c'e' il premio di maggioranza, al Senato no; alla Camera c'e' lo sbarramento al 3 per cento, al Senato ci sono tre diversi sbarramenti".

Entro un mese motivazioni della sentenza
Le motivazioni della sentenza saranno depositate entro un mese. Questo è il lasso di tempo che il regolamento prevede tra la decisione e la pubblicazione della sentenza. Da quel momento, saranno note le basi giuridiche sulle quali i giudici hanno preso la loro decisione e, quindi, la legge elettorale che ne uscirà sarà immediatamente applicabile. 

In commissione Camera nessun gruppo chiede esame legge elettorale
Il tema della legge elettorale all'indomani della sentenza non è stato sollevato nella riunione dell'ufficio di Presidenza della commissione Affari costituzionali di Montecitorio che si è svolta questa mattina.

Vescovi, Galantino:non importa data voto,elezioni non diversivo
"Non sta a noi decidere la data del voto, quel che diciamo è che è importante che l'elezione non sia un diversivo, uno strumento con cui Tizio si prenda la rivincita su Caio. Occorre risolvere i problemi e non rinviare le soluzioni. Le elezioni possono cambiare il mondo, vedete l'America, ma possono essere anche un diversivo per chi si vuole contare". Lo ha detto il segretario generale della Cei, mons.Nunzio Galantino, nel corso di una conferenza stampa.

"È sotto gli occhi di tutti - ha detto il presule - che oggi le due ultime leggi elettorali sono il frutto di un pronunciamento dei giudici. Questo significa, evidentemente, che la politica non ha fatto bene il suo lavoro. Ma - ha poi  proseguito - non è un Paese normale quello nel quale è la magistratura a dettare i tempi e i modi alla politica". 

Monsignor Galantino ha, poi, auspicato che la stessa politica, prima di pensare a un possibile ritorno alle urne, rifletta perché "chi è incaricato e pagato per far funzionare il sistema politico non sa farlo mentre ci sono altre persone che lo stanno facendo al posto loro. Ripeto - ha concluso - che non è un paese normale quello dove ogni decisione viene presa dopo che un altro organismo dello Stato ti dice se sei legittimato o no a fare qualsiasi cosa".