MONDO
Il referendum
La Colombia al voto sull'accordo di pace con le Farc
Le previsioni indicano un sostegno popolare all'intesa che mette fine a 52 anni di sanguinoso conflitto

Dopo la firma dell'accordo di pace tra il governo di Bogotà e le Forze armate rivoluzionarie della Colombia (Farc), la parola passa al popolo, e salvo colpi di scena è un sì.
Archiviate le strette di mano e le cerimonie di lunedì a Cartagena de las Indias, oggi in Colombia è la giornata in cui il paese è chiamato a mettere il sigillo al complesso processo di pacificazione tra il governo e la guerriglia delle Farc.
L'intera nazione vota in un referendum per dire "sì" oppure "no" all'accordo, per approvare oppure per respingere l'intesa firmata tra il presidente Juan Manuel Santos e il leader delle Forze armate rivoluzionarie della Colombia, Rodrigo "Timochenko" Londono.
E molto semplice, e lineare, è il quesito al quale sono chiamati a rispondere quasi 35 milioni di colombiani: "Sostiene l'accordo finale per terminare il conflitto e la costruzione di una pace stabile e permanente?".
A sottolineare quanto sia rilevante la domanda e quanto si gioca l'intero paese questo fine settimana è stato oggi Santos, che ha tra l'altro sottolineato come l'intesa punti a "porre fine ad una guerra di 52 anni". Gli ormai "ex" guerriglieri delle Farc rappresentano infatti il gruppo armato marxista più antico dell'intera America Latina. Santos ha tra l'altro citato Gandhi, per il quale "non c'è un cammino per la pace ma la pace è il cammino. Questo è quanto oggi i colombiani devono assimilare: portare nei loro cuori, all'interno di sé stessi, la pace che è il cammino affinché i nostri figli e nipoti abbiano un paese migliore".
I sondaggi, unanimi, fin dall'inizio hanno parlato di una vittoria dei "sì", anche se restano i malumori dell'opposizione sul trattamento "morbido" previsto per gli esponenti della guerriglia e per il loro reinserimento nella società.
Archiviate le strette di mano e le cerimonie di lunedì a Cartagena de las Indias, oggi in Colombia è la giornata in cui il paese è chiamato a mettere il sigillo al complesso processo di pacificazione tra il governo e la guerriglia delle Farc.
L'intera nazione vota in un referendum per dire "sì" oppure "no" all'accordo, per approvare oppure per respingere l'intesa firmata tra il presidente Juan Manuel Santos e il leader delle Forze armate rivoluzionarie della Colombia, Rodrigo "Timochenko" Londono.
E molto semplice, e lineare, è il quesito al quale sono chiamati a rispondere quasi 35 milioni di colombiani: "Sostiene l'accordo finale per terminare il conflitto e la costruzione di una pace stabile e permanente?".
A sottolineare quanto sia rilevante la domanda e quanto si gioca l'intero paese questo fine settimana è stato oggi Santos, che ha tra l'altro sottolineato come l'intesa punti a "porre fine ad una guerra di 52 anni". Gli ormai "ex" guerriglieri delle Farc rappresentano infatti il gruppo armato marxista più antico dell'intera America Latina. Santos ha tra l'altro citato Gandhi, per il quale "non c'è un cammino per la pace ma la pace è il cammino. Questo è quanto oggi i colombiani devono assimilare: portare nei loro cuori, all'interno di sé stessi, la pace che è il cammino affinché i nostri figli e nipoti abbiano un paese migliore".
I sondaggi, unanimi, fin dall'inizio hanno parlato di una vittoria dei "sì", anche se restano i malumori dell'opposizione sul trattamento "morbido" previsto per gli esponenti della guerriglia e per il loro reinserimento nella società.