Original qstring:  | /dl/archivio-rainews/articoli/Jobs-act-e-posto-fisso-il-lavoro-ai-tempi-di-Renzi-d34f7bf5-5335-4d0c-8ef1-a71e37b225a1.html | rainews/live/ | true
POLITICA

Firenze

Jobs Act, fine del posto fisso non del tempo indeterminato. Come cambia il lavoro ai tempi di Renzi

Alla Leopolda il premier difende il disegno di legge delega sul lavoro 

Condividi
di Alberto Gioffreda
Articolo 18, posto fisso, tempo indeterminato, precariato e contratto a tutele crescenti. Sono queste le parole chiave in tema di lavoro che il premier Matteo Renzi usa nella parte del suo intervento alla Leopolda per parlare di Jobs Act. 

Posto fisso
Qual è la missione della sinistra? Su questo il presidente del Consiglio ha le idee chiare: la sinistra si deve prendere carico di chi perde il lavoro. Stop quindi al "dibattito ideologico sulla coperta di Linus" e soprattutto, anche in questo caso, bisogna andare oltre: "di fronte al mondo che cambia a questa velocità, puoi discutere quanto vuoi ma il posto fisso non c'è più".

Tempo indeterminato, precariato e tutele crescenti
Non è solo Renzi a parlare di lavoro. Il tema è affrontato anche dal ministro Giuliano Poletti che prima del premier interviene alla Leopolda e dice: "Il contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti è per noi il perno". Un'indicazione che il premier raccoglie quando è il suo momento, parlando di precariato: "Per anni ci siamo divisi in modo profondo tra chi voleva combattere il precariato organizzando manifestazioni, e chi voleva farlo organizzando convegni: ma il precariato si combatte innanzitutto cambiando la mentalità delle nostre imprese, e le regole del gioco". 

Cosa prevede la legge delega
Al di là di quanto detto dal palco della stazione fiorentina finora resta quanto è scritto nella legge delega approvata al Senato. Per le nuove assunzioni viene previsto il contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti in relazione all'anzianità di servizio, si legge nell'emendamento. Nel testo originario del ddl delega si parlava di "introduzione, eventualmente in via sperimentale, di ulteriori tipologie contrattuali con tutele crescenti". Le tutele (ed il periodo) saranno graduate nei decreti delegati che seguiranno l'approvazione del ddl delega. Con questa formulazione la progressività della tutela non potrà che essere un indennizzo proporzionato all'anzianità di servizio, senza quindi il reintegro previsto dall'articolo 18 nei casi di licenziamenti illegittimi (resterebbe solo per quelli discriminatori).

Articolo 18  
Last, but not least: l'Articolo 18. La Riforma Fornero ha già spazzato via la norma contenuta nello Statuto dei lavoratori, ma il premier insiste e lo sottoliena una serie di metafore. "E' come prendere un Iphone e dire dove metto il gettone del telefono? O una macchina digitale e metterci il rullino". L'Italia del rullino per Renzi "è finita", così come è finita quella sinistra che invece nel 1970 non votò l'articolo 18. Tra Legge Fornero e nuova riforma Poletti quello che cambia è il ricorso al giudice in caso di reintegro. Processo legislativo che toglie tempo e denaro per cui, secondo chi difende il ddl delega, gli imprenditori non investono in Italia. Quindi maggiore flessibilità in uscita, con il contratto unico a tutele crescenti - specifica ancora Renzi dalla Leopolda - ma altrettanto necessaria flessibilità in uscita. La conclusione è chiara: nel 2014 non ci si può aggrappare più a nessuna norma in difesa del posto fisso, che va in soffitta, con unico paletto del reintegro previsto solo per il licenziamento per cause discriminatorie.