Original qstring:  | /dl/archivio-rainews/articoli/La-Catalogna-annuncia-il-referendum-indipendenza-secca-replica-di-Madrid-non-si-fara-0d8a82e4-9e35-4d44-a576-f58330ac18b6.html | rainews/live/ | true
MONDO

Spagna

La Catalogna annuncia il referendum sull'indipendenza. Secca replica di Madrid: "E' illegale"

L'ultima sfida di Carles Puigdemont al governo centrale è di stamattina. L'annuncio del presidente catalano aggrava la crisi in corso con Madrid, che non fa attendere la risposta: "E' contro la Costituzione"

Condividi
Il presidente catalano Carles Puigdemont

Il presidente catalano Carles Puigdemont lancia questa mattina l'ultima sfida allo stato spagnolo, annunciando il referendum sull'indipendenza della Catalogna per il primo ottobre prossimo malgrado il veto del governo di Madrid. Il governo centrale, infatti, non fa attendere la sua secca risposta, arrivata attraverso il portavoce dell'esecutivo di Madrid Inigo Mendez de Vigo al termine di un Consiglio dei ministri: "Il 1° ottobre non si celebrerà un referendum illegale che va contro la Costituzione". 

Quella di stamane è una vera e propria sfida al governo centrale. L'annuncio di Puigdemont è arrivato nonostante il premier popolare Mariano Rajoy abbia già dichiarato 'illegale' e 'anticostituzionale' il referendum catalano. Puigdemont ha annunciato in forma solenne la data della convocazione del referendum nella sede della Generalità catalana, circondato da tutto il governo e dai deputati indipendentisti che hanno la maggioranza assoluta nel parlamento di Barcellona. Ora il rischio è che si apra una crisi istituzionale dagli effetti imprevedibili. 

Al momento, l'esecutivo catalano sta preparando una legge regionale - i cui contenuti sono ancora segreti - che dovrebbe conferirgli il potere di convocare il referendum, superando i divieti definiti dall'ordine giuridico spagnolo. A inizio marzo il Consiglio di Garanzia, massima istanza di interpretazione legislativa della Catalogna, ha bocciato il referendum sull'indipendenza promosso dal governo regionale catalano, confermando quanto peraltro già stabilito dalla Costituzione spagnola, ovvero che il potere di organizzare delle consultazioni popolari su questioni che riguardino l'insieme del Paese spetta solo all'esecutivo centrale.

Il Consiglio - equivalente regionale della Corte Costituzionale - era intervenuto su sollecitazione del governo della Generalitat per pronunciarsi sulla legge finanziaria del 2017, che prevede anche le spese relative all'organizzazione del voto; il suo parere tuttavia è esclusivamente consultivo e l'esecutivo guidato da Carles Puigdemont aveva ribadito anche in quell'occasione la decisione - formalizzata oggi - di voler celebrare la consultazione in autunno.

Al momento non è ancora partito l'iter ufficiale di convocazione in modo da evitare che il governo faccia immediatamente ricorso alla Corte costituzionale spagnola per bloccare il referendum e chiedere misure contro i dirigenti catalani.

Il gelo con Madrid era iniziato sette anni fa con la sentenza della Corte costituzionale che aveva bocciato lo "statuto catalano" votato dai parlamenti di Madrid e Barcellona e approvato dai catalani con un referendum. Da allora "tutte le nostre proposte sono state respinte", ha lamentato Puigdemont, e da Madrid è giunta "una lunga serie di no".

La Catalogna, con i suoi i sette milioni e mezzo di abitanti, è la regione più ricca della Spagna e produce il 18% del Pil nazionale. Ha una propria lingua e da decenni rivendica maggiore autonomia. Gli ultimi sondaggi danno l'elettorato catalano spaccato sull'indipendenza, con un 48,5% contrario e un 44,3% favorevole. Nel 2014 si era già svolta una consultazione informale sotto l'allora presidente Arturo Mas: votarono appena 2,3 milioni su 6,2 milioni di aventi
diritto e vinse il si' all'indipendenza con l'80%.