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ECONOMIA

Nella bozza stretta alla cig: tetto a 24 mesi in 5 anni

Jobs Act, rivoluzione nei congedi parentali. Decreti in Consiglio dei ministri

Più tempo per i genitori-lavoratori, da 3 a 6 anni. Potranno beneficiarne fino a 12 anni del bambino (non più fino a 8). Le norme nel 2015 in via sperimentale, ma se non ci saranno risorse nel 2016 tornerà la normativa precedente. Soldi anche per asili e baby sitting. Stretta sulla Cig: tetto di 24 mesi in 5 anni, interventi estesi alle aziende con più di 5 dipendenti.

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Consiglio dei ministri
Roma
Si va a completare il quadro normativo del Jobs Act. I decreti legislativi che completano l'attuazione della riforma del mercato del lavoro sono sul tavolo del Consiglio dei ministri. Il governo sta affrontando alcune novità come la riforma degli ammortizzatori sociali, le politiche attive, l'agenzia unica ispettiva e l'allungamento dei tempi per beneficiare del congedo parentale.

Stretta alla cig. Prevista anche per pmi con oltre 5 dipendenti
Con la riforma degli ammortizzatori sociali viene prevista l'estensione della cassa integrazione anche alle pmi con oltre 5 dipendenti, finora tutelate attraverso la cassa in deroga. Inoltre, la cassa integrazione ordinaria o straordinaria coprirà il lavoratore al massimo per 24 mesi nel quinquennio (30 mesi per le imprese edili), contro i 48 mesi attuali. Per arrivare a 36 mesi di sussidio si dovrà passare dai contratti di solidarietà. La solidarietà, spiegano fonti sindacali, sarà equiparata alla cassa con un trattamento che sarà fisso all'80 per cento dello stipendio. Inoltre, usufruendo di solidarietà e cassa integrazione non si potrà andare oltre i 36 mesi. Secondo la bozza dello schema di decreto legislativo composta da 44 articoli si prevede inoltre che, qualora l'impresa abbia fruito di 52 settimane consecutive di cig ordinaria, una nuova domanda può essere presentata solo dopo "almeno 52 settimane di normale attività lavorativa". Per quanto riguarda la cassa integrazione straordinaria, non potrà essere richiesta a partire dal primo gennaio 2016 nei casi di cessazione definitiva dell'attività produttiva dell'azienda o di un ramo di essa; tra le causali per richiederla, invece, la riorganizzazione aziendale e il contratto di solidarietà. In questi ultimi due casi la durata massima della cig straordinaria è di 24 mesi.

La bozza dello schema di decreto legislativo prevede inoltre sei mesi di cassa integrazione straordinaria in più e un fondo di 50 milioni di euro per ciascuno degli anni 2016, 2017 e 2018 nei casi in cui "l'impresa cessi l'attività produttiva e sussistano concrete prospettive di rapida cessione dell'azienda e di un conseguente riassorbimento occupazionale". Inoltre, per gli accordi già conclusi e sottoscritti in sede governativa entro il 31 maggio 2015 "riguardanti casi di rilevante interesse strategico per l'economia nazionale che comportino notevoli ricadute occupazionali, tali da condizionare le possibilità di sviluppo economico territoriale, e il cui piano industriale abbia previsto l'utilizzo di trattamenti straordinari di integrazione salariale oltre i limiti previsti" in questo decreto, viene indicata la possibilità di proseguirne la durata, con l'istituzione di un fondo aggiuntivo di 90 milioni per il 2017 e 100 milioni per il 2018. Sempre in tema di ammortizzatori sociali, il decreto prevede un meccanismo di 'bonus-malus' sulle aliquote pagate dalle imprese per la cassa integrazione. Per tutte le imprese viene introdotto uno sconto del 10% circa sul contributo ordinario che, quindi, passa dall'1,90% all'1,70% della retribuzione per quelle fino a 50 dipendenti; dal 2,20% al 2% per quelle sopra i 50; dal 5,20% al 4,70% per l'edilizia. Ma le imprese che più utilizzano la cig, più pagano: viene infatti previsto un contributo addizionale del 9% della retribuzione per chi la usa sino ad un anno; del 12% sino a due anni e del 15% sino a tre.  

Le aziende 'guadagnano' un taglio dell'aliquota sulla contribuzione ordinaria alla cig del 10 per cento, ma la forbice dell'addizionale raddoppia passando dal 4-8% attuale al 9-15% per penalizzare chi attiverà la cassa per più tempo. il meccanismo, di fatto, è quello del bonus-malus. Il dlgs sulla conciliazione vita-lavoro manca solo del via libera definitivo che assicura un allungamento dei tempi per beneficiare del congedo parentale facoltativo portandolo da 3 fino a 6 anni (quello retribuito al 30%) e da 8 fino a 12 anni di età dei figli (per quello non retribuito, la cui durata resta comunque di 6 mesi). si riduce da quindici a cinque giorni il periodo di preavviso al datore di lavoro. in arrivo anche la possibilità di chiedere il part-time al 50% invece del congedo parentale.

Arriva nuovo congedo parentale, fondi per 2015
Per quanto riguarda il congedo parentale, la bozza del decreto legislativo prevede nuove norme che estendono da 3 a 6 anni e da 8 a 12 anni di età del bambino la possibilità di beneficiarne. Norme che saranno sperimentali per il 2015 e, dal 2016, se non ci saranno le risorse necessarie, si tornerà alla norma originaria.