ECONOMIA
Mercati
L’operazione Usa contro l’Iran spinge il petrolio. Male le borse

Il raid statunitense all’aeroporto di Bagdad con l’uccisione generale iraniano Qassem Soleimani ha avuto immediate ripercussioni sui mercati.
Il prezzo del petrolio è subito schizzato verso l’alto. Il Brent del Mare del Nord è tornato ai massimi da quattro mesi a 86,48 dollari al barile.
L’acuirsi delle tensioni internazionali deprime le borse. Dopo l’ottimo avvio di anno ieri, in Europa Milano cede lo 0,52%, in linea con Londra e Parigi, mentre Francoforte accusa una flessione dello 0,89%.
Sul listino di Piazza Affari salgono i titoli legati al petrolio come Saipem (+1,73%). In calo invece alcuni dei titoli ieri alla ribalta come Pirelli (-1,35%).
Segnali del nervosismo sui mercati arrivano anche dall’oro, bene rifugio per eccellenza. La quotazione a 1.543,56 dollari l’oncia, in salita dell’1% rispetto a ieri, ritorna ai livelli di settembre.
Sul mercato valutario l’euro cede ancora qualche posizione rispetto al dollaro con il cambio a quota 1,1156.
Il prezzo del petrolio è subito schizzato verso l’alto. Il Brent del Mare del Nord è tornato ai massimi da quattro mesi a 86,48 dollari al barile.
L’acuirsi delle tensioni internazionali deprime le borse. Dopo l’ottimo avvio di anno ieri, in Europa Milano cede lo 0,52%, in linea con Londra e Parigi, mentre Francoforte accusa una flessione dello 0,89%.
Sul listino di Piazza Affari salgono i titoli legati al petrolio come Saipem (+1,73%). In calo invece alcuni dei titoli ieri alla ribalta come Pirelli (-1,35%).
Segnali del nervosismo sui mercati arrivano anche dall’oro, bene rifugio per eccellenza. La quotazione a 1.543,56 dollari l’oncia, in salita dell’1% rispetto a ieri, ritorna ai livelli di settembre.
Sul mercato valutario l’euro cede ancora qualche posizione rispetto al dollaro con il cambio a quota 1,1156.