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MONDO

Giovedì la strage nell'Università di Garissa, 148 le vittime

Kenya, al- Shebaab minaccia nuove stragi. Il presidente: "Risponderemo duramente"

Arrestate cinque persone ritenute responsabili dell'attacco al campus: due lavoravano all'università. Il Papa nel venerdì santo: "Atto di brutalità". L'Onu: "indignati" dall'attacco terroristico. Obama annuncia una visita in estate. Studentessa si nasconde in un armadio, trovata dopo due giorni

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AP Photo/Ben Curtis
Il Kenya ha paura. Dopo la strage nel campus universitario di Garissa e le minacce dei terroristi somali il presidente Uhuru Kenyatta parla in tv per rassicurare la nazione. Replica agli Shebaab che hanno annunciato una "guerra lunga e orribile" e garantisce che non riusciranno a instaurare un "califfato" islamico nel Paese. Poi proclama tre giorni di lutto nazionale per le 148 vittime della strage di giovedì.

"Risponderemo duramente agli al-Shebaab" promette il presidente del Kenya. Il massacro è stato un "attacco all'umanità e gli al Shabaab non riusciranno a creare un califfato", ha aggiunto.

Le minacce degli Shebaab
Gli Shebaab, che hanno preso di mira il Kenya per l'intervento militare in Somalia, in un messaggio hanno avvertito che le città keniote diventeranno "rosse di sangue" e sarà "un guerra lunga e orribile". Una vera e propria dichiarazione di guerra contro tutto il popolo keniota perché "non solo accettate le politiche oppressive del vostro governo ma neanche alzate la voce contro queste posizioni ed anzi rafforzate le scelte dei vostri governanti rieleggendoli. Pertanto sarete voi a pagare il prezzo con il vostro sangue". 

Cinque arresti, due lavoravano all'università
La polizia del Kenya intanto ha arrestato cinque persone, sospettate di aver a che fare con la strage nell'università di Garissa. Tra i cinque due lavoravano all'interno del campus. Lo riferiscono le autorità keniane sottolineando che uno dei due è un guardiano "keniano di origini somale" di nome Osma Ali Dagane. L'altro è un tanzaniano, Rashid Charles Mberesero, e aveva nascosto nel soffitto dell'università delle bombe.

Studentessa trovata in un armadio dopo due giorni
Una studentessa di 19 anni è stata ritrovata nell'Università di Garissa dove si era rinchiusa in un armadio per sfuggire ai jihadisti somali Shebab. "Si era nascosta in un armadio - ha raccontato un portavoce della Croce rossa, Arnolda Shiundu - è stata portata in ospedale e al momento le stanno facendo i controlli medici".



Papa: "Atto di brutalità"
Il dramma delle persecuzioni religiose è stato al centro dei riti del Venerdì santo, il Papa ha condannato la strage di Garissa come "atto di brutalità senza senso" e poi, al termine della Via Crucis al Colosseo, ha parlato di "cristiani perseguitati, crocifissi e decapitati sotto i nostri occhi e spesso con il nostro silenzio complice".

Onu: siamo indignati
Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni unite è "indignato" dall'attacco terroristico e ha ribadito la sua "determinazione a combattere ogni forma di terrorismo" ai sensi dello Statuto dell'Onu. "I membri del Consiglio di sicurezza sono indignati per l'attacco compiuto da al-Shabab a Garissa, in Kenya", si legge in un comunicato dei 15. "Condannano l'attacco nei termini più duri possibili", si legge ancora nella nota.

Ancora incerto il numero delle vittime
I miliziani islamici hanno attaccato il campus dell'università giovedì, uccidendo almeno 148 persone (secondo i missionari salesiani potrebbero essere 200 le vittime e 300 i feriti) in quello che si è rivelato il peggiore attacco terroristico in Kenya dall'attentato all'ambasciata statunitense del 1998.