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ITALIA

La sorella della vittima racconta tutto su Facebook

L'Aquila: rapina in villa stile "Arancia meccanica" ai danni di un funzionario comunale

Quindici minuti di terrore a Monticchio. Quattro malviventi dal forte accento straniero picchiano l'uomo alla ricerca della cassaforte, poi si dileguano con dei contanti ed altri preziosi. 

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Prima si sono introdotti forzando una piccola finestra laterale, poi hanno immobilizzato la moglie e due figli e hanno picchiato selvaggiamente l'uomo per farsi dire dove fosse nascosta la cassaforte. Una rapina stile "Arancia meccanica" quella avvenuta ieri sera intorno alle 21 a Monticchio, frazione dell'Aquila, ai danni di Carlo Cafaggi, funzionario comunale del capoluogo abruzzese. Durante quindici "lunghissimi" minuti, quattro banditi hanno terrorizzato l'intera famiglia alla ricerca della cassaforte, che però nella villa non c'era. A quel punto, i malviventi hanno portato via un Rolex, un bracciale d'oro e alcuni contanti, dileguandosi rapidamente a bordo di un'auto.

A chiamare i soccorsi è stata la moglie di Cafaggi, che intanto aveva perso conoscenza a causa dei colpi subiti. L'uomo è stato ricoverato all'ospedale San Salvatore dell'Aquila, ma le sue condizioni non sarebbero gravi. Sotto choc l'intera famiglia. La  sorella del funzionario comunale, Paola Cafaggi, ha deciso di raccontare l'intera vicenda su Facebook: "stasera ad ora di cena, in una tranquilla villetta della nostra città, una famiglia, a me molto vicina, con due bambini piccoli è stata assalita nella propria casa da 4 persone, con accento straniero, di cui 3 incappucciate e armati di una pistola. Sono entrati rompendo a calci una finestra laterale. I due bambini e la madre sono stati legati, la bocca incerottata, e il loro padre selvaggiamente picchiato, perché non aveva la cassaforte in casa. Il sangue è schizzato sulle scale e sui pigiami dei bambini. Convintisi forse che non c'era da troppo da rubare, i quattro stranieri se ne sono andati con un magro bottino. Di certo inferiore alle loro aspettative. No, non è Arancia Meccanica. È accaduto davvero nella nostra accogliente cittadina dove sembra ci sia posto per tutti. Io dico invece che anni fa una cosa del genere non sarebbe accaduta nella nostra città".

Intanto è scattata la caccia ai banditi. Secondo le prime testimonianze, confermate anche dal racconto della sorella della vittima, avrebbero un accento straniero, ma per il momento sono riusciti a far perdere le loro tracce. Le indagini sono condotte dalla Squadra mobile della Questura dell'Aquila, diretti dal sostituto commissario Sabatino Romano con il coordinamento del dirigente della Mobile Maurilio Grasso.